Ultimo dell’anno all’insegna dell’emergenza nei pronto soccorso: da Nord a Sud dello Stivale il personale è risicato all’osso e il risultato è che i tempi d’attesa, soprattutto per le prestazioni non urgenti in codice verde o in codice bianco, finiscono per durare anche oltre 8 ore.
Si dilatano i tempi di attesa in pronto soccorso
Si tratta del risultato di una tempesta perfetta: l’aumento dei casi di contagio da Covid che va a sommarsi alle complicanze dell’influenza di stagione che colpiscono i più fragili, bambini, disabili e anziani. E proprio in uno dei giorni dell’anno in cui parte dei medici di base e del personale ospedaliero è in ferie, o semplicemente non di turno visto che il 31 dicembre coincide con la domenica.
Ma l’emergenza dovuta alla contingenza spiega solo in parte la pressione sui pronto soccorso italiani. Nella sua normalità, la situazione del Servizio sanitario italiano ha già superato la soglia critica a causa di gravi lacune negli organici del personale medico e infermieristico. Situazione in parte calmierata con il ricorso ai cosiddetti gettonisti.
I primi a risentire della crisi del Servizio sanitario nazionale sono i medici. Per questo, dopo i due scioperi di dicembre, i sindacati dei camici bianchi hanno annunciato una protesta di 48 ore a gennaio 2024, in un giorno ancora da definire.
Picco dell’influenza di stagione
L’influenza di stagione ha raggiunto il suo picco all’inizio del periodo delle feste. “Nella 51esima settimana del 2023”, quella che va dal 18 al 24 dicembre, “la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali mostra un valore dell’incidenza mai raggiunto nelle stagioni precedenti”, informa l’ultimo bollettino epidemiologico RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità. Nella settimana monitorata “i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana sono circa 1.013.000, per un totale di circa 5.698.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza”. Dunque “sale ancora il numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia”. L’Iss conclude specificando che “a tale aumento concorrono diversi virus respiratori e non solo quelli dell’influenza, sebbene la circolazione di questi ultimi è in aumento”.
Per quanto riguarda i contagi da influenza e Covid, si teme che con la fine delle feste e la riapertura delle scuole possa presentarsi un nuovo picco dei contagi.
Pronto soccorso in crisi in tutta Italia
Situazioni critiche vengono segnalate in Lombardia, con centinaia di pazienti bloccati in pronto soccorso in attesa che si liberi un posto letto per il ricovero. Code di ambulanze in attesa di entrare in struttura vengono segnalate a Roma: La Repubblica scrive di 64 ambulanze ferme fuori dagli ospedali giovedì 28 dicembre, quasi una su due delle 150 disponibili nelle ore diurne nella Capitale. Alle Molinette di Torino, scrive La Stampa, c’erano 116 pazienti al pronto soccorso, di cui 30 in attesa di un posto in reparto. In struttura erano finite le barelle. Pressione sulle strutture viene segnalata anche in varie parti dell’Emilia-Romagna. Il Fatto Quotidiano riporta che nel pronto soccorso dell’ospedale di Modena le visite sono state demandante agli specializzandi del primo anno, entrati in servizio meno di due mesi fa.
Capodanno, emergenza botti e petardi
Queste erano solo le premesse. Per la notte fra il 31 dicembre e l’1 gennaio diverse strutture, soprattutto al Sud, si preparano per quella che è ormai la tradizionale tragedia di fine anno: decine di minorenni in codice rosso con traumi e mutilazioni da petardi.
Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tra il 2012 e il 2023 in Italia si sono registrati 6 morti e 3.220 feriti gravi a causa di petardi e fuochi d’artificio utilizzati nella notte di Capodanno.