Chi ha diritto a ricevere, nel corso del 2024, l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, anche conosciuto come Iscro? Rispondiamo immediatamente a questa domanda: la misura è rivolta ai titolari di partita Iva, che risultino essere iscritti alla gestione separata Inps.
Ma di cosa stiamo parlando? La misura, nota anche come bonus Iscro, è un’indennità che viene erogata ai lavoratori titolari di una partita Iva ed è strettamente connessa all’esercizio di arti e professioni. Oltre all’iscrizione alla gestione separata Inps, i potenziali richiedenti devono aver registrato una riduzione dei propri guadagni.
Per il 2024 alcune regole per poter accedere all’Iscro sono cambiate. Ma vediamo nel dettaglio come funziona la misura e cosa debbano fare i diretti interessati per poterla richiedere.
Indice
Iscro, cos’è e come funziona
Sostanzialmente l’Iscro costituisce un’indennità che viene erogata a favore dei lavoratori autonomi, che devono essere titolari di partita Iva ed essere iscritti alla gestione separata Inps. È anche nota con il nome di bonus Iscro o, molto più impropriamente, come cassa integrazione per le partite Iva. Il suo scopo, infatti, è proprio quello di garantire la continuità reddituale dei liberi professionisti, che stanno attraversando un periodo di difficoltà.
Ad istituire l’indennità, in via sperimentale, è stata la Legge di Bilancio 2021, mentre la Manovra 2024 ha avuto il merito di renderla strutturale.
Ma quali sono i soggetti che hanno diritto ad accedere a questa misura? Come abbiamo anticipato in precedenza la possono richiedere i liberi professionisti che lavorano con partita Iva, anche quando risultino essere partecipanti a delle società semplici o studi associati. Devono, ad ogni modo, esercitare l’attività di lavoro autonomo connesso all’esercizio di arti e professioni. Nel precedente periodo d’imposta devono aver registrato una perdita delle entrate.
I requisiti necessari
L’accesso alla misura è subordinato al possesso di una serie di requisiti e al rispetto di alcune condizioni. Tra cui ci sono:
- non essere titolare di un trattamento pensionistico diretto;
- non essere assicurato presso una qualsiasi altra forma di previdenza obbligatoria;
- non percepire l’assegno di inclusione;
- nel corso dell’anno precedente la presentazione della richiesta aver prodotto un reddito di lavoro autonomi inferiore del 70% rispetto alla medie dei due anni precedenti;
- nel corso dell’anno precedente aver dichiarato un reddito inferiore a 12.000 euro;
- risultare in regola con i versamenti della contribuzione previdenziale obbligatoria;
- la partita Iva deve essere attiva almeno da tre anni al momento della presentazione della domanda.
I requisiti appena elencati devono essere mantenuti nel corso dell’intero periodo nel quale si percepisce l’indennità.
Iscro: come funziona
L’indennizzo previsto dall’Iscro viene erogato dal giorno successivo rispetto a quello in cui è stata presentata la domanda. La normativa, ad ogni modo, richiede che l’istanza per ottenere l’assegno debba essere presentato entro alcuni termini che sono previsti dalla normativa.
Gli importi che vengono erogati concorrono alla formazione del reddito: sono soggetti a tassazione, ma non viene riconosciuta la contribuzione figurativa.
L’indennità viene riconosciuta per un periodo massimo di sei mesi. I beneficiari sono tenuti alla partecipazione di alcuni percorsi di aggiornamento professionale, che sono stati stabiliti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le novità introdotte attraverso la Legge di Bilancio 2024
Dal 1° gennaio 2024 l’Iscro, oltre ad essere stata confermata, è diventata strutturale. A prevederlo è l’articolo 1, commi dal 142 al 155, della Legge di bilancio 2024.
Avviata in maniera sperimentale tra il 2021 ed il 2023, la misura è stata, quindi, nuovamente riproposta, con alcune modifiche.
Una delle più importanti è costituita dall’innalzamento del limite di reddito, che è passato a 12.000 euro. Il contributo viene erogato per sei mensilità e non comporta l’accredito della contribuzione figurativa. A differenza di quanto avveniva in precedenza, la somma percepita concorre alla formazione del reddito. L’indennità oscilla tra un minimo di 250 euro ed un massimo di 800 euro.
I limiti di spesa previsti per il 2024 e gli anni successivi risultano essere i seguenti:
- 2024: 16 milioni di euro;
- 2025: 20,4 milioni di euro:
- 2026: 20,8 milioni di euro;
- 2027: 21,2 milioni di euro;
- 2028: 21,6 milioni di euro;
- 2029: 21,7 milioni di euro;
- 2030: 22,1 milioni di euro;
- 2031: 22,5 milioni di euro;
- 2032: 23 milioni di euro;
- dal 2033: 23,4 milioni di euro.
Come si calcola l’Iscro
L’importo che viene erogato tramite l’Iscro varia in base al reddito del singolo richiedente. La Legge di Bilancio 2024 ha previsto, comunque vada, che gli importi oscillanti tra un minimo di 250 euro ed un massimo di 800 euro
La prestazione risulta essere pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo che sono stati dichiarati dal richiedente nel corso dei due anni precedenti la presentazione della domanda.
I limiti di spesa che abbiamo elencato in precedenza verranno rivalutati tenendo conto delle variazioni dell’indice Istat dei prezzi al consumo.
Come deve essere presentata la domanda
Nel corso del 2024 per poter beneficiare dell’Iscro i diretti interessati devono presentare la domanda, scegliendo una delle seguenti modalità:
- in maniera autonoma, accedendo al sito Inps, nella sezione: Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche. In questo caso è necessario autenticarsi con le proprie credenziali digitali;
- attraverso un contact Center;
- appoggiandosi su enti di patronato e intermediari autorizzati.
La domanda può essere presentata entro e non oltre il 31 ottobre di ogni anno.
Iscro: quando decade
La misura decade nel momento in cui si vengono a verificare alcune situazioni. Prima di tutto i diretti interessati devono continuare a mantenere i requisiti e le condizioni richieste per accedere alla misura per tutto il periodo in cui viene erogata l’agevolazione.
Nel caso in cui si dovesse chiudere la partita Iva mentre viene erogata l’Iscro, l’indennità viene bloccata immediatamente. Le mensilità erogate dopo la cessazione saranno recuperate.
L’Iscro è compatibile o cumulabile con:
- l’assegno ordinario di invalidità;
- titolarità di cariche politiche o elettive, se prevedono come compenso un gettone di presenza.
È incompatibile, invece, con:
- assegno di Inclusione;
- Naspi;
- Dis-Coll.