Embargo russo: scacco matto a Putin? Cos’è e cosa rischia

"Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?", così Mario Draghi ha commentato la possibilità dell’Ue di ricorrere all’embargo del gas russo

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

“Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?”, così Mario Draghi – durante la conferenza stampa di mercoledì 6 aprile – ha commentato la possibilità dell’Ue di ricorrere all’embargo del gas russo. Ma cosa vuol dire esattamente? Come funziona e quali sono i rischi per il Governo di Putin? E soprattutto, quali sarebbero le conseguenze per L’Europa?

Proviamo a fare il punto.

Nuove sanzioni per la Russia, Ue pronta a procedere con embargo

Da quando il presidente russo ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, l’Europa ha pagato alla Russia più di un miliardo al giorno per la sua energia, finanziando – anche se non volontariamente – le stragi di guerra e i delitti commessi dall’esercito di Mosca come il triste massacro di Bucha. Da qui la decisione dell’Ue di valutare l’embargo per la Russia, bloccando completamente le esportazioni di gas e, di conseguenza, il flusso di denaro di cui Putin si sta servendo per portare avanti la guerra.

Un taglio delle forniture netto e immediato sembra improbabile, ma fino a poco tempo fa anche solo parlare di embargo e di fine della dipendenza dall’energia russa lo era.

Embargo gas russo: cos’è, come funziona e quali sono i rischi

Il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affermato che le misure che l’Ue stava valutando inizialmente per l’embargo russo includevano il divieto di importazione di carbone e lo stop delle navi e gli operatori stradali russi nei territori degli Stati Membri. Le ultime atrocità commesse in Ucraina, però, hanno portato a nuovi provvedimenti.

Le nuove sanzioni che Putin vorrebbe aggirare con l’adozione del rublo digitale, nello specifico, includono:

  • il divieto delle importazioni di carbone, per un valore di 4 miliardi di euro all’anno;
  • pesanti sanzioni per le banche russe;
  • lo stop delle navi russe, che non potranno più entrare nei porti dell’Ue (con alcune esenzioni) e degli operatori di trasporto su strada russi e bielorussi;
  • il blocco delle esportazioni dell’Ue di semiconduttori e macchinari avanzati (per un valore di 10 miliardi di euro) e di altre importazioni dell’Ue come legno e cemento, frutti di mare e alcol.

Alle società russe sarebbe inoltre vietato partecipare a gareggiare per appalti in tutta Europa, mentre si valutano altre restrizioni per colpire le importazioni di petrolio russo. L’obiettivo, con Inghilterra e USA che sembrano intenzionate a seguire l’esempio, è quello di isolare la Russia e fermare i piani di espansione di Putin.

Embargo gas russo: l’Europa può permetterselo?

Ma l’Europa può davvero permettersi di fare a meno dell’Energia russa? Quelli che si oppongono all’embargo energetico chiedono di evitare le questioni etiche e di considerare il potenziale impatto economico e sociale che tale misura avrebbe sull’economia della zona Euro. Gli scettici sono guidati dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che sostiene che un divieto immediato sarebbe sia inefficace che troppo costoso per l’Ue. Tuttavia, diverse ricerche sembrano contraddire queste affermazioni.

Un divieto esteso e l’isolamento della Russia infatti potrebbe essere molto efficace, perché in grado di danneggiare l’economia di Mosca, che non riuscirebbe più a finanziare le azioni belliche, mentre per l’Europa sarebbe gestibile. A confermare questa ipotesi anche uno studio presentato al Parlamento europeo, condotto da un team di economisti autorevoli, che contraddice l’idea del disastro economico preannunciato dal cancelliere.

L’impatto che l’embargo russo avrebbe sul PIL europeo sarebbe compreso, come sostiene lo studio, tra lo 0,2 e il 3,5 per cento. Una perdita, secondo gli esperti, assolutamente gestibile, soprattutto se si considerano le alternative. Tenendo inoltre conto che, secondo le stime, l’Eurozona dovrebbe crescere del 3,7% nel 2022, l’embargo si tradurrebbe in un anno perso di crescita (ma non in eccessive perdite).

Al contrario, le forze russe ai confini dell’Europa continuerebbero a creare incertezza nei mercati, con un impatto negativo gli investimenti. Mentre la guerra si trascina, aumenta l’inflazione e l’instabilità (per non parlare delle perdite di vite umane che questa situazione comporta). E rimanere agganciati al gas russo non farebbe altro che finanziare i piani di Putin.