Novità nel paniere Istat 2024: dal calcetto all’All you can eat, gli ingressi in lista

Cos'è e a cosa serve il paniere Istat? L'istituto ha aggiornato il proprio strumento con una serie di new entry interessanti e prodotti usciti inaspettatamente

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Tante novità in arrivo nel paniere Istat 2024, con l’Istituto Nazionale di Statistica che nella giornata di giovedì 1 febbraio 2024 ha aggiornato il paniere dei prezzi al consumo per l’anno in corso. Diverse uscite, ma anche tante e importanti entrate nella lista che dal 1928 è uno strumento per misurare l’inflazione grazie all’attento monitoraggio dei prezzi di beni e servizi rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane.

Cos’è il paniere Istat e chi contribuisce

Innanzitutto va chiarito cos’è il paniere Istat e a cosa serve. Si tratta di uno strumento statistico utilizzato dall’Istat per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi nel mercato dei consumatori e calcolare i relativi numeri indici per la misura dell’inflazione.

Costituito da un elenco di beni durevoli e di consumo oltre che servizi, divisi per categoria merceologica che rappresentano quelli prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie, viene aggiornato ogni anno con prodotti che possono entrare o uscire dalla lista.

Sono presenti, nello specifico:

  • prodotti alimentari;
  • bevande alcoliche e analcoliche;
  • tabacchi;
  • abbigliamento;
  • calzature;
  • spesa per l’abitazione (acqua, elettricità e combustibili);
  • mobili e articoli per i servizi della casa;
  • servizi sanitari e spese per la salute;
  • trasporti;
  • servizi di comunicazione, spettacolo e cultura;
  • istruzione;
  • ristorazione e servizi ricettivi.

Nel 2024, 79 comuni contribuiscono al calcolo degli indici per l’intero paniere dei prodotti a rilevazione tradizionale (come nel 2023), con una copertura territoriale dell’83,5% in termini di popolazione residente. Altri 12 comuni, invece, effettuano la rilevazione solo per alcune tariffe e servizi locali, portando, per questi prodotti, la copertura al 90,5%.

Nel 2024, oltre al paniere dei prezzi al consumo, l’Istat ha anche pubblicato il paniere storico dei prezzi, un database dal 1928 a oggi che permette di ripercorrere la storia dei consumi degli italiani. Da questo archivio è possibile notare come in base al decennio, o ventennio, i gusti e gli interessi d’acquisto degli italiani siano cambiati radicalmente: si passa dall’inchiostro per la scuola del 1928-1938 all’abito da donna o da uomo nel 1939-53. Dal 1996 a oggi, invece, è cresciuto l’acquisto di beni alimentari e bevande analcoliche, così come mobili e articoli per la casa.

Le novità del paniere Istat 2024

Nel paniere del 2024 utilizzato per il calcolo degli indici NIC, per l’intera collettività nazionale, e FOI, per le famiglie di operai e impiegati, figurano in totale 1.915 prodotti elementari, con un +30 rispetto al 2023 che si era fermato a 1.885 prodotti. Di questi 1.045 sono prodotti a loro volta raccolti in 425 aggregati.

Tra le novità del nuovo paniere ci sono tante new entry interessanti, come:

  • Mele Kanzi;
  • Uva Vittoria;
  • Apparecchio per deumidificazione e purificazione aria;
  • Lampadina smart;
  • Pavimento laminato;
  • Pasto all you can eat;
  • Piastra per capelli;
  • Rasoio elettrico;
  • Scaldaletto elettrico;
  • Corsi ricreativi e sportivi come tennis o padel, acquagym, calcio e calcetto;
  • Corso di formazione artistico culturale.

Per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero, l’Istat ha anche adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici, con l’incidenza di tali beni che sale da 10,09% del 2023 all’attuale 10,53%.

Chi esce dal paniere Istat

A uscire dal paniere, invece:

  • Dispositivo per il tracking delle funzioni vitali;
  • Tagliacapelli elettrico;
  • Regolabarba elettrico;
  • E-book reader.

Si tratta di prodotti che, secondo le stime dell’Istat, non sarebbero rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane.