Il commissario dell’ex Ilva Quaranta chiede l’insolvenza, la risposta di Arcelor Mittal

Il commissario straordinario dell'ex Ilva Giancarlo Quaranta ha chiesto l'insolvenza per Acciaierie d'Italia, ma Arcelor Mittal non è d'accordo

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Redazione

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Il Commissario straordinario dell’ex Ilva Giancarlo Quaranta, oggi Acciaierie d’Italia, ha chiesto davanti al giudice della sezione fallimentare di Milano la dichiarazione di insolvenza per l’azienda. Questo permetterebbe di far partire a tutti gli effetti l’amministrazione straordinaria dello stabilimento di Taranto, al centro del contenzioso con Arcelor Mittal, il socio di maggioranza del gruppo.

Risposta contraria proprio da parte del colosso franco-indiano, che ha invece proposto l’adozione di un concordato. Nella giornata di martedì 27 il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha visitato proprio l’ex Ilva di Taranto, ribadendo ai lavoratori l’impegno dell’esecutivo a rilanciare lo stabilimento pugliese.

La richiesta di insolvenza di Quaranta per l’ex Ilva

Nella mattinata di oggi martedì 27 febbraio il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia Giancarlo Quaranta ha richiesto, tramite gli avvocati di Invitalia, al tribunale della sezione fallimentare di Milano di dichiarare l’insolvenza dell’azienda. Il procedimento permetterebbe a tutti gli effetti al gruppo di entrare in amministrazione straordinaria e al Governo di procedere con il proprio piano di rilancio, concentrato in particolare sullo stabilimento di Taranto, l’acciaieria più grande d’Europa.

Contrari gli avvocati di quello che è ancora il socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia, il colosso franco-indiano Arcelor Mittal. Il gruppo ha invece proposto un cosiddetto concordato in bianco. Si tratta di una forma di concordato preventivo, detta propriamente concordato con riserva, che dà a chi la presenta tutte le protezioni di quest’ultimo, senza però la necessità di presentare in tempi rapidi la proposta di risanamento. Questa può essere infatti ritardata tra i 60 e i 120 giorni.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ‘Ansa’, Arcelor Mittal vorrebbe usufruire di questo strumento per proteggersi dall’aggressione dei creditori di Acciaierie d’Italia. La paura è che le ripercussioni dell’insolvenza dell’ex Ilva potrebbero ripercuotersi non solo sullo stabilimento di Taranto ma su tutto il gruppo di AdI, che include Acciaierie d’Italia spa, AdI Energia srl, AdI Servizi Marittimi srl e AdI Tubiforma srl.

Le dichiarazioni di Urso

Nella stesa giornata di oggi martedì 27 febbraio il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è arrivato in visita, insieme al commissario straordinario di Acciaierie d’Italia Quaranta, ha visitato lo stabilimento dell’ex Ilva di Taranto, incontrando i lavoratori. Il ministro ha rinnovato l’impegno del Governo: “C’è l’obiettivo di rilanciare lo stabilimento ex Ilva nei prossimi mesi, nei prossimi anni, quando il sito sarà gestito me lo auguro da un player industriale importante e significativo che scommetta sul sito e quindi sul lavoro di Taranto per rilanciarlo e affermarlo in Italia e in Europa”.

“Se questo lavoro comune sarà fatto sono convinto che vinceremo questa sfida e se vinciamo la sfida di Taranto, che era l’emblema della decadenza industriale e ambientale del Paese, vuol dire che ci riusciamo in Italia. Per questo non è una sfida solo vostra, non è in palio solo il vostro lavoro, in palio è il lavoro italiano” ha poi continuato rivolgendosi ai rappresentanti sindacali incontrati in mattinata.

“Dobbiamo lavorare insieme per invertire la rotta a rilanciare e mettere in sicurezza il sito siderurgico più importante d’Italia che può tornare ad essere nella fase di ambientalizzazione il sito siderurgico più ambientale e più sostenibile d’Europa” ha poi concluso.