Le disuguaglianze sociali secondo Stefano Zamagni

Il peso enorme delle disuguaglianze sociali nel mondo odierno e il nuovo modello economico: Stato-mercato-comunità

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Stefano Zamagni è uno degli economisti più noti della scena italiana. Nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Agenzia per il terzo settore. Fino a marzo 2023, poi, è stato in carica come presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali.

La sua visione dell’attuale condizione economica e sociale è ben chiara. Il tempo del modello economico Stato-mercato è ormai giunto al termine. Per riuscire a superare lo stato attuale, di piena crisi, è necessario sostituirlo con Stato-mercato-comunità. Di seguito analizziamo nel dettaglio alcuni aspetti del suo pensiero.

Il peso delle disuguaglianze sociali

L’economista Stefano Zamagni ha più volte espresso il proprio pensiero sul quadro generale della società odierna. Per decenni il nemico da combattere era la povertà, ma ormai le condizioni sono ben differenti, il che ci spinge a confrontarci con le disuguaglianze sociali.

Ciò è ancora peggio, perché vanno a minare le basi stesse tanto dell’ordine economico quanto di quello politico. Si ha la netta certezza che ci sia un malessere ben radicato e profondo, pronto a esplodere con conseguenze incredibili. Le disuguaglianze sociali rappresentano un fattore di forte disagio sociale, che è impossibile ignorare.

La sua idea si rifà al pensiero della sussidiarietà circolare, che prevede una condivisione di sovranità: Stato-mercato-comunità, per l’appunto. Se la sussidiarietà in senso verticale dice del rifiuto del centralismo, parlando in favore del decentramento amministrativo, quella orizzontale si poggia sul criterio della ripartizione della titolarità delle funzioni pubbliche tra enti pubblici e corpi intermedi.

La sussidiarietà circolare, invece, è un principio secondo il quale di fianco al pubblico e al privato, occorre porre il civile. L’entrata della comunità in quest’equazione a modificare i rapporti preesistenti tra Stato e mercato.

Necessità di trasformazione

Stefano Zamagni è spesso impegnato in eventi pubblici, fornendo la propria visione della società odierna, garantendo spunti di riflessione formidabili, tanto per accendere dibattiti quanto per risvegliare delle coscienze.

Dato lo stato attuale delle cose, spiega, è fondamentale riuscire a trasformare pezzi della realtà attuale. Riformarli non è più una via percorribile. Le riforme, spiega, sono a vantaggio dei conservatori. Si va infatti a plasmare una nuova forma a qualcosa che in realtà resta immutato. Si ha invece estremo bisogno di un vero cambiamento. Si deve riuscire a intraprendere una strada coraggiosa, che punti a “trasformare pezzi della realtà socio-economica, che impediscono la piena realizzazione della libertà”.

Impossibile non scendere nel dettaglio e chiamare in causa la politica. Zamagni ha sferrato un duro colpo alla sinistra italiana. Ha infatti spiegato come l’Italia sia un Paese decisamente strano, considerando come chi è di sinistra si definisce riformista che, come detto, è un appellativo da conservatore, dunque di destra.

È qui che entra in gioco l’economia civile, che sta finalmente uscendo dalle aule universitarie, dice l’economista. Si intende con quest’espressione una prospettiva culturale che si basa sui seguenti principi:

  • divisione del lavoro: specializzazione delle mansioni, con scambi endogeni che aumentano la produttività del sistema in cui si inseriscono;
  • sviluppo che presuppone da un lato l’esistenza di solidarietà intergenerazionale, dall’altro si lega al criterio di accumulazione;
  • il concetto di impresa, secondo il quale chi possiede doti imprenditoriali deve essere lasciato libero di intraprendere un’attività;
  • il fine, cioè la tipologia di prodotto da ottenere.