Alla sua prima volta a Davos, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è scagliato contro il presidente russo Vladimir Putin in occasione dell’incontro annuale del World Economic Forum nel cuore della Svizzera, ma ha usato parole durissime anche per i suoi alleati. La richiesta del leader ucraino è sempre la stessa: ottenere rigide sanzioni da parte dei leader di tutto il mondo, aiuti cospicui per la ricostruzione del Paese e maggiori sforzi per la pace.
Mosca continua a considerare l’invasione dell’Ucraina – che fino a poco tempo fa aveva rifiutato di chiamare “guerra” – una misura necessaria per contrastare le minacce alla sua sicurezza poste dai piani di Kiev di aderire alla NATO.
Zelensky a Davos per chiedere più aiuti, più armi e più sanzioni
Ha ringraziato gli alleati per ogni pacchetto di sanzioni contro Mosca, ma li ha esortati a garantire che funzionino. Ha detto di credere che l’Unione Europea e gli Stati Uniti arriveranno “nel giro di poche settimane” con ulteriori aiuti che sono stati ostacolati dalle lotte politiche interne ai suoi due maggiori alleati. “Per favore, rafforzate la nostra economia e noi rafforzeremo la vostra sicurezza”: così ha esortato la platea davanti a lui.
Zelensky, un tempo riluttante a lasciare il suo Paese, ha intrapreso un vero e proprio tour per cercare di raccogliere sostegno per la causa dell’Ucraina, facendosi largo tra la stanchezza dei donatori in Occidente e le preoccupazioni nei confronti dell’ex presidente Trump, fresco di “plebiscito” in Iowa (dove ha ottenuto più del 50% dei consensi), che ha continuato ad allearsi con Putin sin dall’inizio.
Zelensky sta cercando in tutti i modi di riportare l’attenzione dei leader verso il “suo” conflitto, visto che la crisi del Mar Rosso e la guerra Israele-Hamas, che ha superato i 100 giorni questa settimana, hanno catalizzato l’attenzione, anche per via delle preoccupazioni circa un’estensione degli scontri in Medio Oriente.
L’Open Forum di Davos mira da sempre a stimolare il dialogo tra leader ed esperti su questioni varie, che vanno dalle attuali organizzazioni politiche alle preoccupazioni geopolitiche ai problemi ambientali, dalle sfide di leadership al ruolo delle arti nella società. Il tema generale di questo Forum di Davos 2024, che si svolge dal 15 al 19 gennaio, è intitolato “Dal laboratorio alla vita: scienza in azione” e per la prima volta ospita una ONG locale, GreenUp, che, con il sostegno della città di Davos, ospita il Climate Hub Davos che si tiene in contemporanea. Un appuntamento centrale perché accende i riflettori del mondo.
“Chiunque pensi che questa guerra riguardi solo noi, che riguardi solo l’Ucraina, si sbaglia”, ha detto Zelensky. “Le possibili direzioni e persino la cronologia di una nuova aggressione russa oltre l’Ucraina diventano sempre più evidenti”. Poi l’attacco al suo avversario, il “nemico dell’Occidente”, il “predatore”: “Putin incarna la guerra” e non cambierà.
Passa in rassegna le deportazioni di massa, le città rase al suolo e “la terrificante sensazione che la guerra potrebbe non finire mai”, e critica aspramente tutta quella parte di mondo che lo ammoniva di non aumentare le tensioni prima dell’invasione russa del 24 febbraio 2022. “Niente ha danneggiato la nostra coalizione più di questa idea. Ogni ‘non intensificare’ per noi suonava come ‘prevarrà’ per Putin”, ha tuonato Zelensky.
L’attacco di Zelensky all’Occidente
“Si è perso troppo tempo con le sanzioni per paura delle minacce della Russia, nessuna delle quali si è materializzata”, ha detto Zelensky. “Quando volevamo interrompere il corridoio per Kaliningrad ci è stato detto di no per il timore di una escalation, quando volevamo più armi dicevano che non bisogna rischiare un’escalation, e invece non c’è stata alcuna escalation e tutte le minacce russe si sono risolte in nulla. Abbiamo perso tempo, molte sanzioni sono state ritardate di mesi quando invece si potevano infliggere forti perdite alla Russia e insegnarle una lezione”.
Poi il paradosso nucleare: “A oggi l’industria nucleare della Russia, unico Paese al mondo a prendere in ostaggio una centrale nucleare, non è sotto sanzioni. Persino i missili che la Russia produce e acquista contengono componenti occidentali, com’è possibile questo due anni dopo l’inizio della guerra? Investire nella difesa dell’Ucraina significa accorciare i tempi della guerra e avvicinare la pace, ogni ritardo invece aggiunge anni al conflitto”.
“Un uomo (Putin, ndr) ha rubato almeno 13 anni di pace, sostituendoli con dolore, dolore, dolore e crisi che colpiscono il mondo intero”, ha sottolineato ancora il leader ucraino. “Putin impersona la guerra, è la sola ragione per cui il conflitto resiste a ogni tentativo di negoziati di pace. Putin non cambierà, solo gli esseri umani possono cambiare”.
“Dobbiamo combatterlo tutti insieme, le sue ambizioni sono buie, oscure e non solo nei nostri confronti”, ma ”noi dobbiamo investire nella pace e in un ordine mondiale giusto. La follia che si trova all’interno del cuore e della mente di Putin non deve prevalere”.
“È tempo per noi, per le aziende ucraine, per le aziende internazionali, di ricostruire l’economia ucraina”, ha dichiarato Maxim Timchenko, amministratore delegato della società energetica ucraina DTEK. “Contare su noi stessi. Per costruire un futuro per l’Ucraina”.
L’Ucraina vuole il controllo dello spazio aereo
Zelensky spinge per ottenere una superiorità aerea per l’Ucraina, come quella nel Mar Nero. “Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità. Permetterebbe progressi sul terreno. Due giorni fa abbiamo provato che possiamo colpire aerei russi che non erano stati abbattuti finora”.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato che la priorità del suo Paese per il 2024 è quella di ottenere il controllo dello spazio aereo, mentre l’assalto su vasta scala della Russia al Paese entra nel suo terzo anno: “Nel 2024, ovviamente, la priorità è cacciare la Russia dal nostro cielo. Perché chi controlla i cieli definirà quando e come finirà la guerra”.
Cosa hanno detto gli Usa e l’Ue
Il segretario di Stato americano Antony J. Blinken, che, insieme al consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan, ha incontrato Zelensky a Davos, ha detto che Washington è determinata a continuare a sostenere l’Ucraina e che “stiamo lavorando a stretto contatto con il Congresso per farlo”.
Nel suo discorso, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha tracciato una visione alquanto ottimistica della guerra in Ucraina, nonostante lo stallo. Ha affermato che la Russia “ha perso metà delle sue capacità militari”, mentre l’Ucraina ha riconquistato metà del terreno originariamente perso all’inizio dell’invasione.
La Svizzera si candida a ospitare un vertice di pace
Il giorno prima di Davos, Zelensky ha anche incassato l’appoggio della – storicamente neutrale – Svizzera: a Berna, ha incontrato la presidente svizzera Viola Amherd, che ha gli promesso che il suo Paese avrebbe iniziato a collaborare con l’Ucraina per aiutare a organizzare e ospitare un “vertice di pace”.
Come ha reagito la Russia
Intanto, sul fronte Mosca, arriva un commento sul sito web del Ministero degli Esteri russo che afferma che l’incontro a Davos ha messo in luce le differenze tra i partecipanti e non ha prodotto alcun aumento del sostegno alle proposte. “C’è una crescente consapevolezza che nessuna pace complessiva, giusta e sostenibile può essere raggiunta concentrandosi sull’ultimatum della ‘formula Zelensky’”, si legge. “Tutti questi incontri, compreso il raduno di Davos e quelli che lo seguirono, sono inutili e dannosi per risolvere la crisi ucraina”.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha liquidato i colloqui di Davos definendoli “semplicemente parlare per il gusto di parlare”, affermando che non potranno esserci passi verso una soluzione senza la partecipazione della Russia. Attraverso gli incontri e altre iniziative diplomatiche, l’Ucraina ha cercato di ottenere un maggiore sostegno dal Sud del mondo, mentre molti Paesi sono rimasti in disparte nel conflitto.
Il presidente russo Vladimir Putin, apparso in tv poco dopo, ha dichiarato che l’Ucraina potrebbe subire un “colpo irreparabile” se lo schema della guerra continuasse, e se la Russia non fosse stata costretta ad abbandonare i suoi “successi”.
La Russia non è stata invitata agli incontri incentrati sul piano di pace di Zelensky, che prevede il ritiro di tutte le truppe russe dall’Ucraina, il riconoscimento dei confini post-sovietici del 1991 e un meccanismo per chiedere una sorta di risarcimento a Mosca. Non dimentichiamo che Putin aveva accusato Zelensky di aver rifiutato i trattati.
Putin ha respinto le “cosiddette formule di pace” discusse in Occidente e in Ucraina e quelle che ha bollato come “richieste proibitive”. “Beh, se non vogliono (negoziare), allora non lo facciano” ha detto Putin. “Ora è abbastanza ovvio che non solo la controffensiva dell’Ucraina è fallita, ma che l’iniziativa è completamente nelle mani delle forze armate russe. Se continua così, lo Stato ucraino potrebbe subire un colpo irreparabile e molto grave”.
Le dichiarazioni di Putin sull’andamento della guerra sono diventate sempre più aggressive negli ultimi mesi. La Russia attualmente controlla il 17,5% del territorio dell’Ucraina e afferma che qualsiasi negoziato dovrebbe tenere conto delle “nuove realtà” create dalle sue forze sul terreno.