Bolletta dell’acqua in aumento, 10% in due anni: la classifica delle città più care

Aumentato il costo della bolletta dell'acqua negli ultimi due anni: prezzi al rialzo ed ecco le città e regioni più care

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non c’è davvero pace per i consumatori, che si ritrovano a fare i conti, in maniera costante, con aumenti delle bollette. L’ultima analisi condotta da Altroconsumo pone in evidenza un innalzamento dei costi della bolletta dell’acqua del 9,5% in appena due anni.

La media nazionale per famiglia è di 466 euro annui, per un nucleo familiare di tre persone, con un uso di 182 metri cubi d’acqua ogni dodici mesi. A completare l’elenco dei filtri per la ricerca è inoltre il tipo di tariffa applicata, con riferimento a quelle delle città capoluogo di provincia.

L’acqua costa caro

Nonostante si tratti di un bene essenziale, senza il quale non potremmo vivere, l’acqua vede il proprio costo aumentare, e non di poco. Altroconsumo evidenzia come il consumo di acqua potabile abbia subito un aumento di costo del 9,5% da dicembre 2021 a oggi.

La media è studiata su una famiglia di tre persone che vive in un capoluogo di provincia e consuma 166 litri d’acqua al giorno. Il tutto per un costo di 38 euro mensile di media. Gli aumenti non sono però democratici. Non sono uguali in tutt’Italia. Variano infatti da città a città, corrispondendo a un aumento complessivo del 9,7% in quattro anni, dalla fase pre Covid a oggi.

Città più care e più economiche

Considerando la grande analisi condotta da Altroconsumo, è bene provare a comprendere in che tipo di città viviamo, più o meno cara. In questo scenario spicca Catanzaro, unica città del Paese a non aver subito alcun incremento negli ultimi due anni. A seguire c’è Bari, che ha visto un innalzamento della tariffa della bolletta dell’acqua di appena l’1% in 24 mesi considerati.

È un vero e proprio allarme a Bolzano, dove la tariffa fa registrare addirittura il 35,4%. Più del doppio dell’incremento di Torino, Trento e L’Aquila, pari al 17%. A seguire, poco distante, Milano al 16,4%, con Genova al 14,4% e Ancona al 13,7%.

Scendendo nel dettaglio dell’inchiesta, però, occorre sottolineare come non sempre gli aumenti percentuali corrispondono a un’affettiva spesa al rialzo per le famiglie. Due esempi perfetti sono Bolzano e Milano. Le loro percentuali sono alte, guardando all’ultimo biennio, ma la tariffa effettiva è economica: nel primo caso 344 euro annui e nel secondo appena 163 euro.

Per quanto possa sorprendere i suoi cittadini, Milano è addirittura la città più economica del campione preso in esame. La tariffa idrica risulta inferiore a un euro al metro cubo, solo 89 centesimi. Per comprendere effettivamente il valore di tale range, Siena, che è la peggiore, fa pagare 4,45 euro.

La classe di spesa più comune vanta un costo annuale tra 370 e 500 euro, con Alessandria (371 euro) e Macerata (495 euro) ai due estremi. È questo il range che riguarda il 42% del Paese. Il 25%, invece, è rappresentato dai capoluoghi, dove la spesa per il consumo idrico aumenta notevolmente, con un range di 500-700 euro ogni dodici mesi. Si va così dai 502 euro di La Spezia ai 693 euro di Massa. Se quest’ultima, insieme con Lucca, rientra ancora in una media considerabile positiva, per quanto esosa, il resto delle province Toscane è fuori scala. Firenze ha una media spesa di 742 euro, mentre Siena tocca quota 810 euro annui, il che le garantisce il triste record di capoluogo più caro d’Italia, su tale fronte. Duri colpi in bolletta per la Toscana, dunque. La peggiore provincia sotto quest’aspetto al di fuori di questa regione? Frosinone con 740 euro.