Italia debole e PIL a 0,7%: cosa dicono le previsioni Ocse

Italia debole, tra sfide e prospettive: ecco l'analisi e le previsioni Ocse su quella che è la situazione nel nostro Paese e quali potrebbero essere le possibili conseguenze

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Le recenti prospettive economiche delineate dall’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, delineano una panoramica articolata di quella che è la situazione italiana, cui futuro presenta una serie di sfide e opportunità.

Infatti, se da un lato emergono segnali di ottimismo a livello globale, con una prevista crescita del Pil mondiale intorno al 3,1% nel 2024 e al 3,2% nel 2025, dall’altro l’Italia continua a navigare in acque agitate.

Le prospettive per l’Italia

Le prospettive Ocse per l’Italia rimangono caute, con una crescita del Pil prevista dello 0,7% nel 2024 e un modesto aumento al +1,2% nel 2025.

Questo quadro è influenzato da diversi fattori, tra cui un’attività economica interna ancora debole e la persistente pressione inflazionistica degli ultimi due anni, che ha inciso negativamente sui redditi reali dei cittadini italiani.

Gli effetti dello stop al Superbonus

Uno degli elementi critici che emergono dalle analisi dell’Ocse è lo stop al Superbonus, il quale, pur essendo diventato insostenibile per i conti pubblici, potrebbe avere un impatto significativo sulla contrazione degli investimenti nel settore immobiliare. Tuttavia, l’aumento della spesa pubblica prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e gli sgravi fiscali temporanei sono visti come elementi che mitigano parzialmente gli effetti di questa riduzione del sostegno fiscale.

Le raccomandazioni dell’Ocse per l’Italia

Le raccomandazioni dell’Ocse per l’Italia sono chiare: sono necessarie riforme strutturali nei settori chiave come la concorrenza, la giustizia civile e la pubblica amministrazione, oltre a un incremento degli investimenti pubblici previsti dal Pnrr. Queste azioni sono considerate indispensabili per stimolare una crescita economica più robusta nel lungo periodo.

Nonostante le previsioni incoraggianti riguardo all’inflazione e al tasso di disoccupazione, con entrambi in diminuzione, l’Ocse evidenzia la necessità di un’attenzione particolare verso i conti pubblici italiani. Il rapporto debito/Pil è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni, mentre il deficit si manterrà al di sopra della soglia del 3% stabilita dall’Unione Europea.

Per questo motivo, per affrontare queste sfide, l’Ocse suggerisce un aggiustamento fiscale che vada oltre interventi superficiali, includendo azioni concrete contro l’evasione fiscale e una rigorosa revisione della spesa pubblica, in particolare per quanto riguarda le pensioni. Solo attraverso un impegno serio e strategico verso riforme strutturali e una gestione oculata delle finanze pubbliche, l’Italia potrà garantire una crescita economica più solida e sostenibile nel medio-lungo periodo.

Possibili conseguenze e rischi

Se non vengono adottate misure efficaci per stimolare la crescita economica, l’Italia potrebbe continuare a stagnare o registrare una crescita molto modesta nel prossimo futuro.

Ciò potrebbe tradursi in un aumento della disoccupazione, una riduzione dei redditi reali e una diminuzione degli investimenti, con conseguenti effetti negativi sul benessere generale della popolazione.

Inoltre, se il rapporto debito/Pil continua ad aumentare, potrebbero verificarsi problemi di sostenibilità del debito pubblico. Un aumento del debito potrebbe mettere sotto pressione i mercati finanziari e aumentare i costi di finanziamento per il governo italiano, riducendo così la capacità di investimento e la flessibilità fiscale. Di conseguenza, un deterioramento delle condizioni economiche potrebbe anche aumentare il rischio di instabilità finanziaria nel paese, con potenziali conseguenze negative per il sistema bancario e per gli investimenti esteri in Italia.

Se l’Italia non riesce a rispettare gli obiettivi di bilancio e a implementare riforme strutturali significative, potrebbe perdere credibilità sui mercati internazionali e tra gli investitori esteri. Ciò potrebbe rendere più difficile ottenere finanziamenti a condizioni favorevoli e potrebbe danneggiare la reputazione del paese come destinazione affidabile per gli investimenti. E questo, anche considerando che il nostro Paese non riesce a tenere il passo con la crescita economica dei suoi partner europei e globali, potrebbe peggiorare nel lungo periodo la disoccupazione, il potere reddituale delle persone e delle famiglie e, in generale, la qualità della vita dei cittadini italiani.