OCSE, debito globale a 100 mila miliardi dollari

Una cifra simile al PIL mondiale: è quanto emerge dal suo primo Global Debt Report

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Redazione

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Una cifra stratosferica: l’ammontare complessivo di titoli di Stato e obbligazioni societarie emesse nel mondo ha raggiunto la soglia dei 100.000 miliardi di dollari, un valore simile al PIL di tutto il pianeta. E’ quanto emerge dal primo rapporto annuale OCSE sull’indebitamento (Global Debt Report 2024) che esamina questo segmento chiave del mercato, nel contesto di accresciuti tassi di interesse e quindi con le sfide che gli stessi presentano per Stati e società emittenti.

Debito globale, una cifra “stratosferica”

“Dopo decenni di espansione, un rapido cambiamento del contesto macro finanziario ora pone davanti a questi mercati la prova più impegnativa da una intera generazione”, afferma l’ente parigino. “Il protratto periodo di tassi storicamente bassi, che ha consentito la diffusa crescita dell’indebitamento a livello globale e l’espansione di segmenti di mercato maggiormente a rischio, ora è giunto alla fine. I tassi ufficiali elevati, l’inasprimento quantitativo e le accresciute tensioni geopolitiche stanno avendo impatti consistenti”. E nel frattempo “i fabbisogni di rifinanziamento sono considerevoli – prosegue l’Ocse. Inoltre oggi i mercati obbligazionari sono anche caratterizzati da un crescente universo di investitori più sensibili ai prezzi”.

100 mila miliardi di dollari

In questo quadro per l’Italia è tra i paesi che registreranno tra i maggiori livelli di scadenza di titoli obbligazionari rispetto al PIL da qui al 2026: “In cinque Stati OCSE – recita lo studio – titoli a tasso fisso per oltre il 20% del PIL andranno maturazione in questo periodo, tra cui il Giappone (52%), l’Italia (33%), gli Stati Uniti (27%), la Spagna (27%) e la Francia (20%).

Questi paesi fronteggiano accresciuti rischi di rifinanziamento se i tassi di interesse elevati persistessero per buona parte di questo periodo”. Secondo l’Ocse bisogna assicurare che debiti che risultavano gestibili in un contesto di tassi di interesse più bassi, e in cui le banche centrali erano acquirenti “non diventino insostenibili in questa nuova realtà. Al tempo stesso le necessità di rifinanziamento sono più elevate che mai: i cambiamenti demografici, il rallentamento della crescita economica e la decarbonizzazione richiederanno decine di migliaia di mi miliardi di dollari”. “Gestire efficacemente tutto questo potrebbe diventare la sfida chiave che si troverà a fronteggiare l’economia globale”.

Italia, da qui a 2026 scadranno obbligazioni per 33% PIL

La strategia dell’Italia di offrire direttamente ai consumatori titoli di Stato e accrescere la quota di investitori al dettaglio (retail) sul totale dei sottoscrittori di debito pubblico è una novità “interessante”, che secondo l’Ocse può anche ridurre i rischi sulla sostenibilità. Lo ha spiegato Carmine di Noia, direttore per gli affari finanziari e societari dell’Ocse, rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa di presentazione del primo rapporto annuale sull’obbligazionario pubblicato dall’ente parigino. “Abbiamo dedicato parte dello studio alla sostenibilità dei debiti pubblici. Ci sono diverse caratteristiche e diversi mercati e in termini di emissioni e l’Italia è un caso interessante – ha detto -. Abbiamo visto da molti anni che il Tesoro ha emesso non solo direttamente al retail, ma anche usando microstrutture online. Penso che questa sia un’evoluzione interessante”.

I titoli obbligazionari, “i bond sono una buona classe di titoli” e questa strategia “aiuta anche per fare incontrare offerta e domanda. Penso che sia un modo appropriato di diversificare la domanda, in termini di raggiungere i consumatori”, come con il Btp Italia. “È una evoluzione interessante, non penso che stia aggiungendo rischi – ha concluso Di Noia– ma penso esattamente il contrario”