Chi ha vinto davvero le elezioni regionali? Numeri sorprendenti

Il centrodestra si prende Lazio e Lombardia alle elezioni regionali, ma i numeri sono sorprendenti: i top e flop della tornata elettorale

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Dopo le elezioni politiche dello scorso 25 settembre 2022, che hanno premiato il centrodestra e Fratelli d’Italia come primo partito nel panorama italiano, il primo banco di prova del governo Meloni sono state le elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio 2023 in Lazio e Lombardia. Prova superata dall’esecutivo che ha riconfermato il governatore lombardo Attilio Fontana e conquistato la massima poltrona nel Lazio con Francesco Rocca. Ma a stupire sono principalmente le sfumature del voto, che aprono a scenari politici non indifferenti.

Se da una parte c’è un centrodestra che deve fare i conti con i nuovi equilibri dato il ruolo egemonico di Fratelli d’Italia della premier Meloni, dalla parte del centrosinistra c’è invece l’ennesimo flop del Movimento 5 Stelle e il Pd, che si trova senza leader, che riesce a sbracciarsi bene nella sconfitta. Ma il vero vincitore è solo uno: l’astensionismo.

Elezioni Regionali, a vincere è l’astensionismo

Sin dalle prime ore dall’apertura dei seggi di domenica 12 febbraio 2023 il quadro che si andava prospettando non prometteva nulla di buono in termini di affluenza. Sia in Lazio che in Lombardia, infatti, i primi numeri hanno fatto suonare l’allarme tra i partiti che, con i loro leader, tramite i social o all’uscita dai seggi dopo il voto, avevano invitato gli italiani ad andare a votare.

Appello caduto nel dimenticatoio per tanti visto il risultato finale che, paragonato a quello dell’ultima tornata elettorale regionale nel 2018, è davvero impietoso. All’epoca pesava l’accoppiata con le elezioni politiche (quelle che sancirono la vittoria del M5S, poi al Governo con la Lega), ma il confronto col presente è agghiacciante. Nel 2018 infatti l’affluenza è stata pari al 66,55% nel Lazio e al 73,81% in Lombardia, mentre nel 2023 si è registrato un -29,35% nel Lazio (soli 37,20% di affluenza) e un -32,2% in Lombardia (41,61% di affluenza).

I numeri delle elezioni nel Lazio

Ma andiamo a vedere nel dettaglio quelli che sono stati i numeri dell’affluenza nel Lazio, città per città, e come è cambiata la situazione rispetto al 2018. A registrare i numeri più allarmanti è stata la Capitale Roma, che primeggia come maglia nera nei dati d’affluenza. Gli abitanti della Città Eterna hanno fatto segnato un -30,28% rispetto al 2018, con solo il 35,18% della popolazione che è andata a votare contro il 65,46% del 2018. Sul podio delle città con più astensionismo anche Viterbo (-29,47% rispetto al 2018) e Latina (-28,99%).

Nel dettaglio:

  • Frosinone: 67,46% (2018) – 44,86% (2023);
  • Latina: 68,73% (2018) – 39,74% (2023);
  • Rieti: 71,16% (2018) – 43,74% (2023);
  • Roma: 65,46% (2018) – 35,18% (2023), il più basso di sempre;
  • Viterbo: 73,56% (2018) – 44,09% (2023).

Ma come sono andati i partiti? Lo scenario, rispetto a cinque anni fa, è cambiato nettamente. A sorridere più di tutti, come detto, è il centrodestra che ha trionfato con Francesco Rocca, ma all’interno della coalizione è Fratelli d’Italia che ha confermato il suo momento top. Il partito di Giorgia Meloni, infatti, è passato dall’8,7% del 2018 fino al 33,6% delle elezioni del 2023, con l’intermezzo importantissimo delle politiche di settembre che avevano fatto fermare l’asticella al 31,2%.

La Lega è invece è partita dal 10% (2018) per poi scendere al 6,3% (2022) per quindi rialzarsi all’8,5% (2023). Restando nel centrodestra, è Forza Italia a leccarsi le ferite, con una netta perdita rispetto alle elezioni del 2018. Primo partito della destra, in cinque anni il gruppo guidato da Silvio Berlusconi è passato dal 14,6% al 6,8% di settembre all’attuale 8,4%.

Diversa invece la situazione nel centrosinistra, col Pd che ha perso la guida della Regione, ma restando comunque “leader”. I dem, infatti, sono passati dal 21,2% del 2018 al deludente 19,3% delle elezioni politiche, ma nel Lazio hanno trovato il 20,2% delle preferenze alle Regionali. Altro flop per il Movimento 5 Stelle di Conte, che è partito dal 17,8% (2018) per poi scendere al 15% (2022) e quindi crollare all’8,5% (2023). New entry è il Terzo Polo, la coalizione di Carlo Calenda e Matteo Renzi che nel 2018 non c’era. È partita dall’8,4% (2022) per calare fino al 4,9% (2023).

Elezioni Lombardia, i risultati dei partiti

Stesso discorso anche per la Lombardia. Mentre il centrodestra ha confermato Attilio Fontana governatore, i numeri sull’astensionismo non sorridono. La città che ha registrato il più alto numero di astenuti rispetto al 2018 è Lodi, con un -34,39%, seguita da Mantova (-33,61%) e Milano (-33,46%). Nel dettaglio:

  • Bergamo: 75,87% (2018) – 44,55% (2023);
  • Brescia: 76,56% (2018) – 45,32% (2023);
  • Como: 70,61% (2018) – 39,07% (2023);
  • Cremona: 73,96% (2018) – 42,45% (2023);
  • Lecco: 75,70% (2018) – 44,93% (2023);
  • Lodi: 75,13% (2018) – 40,74% (2023);
  • Mantova: 70,35% (2018) – 36,74% (2023);
  • Milano: 74,58% (2018) – 41,12% (2023);
  • Monza e Brianza: 75,82% (2018) – 42,53% (2023);
  • Pavia: 69,78% (2018) – 38,50% (2023);
  • Sondrio: 66,27% (2018) – 37,95% (2023);
  • Varese: 71,04% (2018) – 38,49% (2023).

Guardando ai partiti, invece, il grande balzo in avanti nel centrodestra è sempre per Meloni e Fratelli d’Italia. Il partito della presidente del Consiglio è infatti passato dal 3,6% del 2018 per poi arrivare al 28,5% delle elezioni del 2022 e riscendere al 25,1% alle regionali. Numeri comunque positivi se paragonati a quelli di Lega e Forza Italia. Il partito di Matteo Salvini è infatti calato dal 29,6% del 2018 fino al 6,5% del 2023, mentre il gruppo di Berlusconi è calato dal 14,3% al 7,2%.

Nel centrosinistra, come nel Lazio, anche in Lombardia il Partito Democratico riesce a guadagnare non pochi punti rispetto al 2018. I dem, infatti, sono passati dal 19,2% al 21,8%, numeri “rubati” di certo al Movimento 5 Stelle il cui tonfo fa rumore: dal 17,8% del 2018 al 3,9% attuale. A guadagnare da questa perdita anche la new entry Terzo Polo, che in Lombardia ha registrato il 4,2%.