Da Mirafiori a Maserati il piano di Stellantis per ogni fabbrica italiana

Il manager di Stellantis per l'Europa Jean-Philippe Imparato ha parlato del futuro di Stellantis in Italia, assicurando di avere un piano per quasi ogni stabilimento

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 14 Dicembre 2024 20:00

In settimana il capo della divisione europea di Stellantis Jean-Philippe Imparato ha incontrato i sindacati italiani in previsione del tavolo di trattativa con il Governo italiano che dovrebbe tenersi il prossimo 17 dicembre. Dal suo discorso, si è capito che nelle intenzioni del manager ci sarebbe la presentazione di un piano di sviluppo industriale per ogni impianto italiano del gruppo automobilistico, in modo da evitare chiusure e licenziamenti e rilanciare il settore automotive nel Paese.

Stellantis viene da un periodo complicato, causato da un calo molto accentuato delle vendite in Europa e negli Usa che ha coinvolto l’interno comparto auto. In Italia questa crisi si sta ripercuotendo sotto forma di cassa integrazione sui dipendenti e di rischio chiusure sulle aziende dell’indotto, che danno lavoro a migliaia di persone.

Il piano di Jean-Philippe Imparato

Stellantis è pronta a incontrare il Governo. A rappresentare la multinazionale che controlla tutti i principali marchi di auto italiani, oltre a quelli francesi dell’ex gruppo Psa e a quelli americani di Chrysler, ci sarà Jean-Philippe Imparato, a capo della divisione Europa. Imparato, francese, ha diretto per anni Alfa Romeo, cambiando strategia al brand e puntando su segmenti diversi oltre che a un rinnovamento dell’immagine del marchio milanese.

Il 17 dicembre presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, il gruppo dovrà spiegare quali siano le sue intenzioni nel nostro Paese, dove dà lavoro a 40mila persone direttamente e ad altre migliaia nell’indotto. Prima di parlare con il Governo però, Imparato ha voluto incontrare i sindacati per sentire anche il parere delle parti sociali sulla questione. Dopo il meeting si è fermato a parlare con i giornalisti, per spiegare il piano di Stellantis.

L’Italia è un punto centrale nella strategia di Stellantis: il 2025 sarà un periodo di trasformazione su cui bisogna stare uniti ed è questo il messaggio che porterò il 17 al ministro Urso. Non è Stellantis a essere in crisi, ma l’intero settore e questo va affrontato. Il 2025 sarà un anno duro, ma la mia ossessione è mantenere l’attività in Italia” ha rassicurato il manager, sottolineando la centralità del nostro Paese nello sviluppo industriale della società.

“I piani che abbiamo, anche in termini di volumi, sono coerenti con le informazioni che abbiamo a disposizione oggi e ne parleremo al tavolo al Mimit del 17 dicembre. Non voglio raccontare cose che non posso mantenere. È mia intenzione arrivare al tavolo con una risposta che sia la più chiara possibile” ha poi proseguito Imparato.

Cosa vuole fare Stellantis in Italia

Al centro del piano di Stellantis per l’Italia c’è il fatto che una parte significativa dei modelli prodotti in Italia che i marchi del gruppo ha in catalogo sono ormai vecchi e a fine vita. Un dato che permette di programmare l’entrata in commercio di nuovi modelli che potrebbero ridare slancio alle vendite e alla produzione di conseguenza. Stellantis possiede in Italia 5 stabilimenti: Mirafiori a Torino, Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, Melfi in provincia di Potenza e Cassino in provincia di Frosinone, oltre che quello Maserati di Modena. Va poi ad aggiungersi Atessa, vicino a Chieti, che produce veicoli commerciali.

Mirafiori

Lo stabilimento più importante e storico di Stellantis in Italia è l’ex Fiat di Mirafiori. Impianto simbolo dell’auto italiana, costruito per produrre un milione di auto all’anno, è da tempo praticamente fermo. Doveva essere il centro della produzione della 500 elettrica, ma il calo di domanda del modello Fiat ha causato una crisi che dura da oltre un anno. Per rilanciarlo Stellantis punta soprattutto sulla 500 ibrida. Il ritorno dei motori a combustione, dal 2025, potrebbe far terminare la cassa integrazione almeno per alcuni degli operai.

Melfi

Al centro del rilancio dello stabilimento di Melfi, vicino a potenza, ci sono le cosiddette auto premium, di fascia alta. La prima a entrare in produzione sarà la DS N°8, la nuova ammiraglia del marchio francese. Costruita su una piattaforma simile a quella delle Peugeot 3008 e 5008, si tratta di una berlina crossover a cinque porte esclusivamente elettrica. Sarà la prima a entrare in commercio entro la prima metà del 2025.

Il secondo modello che dovrebbe aiutare a rilanciare Melfi è la Jeep Compass, anche lei pronta a debuttare nel 2025. A differenza della DS N°8, Compass sarà “multi energia”, vale a dire che avrà anche motorizzazioni a combustione, probabilmente ibride. Prodotta sempre sulla piattaforma STLA Medium, promette di avere un’autonomia di 700 chilometri. Infine la più lontana dall’esordio è la Lancia Gamma, anch’essa una berlina premium che avrà, oltre alle versioni ibrida plug-in e completamente elettrica, anche quella mild-hybrid, senza possibilità di ricarica tramite corrente elettrica.

Cassino

La casa di Alfa Romeo, lo stabilimento di Cassino, è pronta a ospitare due nuovi modelli. Il primo è il nuovo Suv nativo elettrico, la Stelvio, che avrà però anche una versione ibrida dotata di motore termico. Arriverà nel corso del 2025 e sarà costruita su piattaforma STLA Large. C’è poi la nuova Alfa Romeo Giulia, ibrida, con una versione “Quadrifoglio” da 1.000 cavalli. Somiglierà molto al modello americano di Stellantis Dodge Charger.

Pomigliano d’Arco

Per l’impianto campano di Stellantis è stata riservata quella che continua a essere l’auto di maggior successo di Fiat in Italia, la Panda. L’apprezzamento per quest’auto è tale, anche in un momento di crisi come quello che sta vivendo il marchio italiano, che pur essendo teoricamente a fine vita, è stata tenuta in listino con un rinnovamento. Mentre all’estero si produrrà la Grande Panda, versione aggiornata, elettrica e più spaziosa, in Italia rimarrà la Pandina.

È stata infatti rinominata con questo diminutivo il modello che negli ultimi anni ha ereditato il ruolo dell’utilitaria preferita dagli italiani, con la terza generazione. Le motorizzazioni rimarranno le stesse dei modelli ancora a listino e la produzione continuerà per altri 5 anni, fino al 2029.

La questione Maserati

Il punto più dolente di Stellantis in questo momento è Maserati. Le auto del Tridente sono prodotte a Mirafiori, Cassino e nello storico stabilimento di Modena. Il piano per riconvertire l’azienda di lusso in un brand premium che potesse competere con altri della categoria, come Audi o Mercedes, venendo dall'”alto”, non ha funzionato come la dirigenza sperava. Il passaggio all’elettrico ha ulteriormente complicato le cose e la situazione non sembra essere facilmente risolvibile, come ammesso dallo stesso Imparato.

“Maserati merita un piano a sé, non possiamo rispondere oggi. Il piano ci sarà, ma non ora. Ne parliamo più avanti, ma arriverà il più presto possibile. Il marchio ha bisogno di qualcosa di più strutturato e d’impatto” ha ammesso il manager. Lo stabilimento di Modena sembra quindi l’unico che potrebbe uscire dal tavolo del 17 dicembre senza un piano per il futuro.