I titoli di borsa in crescita nel 2024, su cosa conviene investire

Azioni in crescita, a volte sottovalutate ma con un grande potenziale: ecco i titoli di borsa su cui conviene investire nel 2024

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Azioni in crescita, resistenti all’inflazione, a volte sottovalutate ma con un grande potenziale: quali sono i titoli di borsa su cui conviene investire nel 2024?

L’impatto dei tassi di interesse in crescita per un così lungo periodo, ma anche il complicarsi delle tensioni geopolitiche e persino il boom dell’intelligenza artificiale hanno portato gli esperti in previsioni finanziarie a non avere sempre una posizione comune. Infatti, spesso tra questi sono emerse prospettive estremamente divergenti: dalla previsione di una grave recessione di Deutsche Bank a quella di Goldman Sachs che invece sembra puntare su una riaccelerazione economica imminente.

Questa è la tipica situazione da cui gli investitori azionari spesso traggono maggior vantaggio, semplicemente giocando contemporaneamente in difesa e in attacco.

I trend da tenere sott’occhio

È vero che solitamente gli investitori dovrebbero cercare di detenere società che hanno bilanci solidi, flussi di cassa stabili, bassi livelli di debito e la capacità di mantenere i prezzi (tutte qualità che aiutano le aziende a fare bene e a difendersi dal deterioramento del potere di acquisto della spinta inflazionistica). Tuttavia, chi opera in questo settore sa bene che non bisogna ignorare le aziende nel lungo termine, specie quelle che potrebbero generare una crescita smisurata in futuro, anche se nuove e quindi meno considerate rispetto ai grandi titoli o alle grandi multinazionali.

Per questo motivo ci sono dei trend, come l’uso dell’intelligenza artificiale o la transizione energetica, che più di altri stanno maggiormente influenzando le azioni e gli investimenti in questo senso. Si tratta cioè di novità, ancora poco diffuse a livello capillare ma destinate a rimanere nel tempo ed espandersi. Quindi con un grosso potenziale di crescita.

Intelligenza artificiale: i titoli più promettenti

L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare il progresso tecnologico più importante della nostra vita, un progresso che gli analisti di Wall Street hanno già paragonato all’avvento di Internet, delle automobili e addirittura dell’elettricità.

Tuttavia, mentre esiste un ampio consenso sul fatto che l’IA finirà per rivoluzionare l’economia e aumentare gli utili aziendali, i tempi e la profondità di questi cambiamenti sono oggetto di un acceso dibattito.

Ad ogni modo, al di là di come il progresso si presenterà e dei ritmi che seguirà, è indubbio il fatto che i pessimisti dell’intelligenza artificiale rischiano di perdersi qualcosa se continuano a concentrarsi solo sui rischi per l’economia e a non valutare bene le grandi opportunità derivanti da questa rivoluzione tecnologic.

A tal proposito, ci sono due titoli legati all’intelligenza artificiale che sono stati indicati più volte dagli esperti come potenzialmente redditizi:

  • Microsoft, che è balzata in testa alla corsa agli armamenti legati all’intelligenza artificiale grazie alla sua partnership con OpenAI, il produttore di ChatGPT;
  • il produttore di semiconduttori Nvidia, le cui unità di elaborazione grafica (GPU) ) sono componenti fondamentali della rivoluzione dell’intelligenza artificiale.

Ciascuno di essi ha già visto le proprie azioni salire sulla scia dell’entusiasmo dell’intelligenza artificiale, ma gli investitori concordano sul fatto che ci sono ulteriori guadagni in vista.

I titoli resistenti all’inflazione

Non solo progresso tecnologico, le prime previsioni per il 2024 indicano che la lotta contro l’inflazione potrebbe essere prossima alla fine. Tuttavia, anche se i tassi di interesse sono destinati a scendere, alcuni esperti ritengono che una recessione sia inevitabile poiché dobbiamo ancora fare i conti con gli effetti dei tassi alti sull’economia per un così lungo periodo.

Per molti, quindi, la recessione non è solo da escludere, ma dietro l’angolo. Dunque cosa è meglio fare in caso di investimenti? Il consiglio è di guardare ai titoli più difensivi. Tra questi, per esempio, vanno segnalati quelli del colosso dei beni di prima necessità Procter & Gamble e il leader diversificato dei prodotti sanitari Johnson & Johnson. Si tratta cioè di individuare quelle aziende che, di fatto, anche in tempi duri e particolarmente ristretti, offrono servizi e prodotti fondamentali (come prodotti per l’igiene e generi alimentari) di cui la gente continuerà ad avere bisogno, anche in un periodo di forte ristrettezza economica.

I titoli del settore energetico

Abbiamo già visto come le forniture energetiche mondiali hanno subito una battuta d’arresto da quando l’Ucraina è stata invasa dalla Russia, e molti economisti temono che l’escalation del conflitto Israele-Hamas e le crescenti tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina potrebbero presto fare lo stesso.

I conflitti internazionali giocano già un ruolo determinante nell’aumento dei prezzi del petrolio oggi, ma se queste tensioni a livello internazionale aumentano si potrebbero determinare prezzi ancora maggiori. Inoltre, c’è da dire che anche in assenza di tali contrasti, da anni si registra una mancanza di investimenti nella produzione di petrolio e gas naturale, in parte a causa della transizione energetica verde e delle richieste degli investitori affinché le società energetiche restituiscano maggiori profitti agli azionisti.

Per questo motivo, l’agenzia internazionale per l’energia ha avvertito a settembre che, di conseguenza, le forniture di petrolio “saranno a livelli insopportabilmente bassi” nel 2024. Cosa vuol dire, in pratica, per chi investe in titoli e azioni? Che le aziende che operano nei settori di petrolio e gas (ma in generale in quelli dell’energia) sono davvero ben posizionate per coglierne un buon vantaggio.

Tra i titoli con un buon potenziale nel 2024, sono stati segnalati nello specifico le azioni del gigante del petrolio e del gas Exxon Mobil. Poi ci sono quelle di Kinder Morgan, un’altra azienda che dovrebbe trarre vantaggio dal momento che l’instabilità globale rende la produzione energetica interna degli Stati Uniti sempre più importante. La società di infrastrutture energetiche possiede 82.000 miglia di oleodotti e gasdotti naturali e 140 terminali di gas naturale e dispone di 700 miliardi di piedi cubi di capacità di stoccaggio di gas naturale gestita nel Nord America.

Azioni a piccola capitalizzazione

Investire in titoli di piccola capitalizzazione vuol dire avere l’opportunità di partecipare al potenziale di crescita di aziende promettenti.

Ci sono società con azioni a piccola capitalizzazione da acquistare che, grazie ai rendimenti impressionanti dell’anno precedente e alle forti prospettive per il futuro, realizzeranno guadagni superiori al 100% già dal 1° gennaio. Nella top 3 delle più promettenti, secondo gli esperti:

  • Applied Optoelectronics che produce apparecchiature in fibra ottica, laser e altri dispositivi high-tech;
  • la società di criptovaluta Bitfarms che potrebbe beneficiare dell’impennata dei Bitcoin avvenuta ultimamente. Si tratta di uno dei titoli più economici al momento, con azioni acquistabili di circa 2 dollari ciascuno, quindi un titolo a piccola capitalizzazione molto accessibile per i piccoli investitori;
  • il rivenditore di automobili Carvana, con azioni in rialzo di oltre sette volte da inizio anno nel 2023, è difficile trovare un titolo a piccola capitalizzazione che abbia registrato guadagni più impressionanti negli ultimi tempi.

C’è però da fare un’importante precisazione al riguardo.

Storicamente, i titoli a piccola capitalizzazione hanno dimostrato performance superiori per periodi prolungati rispetto ad altre categorie azionarie. Tuttavia, questi generalmente allocano gli investimenti con rischi maggiori, proprio perché spesso si tratta di piccole società.

Inoltre, i titoli a piccola capitalizzazione mostrano una maggiore sensibilità alle fluttuazioni del mercato, con conseguente volatilità dei prezzi più pronunciata, sia al rialzo che al ribasso, rispetto alle loro controparti a grande capitalizzazione.