Concordato preventivo, partite Iva che non aderiscono verso la lista nera: cosa significa

Maggiore rischio di accertamenti fiscali per quelle partite Iva che non aderiscono al concordato preventivo biennale: le parole del viceministro Maurizio Leo

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’adesione al concordato preventivo biennale per le partite Iva non è obbligatoria, tuttavia la mancata adesione verrà di fatto sanzionata con l’inserimento in una sorta di lista nera. È stato lo stesso viceministro dell’Economia Maurizio Leo a spiegare il meccanismo: per spingere il maggior numero di liberi professionisti ad abbracciare il concordato saranno aumentati i controlli fiscali su chi dice no. “Ci aspettiamo un’adesione massiccia”, ha spiegato Leo.

La lista nera

Chi non garantisce la sua adesione finirà automaticamente negli elenchi di contribuenti scelti dall’amministrazione finanziaria per essere sottoposti al controllo. Ad ogni profilo verrà associato un valore in base a particolari criteri e indici di pericolosità fiscale.

Il viceministro Leo, intervenendo allo Speciale Telefisco organizzato dal Sole 24 Ore, ha ribadito l’importanza del concordato preventivo biennale per semplificare il rapporto tra fisco e contribuenti. Leo ha garantito che “nessun effetto negativo si produrrà laddove i redditi e l’Iva siano stati correttamente dichiarati, però laddove non sono stati correttamente dichiarati, ne conseguirà una possibilità di accertamento”.

La possibilità è prevista dal secondo comma dell’articolo 34 del decreto legislativo n.13/2024: “L’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”. I furbetti sono avvisati.

Nuovi strumenti informatici

Non sono previsti potenziamenti di organico dal momento che, secondo la normativa, “le amministrazioni interessate provvedono ai relativi adempimenti nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”. Tuttavia nel Piano strutturale di Bilancio si prevede un aumento dei controlli fiscali grazie a tecnologie avanzate e grazie alla interoperabilità delle banche dati.

Ipotesi sanatoria

Per stimolare l’adesione dei lavoratori autonomi al concordato preventivo biennale alcune voci dalla maggioranza di governo hanno invocato una sanatoria sul pregresso, per il quinquennio dal 2018 al 2023. La proposta è poi stata formalizzata in un emendamento finito nel Decreto Omnibus. Sull’ipotesi di binomio fra adesione e sanatoria il viceministro Leo non si è espresso. La palla passa agli uffici competenti che valuteranno gli aspetti tecnici, poi il parlamento sceglierà se approvare o bocciare la proposta.

Chi può aderire e con quali vantaggi

Le partite Iva hanno a disposizione poco più di un mese per l’adesione, la cui scadenza è fissata al 31 ottobre. La porta è aperta per i titolari di partita Iva che applicano gli Isa e per quelli che hanno aderito al regime forfettario. Nei prossimi giorni i diretti interessati si vedranno recapitare un avviso nel Cassetto Fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate. L’invito all’adesione è già partito, ma le regole potrebbero cambiare in corsa.

Il vantaggio per chi aderisce è quello di sapere in anticipo l’importo delle proprie tasse: l’Agenzia delle Entrate predisporrà una proposta per le imposte dovute per il 2024 per quanti hanno aderito al regime forfettario e per il biennio 2024-2025 per i contribuenti Isa. I diretti interessati non subiranno gli accertamenti tributari previsti dall’articolo 39 del Dpr n. 600/73.

I contribuenti Isa, nel caso in cui dovessero aderire allo strumento, potranno beneficiare di una serie di premialità. Non ci sarà alcun effetto, invece, per quanto riguarda l’Iva.