L’inverno si avvicina sempre più e il rischio per gli italiani di soffrire il freddo nei prossimi mesi non è ancora escluso. La situazione gas, per l’Italia, è infatti tutt’altro che risolta e i prezzi delle bollette continuano a salire in maniera vertiginosa all’aumentare del prezzo della materia prima importata dall’estero. Sin subito dopo l’insediamento il governo di Giorgia Meloni dovrà cercare di risolvere una situazione spinosa e ad alto rischio per il nostro Paese che, senza le adeguate misure e i giusti interventi, rischia di rimanere senza gas in vista dei mesi più freddi dell’anno.
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Italia senza gas? I rischi
Lo scoppio della guerra in Ucraina, giunta al suo 223esimo giorno, ha avuto dei risvolti negativi per tutti i Paesi dell’Europa e non solo, con il taglio delle forniture del gas russo. Nel corso degli ultimi otto mesi c’è stata una corsa alla ricerca di nuovi partner per la materia prima, con l’Italia che ha trovato nell’Algeria un’ottima soluzione per i prossimi mesi. A oggi, quindi, il nostro Paese può vantare forniture da Algeria, Egitto e Libia, ma nonostante la situazione possa sembrare sotto controllo, non è così.
A lanciare l’allarme è stato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che ha avvertito tutti sui rischi di un possibile inverno freddo per gli italiani. Infatti, dovesse presentarsi lo scenario peggiore fin qui ipotizzato, il Bel Paese potrebbe trovarsi costretto a passare mesi battendo i denti nel caso in cui dovessero mancare importanti percentuali di gas. L’attenzione, al momento, è rivolta a quanto sta succedendo in Austria, dove al confine è stata bloccata una fornitura russa che sarebbe dovuta arrivare nel nostro Paese. Nonostante le altre forniture, l’Italia non può fare a meno del gas da Mosca e quindi anche la minima percentuale bloccata dall’Austria è di vitale importanza.
Descalzi ed Eni, per cercare di risolvere il contenzioso tra Gazprom e il gestore dei tubi austriaci, sono pronti a farsi da garanti per far arrivare il gas nel nostro Paese che non potrà essere autonomo dalla Russia almeno fino al 2024. L’eventuale stop e ritorno al mittente, infatti, potrebbe costare caro all’Italia che dovrebbe fare gli scongiuri affinché nulla vada storto nei prossimi mesi con le altre forniture. Se dovesse mancare il gas russo, che equivale al 10% del fabbisogno italiano, e contemporaneamente presentarsi un’altra variabile negativa (inconveniente tecnico dalle altre forniture o un meteo poco clemente), neanche il 90% dello stoccaggio paracadute potrebbe essere d’aiuto per l’Italia.
La situazione del gas in Italia
Al momento, va sottolineato, si sta comunque analizzando lo scenario peggiore affinché tutti, come spiegato da Descalzi, facciano la loro parte per garantire un inverno senza correre il rischio di restare al freddo o al buio. Infatti, grazie all’incremento delle forniture dall’Algeria, degli stoccaggi paracadute al 90%, l’aumento della disponibilità dall’Azerbaijan e i contratti per le navi che trasportano Gnl in posizione positiva, in Italia c’è abbondanza di gas.
Ma perché allora risuona forte l’allarme? A spiegarlo è lo stesso amministratore delegato di Eni Descalzi, che ha sottolineato come i trader stiano approfittando delle differenze di prezzo tra Psv e Ttf – il primo è il punto di scambio virtuale gestito da Snam che si trova a 130 euro a megawattora contro i 169 della chiusura del secondo che l’indice di riferimento europeo alla Borsa di Amsterdam- per vendere parte del gas. Solo nelle ultime ore ne sono stati esportati 19 milioni di metri cubi, un quinto dei consumi giornalieri e da Eni è arrivato l’avvertimento: “Dobbiamo trovare il modo perché questo non avvenga, non dobbiamo assolutamente farci sfuggire il gas”.