Il mercato dell’energia del futuro va sempre più verso le rinnovabili, con l’obiettivo di essere più sostenibili per l’ambiente e, soprattutto, non avere più brutte sorprese dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. Motivo per il quale è importante il passo avanti fatto dal Consiglio Europeo che dopo giorni di discussioni e una notte intera di negoziati è giunto all’accordo tra Stati membri ed eurodeputati per la riforma sul mercato dell’elettricità all’interno dell’Unione Europea.
Un accordo, quello siglato nelle scorse ore, che sa di ottima notizia visti gli ultimi trascorsi che hanno portato all’aumento dei prezzi dell’energia, dalla pandemia alle guerra in Ucraina e Israele. Non solo per gli Stati membri, che si tutelano, ma anche e soprattutto per i consumatori che saranno maggiormente protetti dalle sempre più frequenti impennate dei prezzi.
Accordo sul mercato dell’elettricità, in cosa consiste
Secondo quanto riferito dal Consiglio Europeo in una nota stampa, Stati membri ed eurodeputati hanno raggiunto l’accordo sulla riforma del mercato Ue dell’elettricità inteso a incoraggiare gli investimenti nelle energie senza emissioni di carbonio – compreso il nucleare – e a moderare le bollette dei consumatori. L’accordo, arrivato come detto dopo una notte di difficili negoziati, ha l’obiettivo di rendere i prezzi dell’elettricità meno dipendenti dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, tutelare i consumatori dalle impennate dei prezzi, accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e migliorare la protezione dei consumatori.
Il mercato dell’elettricità Ue, in base all’intesa raggiunta, si aprirà così ai contratti d’acquisto a lungo termine per le rinnovabili e ai contratti per differenza come standard per l’intervento pubblico a sostegno degli investimenti in nuovi impianti eolici, solari, geotermici, idroelettrici senza bacino, e nucleari. A disposizione degli Stati ci sarà anche la possibilità di utilizzare dei contratti di acquisto a lungo termine per la nuova generazione rinnovabile.
Per quanto riguarda i contratti bidirezionali per differenza, invece, funzioneranno su un prezzo di riferimento concordato tra Stati e fornitori. Questo perché se il prezzo di mercato dell’elettricità è inferiore, lo Stato verserà la differenza al fornitore, se invece il prezzo è superiore, sarà il titolare a versare la differenza allo Stato, con i ricavi che potranno essere ridistribuiti, utilizzati per finanziare sconti in bolletta ai cittadini, o in investimenti per ridurre i costi dell’elettricità per i clienti finali.
Si tratta di una riforma che sa di pietra miliare, perché mira a rendere i prezzi dell’elettricità meno dipendenti dalla volatilità dei combustibili fossili, accelerare la diffusione delle rinnovabili, e include disposizioni per proteggere i consumatori dalle impennate dei prezzi. Insomma, un pacchetto unico di maxi-tutela visto quanto successo nel passato recente.
Una buona notizia per l’Europa
L’accordo è stato difficile da raggiungere, perché in Consiglio c’era chi cercava giustamente di tirare l’acqua al suo mulino, cercando di raggiungere obiettivi vantaggiosi. Ma alla fine è stata raggiunta l’intesa che, come sottolineato dalla ministra dell’Energia della Spagna, Teresa Ribera, è “un’ottima notizia, poiché ci aiuterà a ridurre ancora di più la dipendenza dell’Ue dal gas russo e a promuovere l’energia non legata ai combustibili fossi per ridurre le emissioni di gas serra”.
Ribera, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell’Ue, quindi ha aggiunto che la riforma permetterà di “stabilizzare i mercati a lungo termine, accelerare la diffusione di fonti energetiche rinnovabili, offrire elettricità a prezzi più accessibili ai cittadini dell’Ue e migliorare la competitività industriale.”