Stop alle navi da crociera nelle città europee: cosa succede

Le città europee hanno deciso di bandire le navi da crociera per contrastare il fenomeno dell'overtourism, causa di inquinamento e difficoltà per i residenti

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il fenomeno dell’overtourism – noto in italiano anche come sovraturismo – preoccupa le amministrazioni delle principali città europee che si affacciano sul mare. Si verifica quando nella stessa destinazione la quantità di visitatori diventa insostenibile a livello ambientale e la qualità della vita dei residenti viene messe a rischio dalle massicce presenze. Durante la pandemia di Covid le più belle mete del Vecchio Continente hanno tirato un sospiro di sollievo, ma ora i viaggi di massa tornano a essere al centro del dibattito pubblico. E si pensa di vietare le navi da crociera quasi ovunque.

Da Venezia è partito lo stop alle navi da crociera

Circa 4,8 milioni di persone decidono di imbarcarsi su una nave da crociera ogni anno. Si tratta di numeri decisamente inferiori rispetto al periodo prepandemico, quando si contavano circa 30 milioni di passeggeri. La lenta ripresa del settore è ostacolata però dalle scelte di molte città, che hanno deciso di bandire le grandi navi di lusso dai propri porti, a causa dei danni ambientali, sociali ed economici che possono causare.

A lanciare l’esempio è stata per prima Venezia, che nel 2021 ha vietato alle navi da crociera di gettare l’ancora nel centro storico. L’UNESCO aveva in precedenza inserito la città nei siti in pericolo, consigliando alla Serenissima di adottare questa precauzione. Oltre a inquinare le acque, le grandi imbarcazioni sono causa di erosione della laguna. Per questo il canale della Giudecca che porta a piazza San Marco è ora off limits.

Dopo tanti tentativi falliti, la misura è diventata realtà solo dopo che nel 2019 una nave da crociera si è schiantata nel porto di Venezia, ferendo cinque persone. Si è trattato di un grande passo avanti per la conservazione dell’importante patrimonio culturale di quella che fu la più importante tra le repubbliche marinare, e rimane oggi un simbolo dell’Italia nel mondo. Oggi la laguna sta sprofondando, come spiegato qua.

Quali città stanno pensando di fermare le navi da crociera

Anche altre amministrazioni europee stanno seguendo l’esempio della Serenissima o si stanno preparando a farlo. A iniziare da Amsterdam, Barcellona, Bergen, Dubrovnik, Marsiglia e l’isola di Santorini, che periodicamente vengono invase dai turisti. Più che di danni ambientali, in questi casi, si parla principalmente della poca convenienza di far entrare le navi di crociere nelle proprie acque.

Nonostante le migliaia di persone che fanno tappa in queste destinazioni, infatti, non ci sarebbe un ritorno economico per le città che ospitano le nave da crociera. D’altronde i viaggiatori che le scelgono possono trovare a bordo cibo e bevande, spesso compresi nel biglietto, oltre asouvenir, vestiti e ogni cosa desiderino all’interno delle boutique.

I soldi rimangono in mare. Uno studio condotto proprio a Bergen, tra le mete più gettonate della Norvegia grazie ai suoi fiordi, ha fatto emergere che il 40% delle persone non lascia mai la nave. Chi sbarca, invece, spende mediamente 23 euro in città. La permanenza delle grandi navi nei porti varia dalle 4 alle 8 ore: troppo poche per prevedere dei pasti completi e lo shopping.

Insomma, il gioco, fatto di inquinamento e overtourism, non vale la candela. E le navi da crociera, come è successo a Venezia e vi abbiamo spiegato qua, potrebbero sparire per sempre dai principali porti europei. Se volete evitare l’overtourism, ecco qua le mete più gettonate in Italia.