A partire dallo scorso 17 dicembre 2024 i contribuenti devono utilizzare il nuovo Modello di adesione al regime di adempimento collaborativo, che è stato approvato dall’Agenzia delle Entrate attraverso il Provvedimento n. 450193. Sono state, inoltre, fornite le istruzioni necessarie per compilare correttamente il documento. Grazie a questo strumento le aziende hanno la possibilità di dialogare con l’Agenzia delle Entrate e ridurre al minimo il rischio fiscale, mettendosi al riparo da contenziosi ed eventuali sanzioni.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di comprendere quali siano le novità connesse con l’adempimento collaborativo.
Indice
Adempimento collaborativo, di cosa si tratta
Cos’è e come funziona l’adempimento collaborativo? È, in estrema sintesi, uno strumento attraverso il quale le imprese possono gestire i propri obblighi fiscali con una maggiore trasparenza nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Riuscendo, in questo modo, a ridurre al massimo il rischio di eventuali accertamenti o sanzioni.
Volendo entrare un po’ più nel dettaglio, questo strumento prevede che le aziende coinvolgano direttamente l’Agenzia delle Entrate prima di effettuare determinate operazioni, in modo da chiarire dei dubbi interpretativi sulle norme tributarie (che troppo spesso hanno degli aspetti particolarmente complessi).
Il nuovo modello in vigore dal 17 dicembre
Ma torniamo al nuovo Modello di adesione al regime di adempimento collaborativo, che è stato approvato lo scorso 17 dicembre 2024 insieme alle relative istruzioni. Il documento dovrà essere utilizzato per accedere al regime.
Il nuovo modello va a sostituire completamente ed interamente quello che era stato approvato in precedenza con i provvedimenti n. 54237 e 54749 del 14 aprile 2016 del direttore dell’Agenzia delle Entrate, modificati successivamente attraverso il provvedimento n. 153271 del 4 maggio 2022.
Il documento, una volta compilato e sottoscritto, deve essere presentato esclusivamente in via telematica all’Ufficio Adempimento collaborativo della Direzione Centrale Grandi contribuenti e internazionale. La trasmissione deve essere effettuata utilizzando un indirizzo di posta elettronica certificata: il destinatario ufficiale a cui inviare il tutto è indicato all’interno delle istruzioni per la compilazione del modello. Per accedere all’adempimento collaborativo, i soggetti non residenti privi della Pec possono trasmettere la pratica alla casella di posta elettronica ordinaria, anche questa indicata all’interno delle istruzioni per compilare il modello.
L’Agenzia delle Entrate si è premunita di precisare che il modello doveva essere adeguato per recepire le modifiche intervenute a seguito dell’emanazione del Decreto del Ministero dell’Economia del 6 dicembre 2024, attraverso il quale sono state attuate le disposizioni contenute all’interno del Decreto Legislativo n. 128 del 5 agosto 2015 modificato dal successivo Decreto Legislativo n. 221 del 30 dicembre 2023. I decreti citati hanno esteso l’accesso all’adempimento collaborativo ai contribuenti che registrano i seguenti volumi d’affari o di ricavi:
- non inferiore a 750 milioni di euro a partire dal 2024;
- non inferiore a 500 milioni di euro a partire dal 2026;
- non inferiore a 100 milioni di euro a partire dal 2028.
Linee guida per accedere all’adempimento collaborativo
A fornire le linee guida aggiornate e corrette per accedere all’adempimento collaborativo ci ha pensato il Ministero dell’Economia delle Finanze attraverso un decreto del 21 novembre 2024. Nel documento viene ribadito e sottolineato lo strumento si basa sulla volontà di allineare le varie politiche fiscali alle necessità di compliance delle aziende. La strada per arrivare a questo traguardo passa da un dialogo continuo tra i contribuenti ed il fisco. Questo è il motivo per il quale il Mef ha provveduto a delineare quali fossero i criteri per identificare il rischio fiscale.
Le indicazioni fornite dal Mef
Le aziende che hanno intenzione di accedere all’adempimento collaborativo, almeno stando alle indicazioni fornite dal Mef, devono essere in grado di dimostrare di aver adottato delle misure adeguate per gestire il rischio fiscale. Questo è il motivo per il quale l’Agenzia delle Entrate richiede delle informazioni precise sull’attività svolta dai contribuenti, sui loro processi contabili e, soprattutto, sulla loro gestione fiscale. In questo modo è possibile valutare quale sia l’affidabilità fiscale dell’azienda.
Attraverso le nuove linee guida viene messo in evidenza che – nel caso in cui la gestione del rischio fiscale sia inadeguato – le imprese possono essere oggetto di accertamenti più severi e a delle sanzioni più elevate. Anche quando si riscontrano degli errori che in passato avevano minor peso.
Tra le novità introdotte dal decreto c’è anche una sanzione che verrebbe irrogata nel caso in cui dovesse essere rilasciata una certificazione infedele sui rischi fiscali dell’azienda.
La gestione del rischio fiscale
L’adempimento collaborativo è uno strumento molto importante per le aziende medio-grandi, che sono preoccupate principalmente dalla gestione del rischio fiscale. Questo è il motivo per il quale il Mef ha fornito una serie di strumenti per garantire una valutazione accurata del rischio, attraverso la quale diventi più facile prevenire eventuali contenziosi e sanzioni. Lo scopo dell’adempimento collaborativo è quello di andare a risolvere le problematiche che potrebbero emergere nel caso di un mancato rispetto delle normative fiscali: l’intento è quello di effettuare una valutazione preventiva che possa correggere eventuali posizioni fiscali non troppo corrette.
Le aziende dovranno fornire, su richiesta degli uffici preposti, la documentazione attraverso la quale attestare il corretto adempimento delle obbligazioni fiscali. La collaborazione che si viene a costruire tra le aziende e l’amministrazione tributaria si concretizza con uno scambio di informazioni dettagliate e precise, in modo da ridurre il più possibile le discrepanze che possono intercorrere tra le dichiarazioni fiscali e la reale attività economica svolta dall’azienda.
Gli aspetti pratici
Le aziende, almeno secondo le nuove disposizioni previste dal Mef, devono avvalersi di un sistema di comunicazione proattiva con l’Agenzia delle entrate, che permetta di identificare eventuali errori nelle dichiarazioni.
Nel momento in cui viene individuato un eventuale rischio, il contribuente ha la possibilità di correggere le anomalie riscontrate, senza per questo incorrere in sanzioni. È necessario, però, che l’errore venga sanato in maniera tempestiva e che, soprattutto, ci sia la volontà di collaborare con il Fisco.
In sintesi
L’Agenzia delle Entrate ha approvato i nuovi modelli per accedere all’adempimento collaborativo, che devono essere utilizzati a partire dallo scorso 17 dicembre 2024.
Lo strumento è un’ottima soluzione per sanare sul nascere eventuali errori ed evitare che vengano irrogate delle sanzioni.