Bonus da 20mila euro per lavorare in questa Regione, il contributo a fondo perduto

Chi sono i beneficiari del bando Giovani Attività Professionali della Regione Lazio e quali requisiti devono rispettare per ottenere il contributo a fondo perduto

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 27 Ottobre 2025 13:28

La Regione Lazio rilancia il sostegno alle libere professioni con il bando Giovani Attività Professionali, un’opportunità concreta per professionisti under 40 che vogliono aprire o potenziare il proprio studio nel territorio regionale. Per candidarsi c’è tempo fino al 15 gennaio 2026.

La misura, finanziata con fondi Pr Fesr Lazio 2021-2027, mette a disposizione 5 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto. L’obiettivo è favorire la crescita competitiva delle attività professionali, puntando sulla digitalizzazione, sull’innovazione dei servizi e sull’ammodernamento degli spazi di lavoro.

Chi può accedere al bando

Il bando è un forte incentivo alla modernizzazione degli studi professionali, con particolare attenzione a: digitalizzazione dei servizi, innovazione competitiva, sostenibilità degli spazi e dell’organizzazione, autonomia e crescita delle nuove generazioni di professionisti.

Possono beneficiare dell’agevolazione i professionisti in forma singola che non abbiano compiuto 40 anni al 16 settembre 2025, siano titolari di Partita Iva attiva con domicilio fiscale nel Lazio e siano iscritti a uno dei nove ordini professionali ammessi dal bando.

Si, perché il prestito non viene offerto a tutti i professionisti. Possono essere ammessi solo:

  • architetti;
  • avvocati;
  • commercialisti ed esperti contabili;
  • consulenti del lavoro;
  • geologi;
  • geometri;
  • ingegneri;
  • notai;
  • periti industriali.

Restano dunque fuori giornalisti, infermieri, psicologi e gli iscritti a tanti altri ordini professionali.

È inoltre richiesto un progetto di avvio o sviluppo di un’attività professionale già attiva o di prossima apertura.

Quanto si può ottenere e per quali investimenti

Il contributo massimo erogabile è di 20.000 euro, in funzione della spesa rendicontata, con una copertura tra il 40% e il 60% dei costi ammissibili. L’investimento minimo richiesto è di 10.000 euro.

Le spese ammissibili riguardano:

  • investimenti materiali – attrezzature, pc, software, arredi, veicoli specializzati;
  • investimenti immateriali – licenze digitali, marchi, brevetti;
  • digitalizzazione – SaaS, cloud, strumenti gestionali e marketing online;
  • interventi su locali – ristrutturazione, accessibilità, efficientamento energetico;
  • servizi specialistici – consulenze, certificazioni, formazione, comunicazione.

Spese non ammesse:

  • canoni di locazione e utenze ordinarie;
  • spese di gestione correnti;
  • beni usati non pertinenti;
  • compensi personali del titolare.

Esempi pratici

Spesa totale % copertura Contributo Quota a carico del professionista
12.000 60% 7.200 4.800
40.000 50% 20.000 20.000

Pensiamo a due casi concreti. Ipotizziamo che uno studio di architettura sborsi 13.000 euro per acquisto di software, computer e altra strumentazione elettronica e attività di promozione. In questo caso il contributo spettante è di 7.800 euro. E ipotizziamo che uno studio legale paghi 6.000 euro per rinnovare gli arredi, per comprare nuovo software e per consulenze. Il tutto al costo di 6.000 euro. In questo caso il contributo sarà di 3.600 euro.

Come vengono selezionati i progetti

La valutazione avviene tramite graduatoria a punteggio, basata su:

Criterio Max punti
Fatturato 40
Età del professionista 30
Cofinanziamento (meno soldi chiesti uguale più punti) 20
Novità dell’attività 5
Essere una donna 5
Totale 100

A parità di condizioni, viene favorito chi contribuisce maggiormente con fondi propri e chi ha attività più recenti o ancora da avviare.

Tempistiche e modalità di partecipazione

Le domande si chiudono alle 17:00 del 15 gennaio 2026. La domanda deve essere presentata esclusivamente online tramite piattaforma GeCoWEB Plus.

I progetti finanziati dovranno essere realizzati e rendicontati entro 9 mesi, con obbligo di mantenere sede operativa nel Lazio per almeno tre anni dopo la conclusione. Il contributo viene erogato in un’unica soluzione a fronte della rendicontazione delle spese.