Ponte sullo Stretto, ANAC inguaia Salvini: “Troppi rischi per parte pubblica”

Il Ponte sullo Stretto finisce nel mirino dell'Anac, l'Autorità nazionale anti corruzione.. La replica del MIT: preoccupazioni "totalmente infondate"

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Redazione

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Il Ponte sullo Stretto finisce nel mirino dell’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione.
“Nel dl rileviamo uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”: lo ha detto il presidente dell’Autorità anti corruzione, illustrando la relazione annuale alla Camera.

Botta risposta Anac-MIT

Replica il Mit: “Sono totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti”.
“Non solo – spiega – perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”.

Rilievi anche sul nuovo Codice degli Appalti: troppe eccezioni e scorciatoie pericolose. “La deroga – ha sottolineato Busia- non può diventare regola, senza aprire a rischi ulteriori”. Ora che con la digitalizzazione è possibile ottenere “rilevantissime semplificazioni, accrescendo anche trasparenza e concorrenza, sorprende che per velocizzare le procedure si ricorra a scorciatoie certamente meno efficienti, e foriere di rischi. Tra queste, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti o l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro”.
“Nei contratti pubblici non basta fate presto ma occorre fare bene”, ha aggiunto.

Codice appalti, “scorciatoie rischiose”

Il nuovo Codice – ha sottolineato ancora Busia – ha eliminato il divieto del cosiddetto subappalto a cascata. Non possiamo dimenticare che tale istituto, per poter conservare una ragione economica, quasi sempre porta con sé, in ogni passaggio da un contraente a quello successivo, una progressiva riduzione del prezzo della prestazione. E questa necessariamente si scarica o sulla minore qualità delle opere, o sulle deteriori condizioni di lavoro del personale impiegato. Quando il ricorso al subappalto non è giustificato dalla specificità delle prestazioni da realizzare, mentre può risultare vantaggioso per il primo aggiudicatario, si rivela il più delle volte poco conveniente per la stazione appaltante, per i lavoratori e per le stesse imprese subappaltatrici, che vedono via via compressi i propri margini di profitto, rispetto a quanto avrebbero ottenuto come aggiudicatarie dirette”.

PNRR, controlli indispensabili

Busia che ha definito “decisiva” la rinegoziazione in corso sul Pnrr che deve essere “deve essere terreno condiviso, sottratto alla dialettica politica di corto respiro”. “Occorre riconoscere – ha sottolineato il Presidente Anac – che, mentre le diverse riforme previste dal Piano sono indispensabili ed esigono un rapido completamento, non tutti gli investimenti hanno la medesima urgenza. Per questo possono essere utilmente spostati su altri finanziamenti europei, per i quali pure il nostro Paese registra da sempre ritardi e sprechi inaccettabili, guardando così ad un orizzonte più ampio rispetto al 2026”.