Ex Ilva, Invitalia ha chiesto l’amministrazione straordinaria: si va verso il commissariamento

Il socio pubblico Invitalia ha depositato al MIMIT la domanda di amministrazione straordinaria, dopo mesi infruttuosi di tentativi di accordo con Arcelor Mittal

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Una nuova pagina si apre per il complesso caso delle Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Invitalia, socio pubblico dell’azienda e che possiede il 38% dellla società, ha avviato la procedura per l‘amministrazione straordinaria. L’ente ha ufficialmente inoltrato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) la richiesta di avviare tale procedura, sottolineando l’indisponibilità del socio privato ArcelorMittal, che detiene invece il 62% di Accierie d’Italia, a contribuire alla continuità aziendale o a sciogliere equamente la joint venture.

Il comunicato di Invitalia

Secondo fonti di Invitalia, la decisione di procedere con l’amministrazione straordinaria è stata presa dopo mesi di tentativi di accordo con Arcelor Mittal, senza successo. Il comunicato emesso dall’ente sottolinea la volontà di rispettare le normative vigenti, comprese quelle europee, in una situazione di crisi che non è imputabile alla gestione della parte pubblica.

Nella nota si legge: “Invitalia dopo aver esperito negli ultimi mesi, e da ultimo in queste settimane ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell’indisponibilità di quest’ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea, nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un’istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia spa”.

Parallelamente, Acciaierie d’Italia ha annunciato il deposito di una domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive, coinvolgendo diverse società del gruppo: “Le società Acciaierie d’Italia Spa, AdI Energia Srl, AdI Servizi Marittimi Srl, AdI Tubiforma Srl  hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive”.

Questa scelta comporta un esito incerto, in quanto implica un periodo di 60-120 giorni per avanzare la richiesta di concordato preventivo effettivo. Una mossa legale che permette di negoziare con i creditori per trovare soluzioni a una situazione di insolvenza, evidenzia la complessità e la gravità della situazione finanziaria dell’azienda.

La tensione tra Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari incaricati dal governo è in aumento. L’azienda ha respinto la richiesta di fornire informazioni richieste dai commissari durante un’ispezione, sottolineando l’assenza di obblighi contrattuali in tal senso. Inoltre, sono emersi contrasti riguardo al piano industriale e alle procedure in corso.

Verso l’amministrazione straordinaria

La situazione ha suscitato preoccupazione tra le aziende dell’indotto, che sono state convocate per un incontro con rappresentanti del governo per lunedì 19 febbraio 2024. L’obiettivo è garantire certezze per i crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia nel caso di una procedura di amministrazione straordinaria.

Contemporaneamente, i sindacati sono chiamati a un incontro per discutere della situazione lavorativa e delle implicazioni della possibile amministrazione straordinaria. Le proteste e le preoccupazioni degli attivisti sindacali e dei delegati USB sottolineano l’urgenza di affrontare efficacemente la crisi per evitare gravi ripercussioni sui lavoratori e sulle loro famiglie. L’evolversi della situazione ad oggi è incerto, ma è probabile che ci saranno implicazioni significative per l’industria e l’economia italiana.

Ora, sarà compito del ministro Adolfo Urso verificare se sussistono le condizioni necessarie per l’avvio della procedura di commissariamento. In caso affermativo, sarà poi il Tribunale di Milano, riunito in seduta collegiale, a valutare lo stato di insolvenza della società.

Una volta che Adi Spa, la società che detiene gli stabilimenti dell’Ilva in affitto e che è già stata in amministrazione straordinaria dal 2015, passerà sotto il controllo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), uno o più commissari designati dovranno decidere se mantenere in funzione l’azienda o procedere con la liquidazione delle attività per far fronte alle passività.