L’Italia punta sulle terre rare, mercato in crescita per la “corsa al futuro”

Le statistiche del mercato delle terre rare, tra import ed export: la Cina domina in maniera assoluta e l'Italia prova a trovare il proprio spazio

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il Governo ha varato un Decreto legge sulle materie prime critiche. È stato dato il via libera a delle normative strategiche, atte a velocizzare l’apertura di nuove miniere. Il tutto al fine di procedere all’estrazione di terre rare. Una netta svolta, che mira a disciplinare i processi di estrazione, lavorazione e riciclo, in nome della transizione energetica e digitale.

L’Italia tenta di guardare avanti, supportando anche il settore aerospaziale. Lo dimostra infatti un ddl che mira a favorire lo sviluppo della cosiddetta “space economy”. Il mondo è in una fase di passaggio e vanno delineandosi nuovi equilibri. Resta immobili vuol dire rischiare il tracollo. Basti pensare al tema dell’intelligenza artificiale. Proviamo quindi a scendere nel dettaglio, analizzando i dati del mercato delle terre rare.

Terre rare, cosa sono

Quando si parla di terre rare c’è sempre un generale senso di confusione. C’è chi non ne ha mai sentito parlare e chi inizia a immaginare degli appezzamenti di terreno in giro per il mondo. Si tratta invece di 17 elementi chimici della tavola periodica.

La Terra ne vanta una quantità irrisoria? Niente affatto. L’appellativo raro deriva infatti dalla difficoltà del processo d’estrazione. Ciò a causa della loro dispersione e dell’interferenza di altri minerali. Ecco l’elenco dei 17 elementi racchiusi nel gruppo delle terre rare:

  • cerio (Ce);
  • disprosio (Dy);
  • erbio (Er);
  • europio (Eu);
  • gadolinio (Gd);
  • olmio (Ho);
  • lantanio (La);
  • lutezio (Lu);
  • neodimio (Nd);
  • praseodimio (Pr);
  • promezio (Pm);
  • samario (Sm);
  • scandio (Sc);
  • terbio (Tb);
  • tulio (Tm);
  • itterbio (Yb);
  • ittrio (Y).

La loro estrema importanza è connessa allo sviluppo tecnologico. Rappresentano infatti elementi fondamentali per la produzione di molti prodotti del campo tech. Guardando all’automotive, ad esempio, le auto elettriche ne fanno un gran uso per i magneti permanenti utilizzati nei motori. Restando nel mondo green, le terre rare sono indispensabili per le turbine eoliche ma i campi d’applicazione sono svariati. Si pensi a quello medico o anche alla tecnologia d’uso quotidiano, come smartphone e pc. Esatto, state leggendo questa notizia su un dispositivo che vanta all’interno uno degli elementi indicati.

Mercato delle terre rare

I dati forniti da Eurostat sottolineano una crescita evidente nel mercato delle terre rare nei confini dell’Unione europea. Nel 2023 è stato pubblicato un resoconto dettagliato in materia (REE+), con riferimento a quanto avvenuto nel corso del 2022.

Sono state importate 18mila tonnellate, il che evidenzia un aumento del 9% rispetto a quanto avvenuto nel 2021. Ciò evidenzia una chiara necessità, che l’Italia mira a soddisfare in parte nel prossimo futuro, per sé e altri Paesi.

Non soltanto import, sia chiaro, ma anche export per un totale di 7mila tonnellate. In questo caso, però, è evidente un calo notevole, pari all’8% rispetto all’anno precedente. In termini meramente economici, il valore delle importazioni ha ottenuto un +146milioni di euro, il che rappresenta un incremento del 37% rispetto al 2021. Al netto del segno negativo indicato in precedenza, sotto questo aspetto si registra un aumento, per quanto minimo, anche per le esportazioni. La cifra indicata da Eurostat è 142 milioni di euro, per un +2%.

Questi dati sono frutto delle seguenti indicazioni:

  • importazioni, prezzo medio – 7,9 euro/kg (aumento del 26%);
  • esportazioni, prezzo medio – 20,7 euro/kg (aumento dell’11%).

La “corsa al futuro” passa dalle terre rare e la Cina rappresenta il principale partner per le importazioni. Ciò ovviamente rende l’attuale situazione geopolitica molto più complessa, tenendo conto della vicinanza dimostrata da Vladimir Putin e Xi Jinping. I numeri del mercato cinese sono a dir poco impressionanti. Da soli rappresentano il 40% del peso totale delle importazioni, con 7,4mila tonnellate. Ecco il resto della “podio”:

  • Malesia: 31% / 5,6 tonnellate;
  • Russia: 25% / 4,5mila tonnellate.