I prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) sono in calo, seppur leggero, a ottobre 2023. Un dato, quello preliminare reso noto dall’Istat, che fa sorridere gli italiani che guardando con fiducia e speranza alla conclusione dell’anno e per un 2024 che, ci si augura, sia meno segnato dall’inflazione.
Su base mensile, infatti, i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,1%, facendo di fatto crollare l’inflazione dal 5,3% all’1,8%, il dato più basso degli ultimi due anni. Ma non si tratta di un vero e proprio successo, perché l’avvio del trimestre anti inflazione è partito in sordina.
Prezzi al consumo, i dati a ottobre
Secondo le stime preliminari rese note dall’Istat, nel mese di ottobre 2023 l’indice dei nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, come detto. Un dato che, a dirla tutta, è fortemente influenzato dall’andamento dei prezzi dell’energia che nell’ottobre dell’anno scorso avevano raggiunto un picco.
La crescita su base annua dei prezzi dei beni frena quindi decisamente, passando dal +6,0% a +0,1%, mentre a rimanere stabili sono quelli dei servizi (+4,1%) riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,0 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).
Ma guardando più nello specifico i prezzi dei beni, non tutti hanno subito un calo rispetto al mese scorso, anzi. Per i beni alimentari lavorati è arrivato il +0,1, mentre per quelli non lavorati il +0,2.
Forte balzo in avanti per i beni energetici regolamentati, con un +12, mentre quelli non regolamentati si va al -1,9. Nessuna variazione sui tabacchi da settembre, mentre sui beni durevoli e non durevoli i dati preliminari dell’Istat parlando del -0,1, invece per i semidurevoli un +0,3.
La stabilità dei prezzi dei servizi è invece il risultato di andamenti contrapposti: da una parte la decelerazione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% a +5,5%; -0,9% sul mese) e, dall’altra, l’accelerazione di quelli dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%; +0,4% rispetto al mese precedente) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%; -0,6% su settembre).
Urso esulta, ma il carrello tricolore parte male
Dati che sono passati anche per le mani del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che leggendoli sommariamente ha esultato e sorriso per il traguardo raggiunto.
Il ministro, ringraziando il “Sistema Italia” per la prova di coesione e di solidarietà, ha accolto positivamente il primo mese del “carrello tricolore”, il patto siglato per tenere sotto controllo i prezzi del carrello della spesa, per aiutare famiglie, soprattutto quelle in difficoltà.
Il ministro del governo Meloni, su X, esulta di più per aver raccolto la miglio performance in Europa: “Siamo per la prima volta ben al di sotto di Francia, Germania e Spagna e della stessa media dell’Eurozona. Obiettivo raggiunto”.
Ma a dir la verità quel carrello non è partito benissimo, perché comunque gli aumenti ci sono, nonostante il calo dell’inflazione di 3,5 punti. E Federconsumatori è critica con i dati arrivati dall’Istat e la positività espressa dal ministro: “Il calo non è altro che un’illusione prospettica, dovuta al forte aumento registrato nel periodo rispetto al quale viene fatto il confronto (ottobre 2022)”.
Critica anche l’Unione Nazionale dei consumatori: “Rispetto a settembre i prezzi dei prodotti alimentari, ossia quelli interessati al Patto salva spesa, invece di scendere di prezzo salgono addirittura, +0,1”.