Risparmio gestito: trimestre difficile ma torna l’appeal sull’obbligazionario

I dati trimestrali di Assogestioni offrono uno spaccato del mercato del risparmio gestito al 30 settembre 2023

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Frena il risparmio gestito nel 3° trimestre, registrando deflussi, soprattutto dai fondi azionari,  a fronte di un quadro economico più complesso, che rende meno appetibile questa tipologia di investimento rispetto all’obbligazionario, che torna in auge, grazie ai rendimenti più interessanti offerti ai risparmiatori. E’ quanto emerge dalla mappa Trimestrale di Assogestioni, che fa il punto sull’andamento del mercato nel 3° trimestre dell’anno

L’andamento della raccolta

La raccolta netta al 30 settembre 2023 è stata negativa per 15,2 miliardi euro, mentre il patrimonio gestito è sceso a 2.224 miliardi di euro rispetto ai 2.277 miliardi di fine giugno 2023.

I deflussi hanno interessato in particolare i fondi aperti (-7 miliardi euro) e le gestioni di prodotti assicurativi (-7,8 miliardi euro), mentre registrano una raccolta positiva le gestioni di patrimoni previdenziali (+1 miliardo).

“I fondi aperti, cioè la classe di prodotto dove è maggiore la presenza degli investitori retail, hanno subito nel trimestre due movimenti entrambi negativi”, ha affermato Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi di Assogestioni, spiegando che in aggiunta alla raccolta già negativa si può stimare anche un effetto mercato pari a -1,6% che ha sottratto circa 18 miliardi euro alle masse, che complessivamente sono scese di 25 miliardi euro per questa categoria.

Il quadro del terzo trimestre si completa con le gestioni retail, che hanno fatto registrare circa 169 milioni euro di deflussi, ed i fondi chiusi che hanno raccolto 858 mln euro in favore prevalentemente di fondi specializzati nell’investimento di PMI non quotate e con le gestioni istituzionali, in negativo per circa 9 miliardi euro. “Tali deflussi sono stati concentrati in particolare nei mandati aventi come sottostante i prodotti assicurativi. Tuttavia, se ci concentriamo sulle gestioni a più lungo termine, notiamo come i mandati previdenziali abbiano raccolto più di 1 miliardi euro circa”, ha concluso Rota.

Gli obbligazionari compensano i deflussi

Analizzando più in dettaglio i dati relativi ai fondi aperti si nota come i prodotti bilanciati (-4,3 miliardi) e flessibili (-6,4 miliardi) abbiano registrato fuoriuscite della stessa entità rispetto al trimestre precedente.

Gli azionari sono passati in negativo per la prima volta quest’anno, con una raccolta pari a -1,7 miliardi euro (+417 milioni il trimestre precedente).

La nota positiva arriva dagli afflussi verso i fondi obbligazionari: nel terzo trimestre sono stati pari a +4,5 miliardi euro, dato che porta l’ammontare raccolto da inizio anno a +16,2 miliardi euro. Segno più anche per i fondi monetari a +933 milioni euro.

“Allargando lo sguardo agli ultimi quattro trimestri – ha sottolineato Rota – si vede come i fondi obbligazionari mantengano molto elevata la loro raccolta, grazie all’innovazione di prodotto dei fondi targati Italia e in particolare di quelli a scadenza”.