Cop27, trovato l’accordo sul clima che non piace a nessuno

L'Onu e l'Unione Europea si sono dette deluse degli impegni presi dai Paesi nella Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

L’assemblea plenaria della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, che si è riunita a Sharm el-Sheikh, ha approvato dopo diversi ritardi il documento finale. L’obiettivo concordato dai Paesi che hanno partecipato è quello di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi dai livelli pre-industriale, in aumento rispetto alla Cop26 di Glasgow dello scorso anno. Tuttavia i timidi passi avanti fatti per salvare l’ambiente non sono ritenuti abbastanza dall’Unione Europea, che ha espresso “delusione” per la “mancanza di ambizione” nella roadmap per abbattere le emissioni di Co2. Critiche mosse anche dall’Onu.

Onu e Unione Europea contro l’accordo della Cop27: “Deludente” e poco efficace

Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea, ha dichiarato che gli impegni presi dalla Cop27 non sono abbastanza da costituire un “passo in avanti” per la popolazione del nostro pianeta e non porta “sufficienti sforzi aggiuntivi” da parte dei Paesi che inquinano di più.

Qualche Paese “ha paura della transizione” o “dei costi del cambiamento”, ha detto ancora. Invitando però tutti i colleghi a trovare il coraggio di superare questi timori e tendersi la mano per aiutarsi a vicenda. “Abbiamo già perso troppo temo”, ha dichiarato chiudendo il suo intervento, “ritroviamo la spinta che abbiamo avuto a Glasgow“, e la voglia di difendere gli ambiziosi progetti dello scorso anno.

António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in un messaggio per la chiusura del summit, ha sottolineato che la Conferenza non ha affrontato il tema della riduzione drastica e immediata delle emissioni e non ha dato risposte alla crisi climatiche che stanno spazzando via le isole dalle mappe e trasformando in deserti interi Paesi africani. Il mondo, ha detto il numero uno dell’Onu nel suo intervento, ha ancora bisogno di un “passo da gigante” per fermare il cambiamento del clima.

Anche la Cop26, di cui vi abbiamo parlato qua, si era chiusa con un accordo “al ribasso”, anche se aveva misure più significative rispetto a quelle di quest’anno. Qua l’intervento di Giorgia Meloni alla Cop27 di quest’anno.

Quali sono le misure inserite all’interno del trattato della Cop27 di Sharm el-Sheikh

Nel documento siglato al termine della Cop27, i Paesi hanno riconosciuto che è necessaria una riduzione delle emissioni del 43% rispetto al 2019 entro il 2030. Con gli impegni di decarbonizzazione attuali, tuttavia, il taglio delle emissioni sarebbe solo dello 0,3%. Per questo tutti gli stati che ancora non lo hanno fatto dovranno aggiornare i loro Ndc, o obiettivi di decarbonizzazione, entro il 2023.

Pur sottolineando l’importanza delle transizione verso le rinnovabili e l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, il trattato chiede solo la riduzione e non l’eliminazione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute. Qua i dati inquietanti emersi durante la Cop27.

La Cop27 ritiene che per arrivare all’obiettivo delle zero emissioni nette nel 2060 sia necessario investire da qui al 2030 almeno 4 mila miliardi di dollari all’anno in rinnovabili e dai 4 mila ai 6 mila miliardi di dollari all’anno in economia a basse emissioni. Tuttavia non è ancora stato istituito neanche il fondo da 100 miliardi di euro all’anno dal 2020 previsto dall’Accordo di Parigi per aiutare i Paesi meno sviluppati, e secondo le previsioni se ne potrebbe non parlare fino al 2023.

La più importante novità nel documento di quest’anno della Conferenza è l’istituzione di un fondo per i ristori delle perdite e danni – loss and damage – dovuti al cambiamento climatico nei Paesi più a rischio. Inoltre è previsto un sistema di primo allarme per gli eventi meteorologici estremi in tutto il mondo.