Urso apre il Fondo Made in Italy ai sauditi: interessi italiani a rischio?

I sauditi valutano la possibilità di partecipare al Fondo Strategico, con già siglati venti accordi di partnership con le imprese italiane

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il governo italiano ha avviato una possibilità di collaborazione diretta con l’Arabia Saudita nel contesto del Fondo Strategico per le industrie del Made in Italy. Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato che ha discusso con il ministro degli Investimenti dell’Arabia Saudita la possibilità di coinvolgere il loro Fondo Sovrano o altri fondi di investimento sauditi in partnership relative agli investimenti pianificati attraverso il Fondo Strategico per le industrie del Made in Italy. Questo incontro è avvenuto durante il primo Forum italo-saudita sugli investimenti tenutosi a Milano il 4 settembre. Una scelta quantomeno discutibile per l'”italianissimo” governo Meloni, protagonista di una nuova giravolta politica.

La firma del memorandum

Urso ha precisato che l’ufficializzazione del fondo per il Made in Italy dovrà attendere l’approvazione parlamentare, prevista verosimilmente entro la metà di ottobre. Una volta istituito, ci si aspetta di vedere i primi risultati concreti entro la fine dell’anno. Tuttavia, è certo che l’Arabia Saudita è pronta a impegnarsi in discussioni immediate riguardo alla loro partecipazione, possibilmente attraverso partnership di investimento con il Fondo Strategico per il Made in Italy. Inoltre, non è solo l’Arabia Saudita ad essere potenzialmente coinvolta, ma anche altri Paesi tradizionalmente impegnati in investimenti nell’Europa. Urso ritiene che l’Arabia Saudita possa essere uno dei soggetti interessati, dimostrando così un solido impegno in questa area di collaborazione.

Durante il Forum, è stato anche siglato un Memorandum of Understanding tra i due Paesi, con Adolfo Urso rappresentante l’Italia e Khalid Al-Falih, ministro degli Investimenti del Regno dell’Arabia Saudita, rappresentante il suo Paese.

Questo accordo mira a promuovere il dialogo tra le istituzioni e le imprese interessate a sostenere gli investimenti reciproci tra i due Paesi. Inoltre, si impegna a favorire la cooperazione nei settori degli investimenti diretti e a fornire supporto agli investitori in tutte le fasi dei progetti considerati di rilevanza economica strategica per ciascuno dei due Paesi. Alla giornata del Forum hanno partecipato circa 1200 imprese, di cui 500 fisicamente presenti e oltre 700 partecipanti in remoto, con oltre 150 di queste imprese provenienti dall’Arabia Saudita.

Gli accordi già firmati con Eni e Confindustria

Durante il Forum, sono stati annunciati 20 accordi che coinvolgono società italiane. Secondo quanto riferito da Adolfo Urso, il valore complessivo degli accordi già sottoscritti ammonta a diversi miliardi di euro, ma è possibile che nuove partnership si sviluppino nel corso degli incontri del forum.

Tra gli accordi più significativi, va menzionato quello con Acwa Power, la più grande azienda privata di desalinizzazione dell’acqua al mondo e un leader nella transizione energetica, in particolare nel settore dell’idrogeno verde. Gli investitori sauditi hanno firmato accordi strategici con sei partner italiani di rilievo, tra cui Confindustria, Eni, A2A, Industrie De Nora, Italmatch Chemicals e Rina.

Inoltre, Eni ha anche siglato un accordo con Bin-Shihon Group per diventare il licenziatario esclusivo in Arabia Saudita. Questi accordi rappresentano un passo significativo verso una maggiore cooperazione economica e commerciale tra l’Italia e l’Arabia Saudita, con un’enfasi particolare sulla transizione energetica e l’innovazione nel settore dell’energia verde.

“Il Regno dell’Arabia Saudita sta promuovendo investimenti in cui molte aziende italiane hanno l’opportunità di partecipare. Abbiamo già 50 società italiane registrate e attive nel Regno, ma ovviamente questo numero può e deve crescere in maniera significativa. E nonostante l’Italia sia tra le prime 10 economie al mondo, devo dire che è solo trai primi 20 investitori in Arabia Saudita. Questo è qualcosa che gli incontri di questi giorni spero possano cambiare”, ha dichiarato Khalid Al-Falih, ministro degli Investimenti del Regno dell’Arabia Saudita, nel corso del Forum, aggiungendo che “oggi firmeremo 80 accordi separati tra imprese italiane e saudite”.