Governo, La Russa: “Così aboliremo il Reddito di cittadinanza”

Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d'Italia, esprime la linea in relazione al Reddito di cittadinanza. Che verrebbe sostituito da due leggi apposite.

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Redazione

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Neutralizzare la corsa dell’inflazione e delle bollette senza ricorrere a uno scostamento di bilancio, impostare la prossima legge di Bilancio in tempo per evitare l’esercizio provvisorio, dare seguito al programma su Reddito di Cittadinanza, tasse e pensioni. E’ questo il primo compito cui è chiamata la presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni, che dovrà da subito fare i conti con ciò che le finanze permettono effettivamente di fare. A partire dalla prossima Manovra, che probabilmente verrà scritta in collaborazione col governo uscente.

Stop Reddito di cittadinanza

Nel mirino il Reddito di cittadinanza, che va abolito. Per il presidente del Consiglio in pectore va separato l’aiuto agli indigenti dalle politiche del lavoro. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Va inoltre costruito un modello di ammortizzatori sociali universale per tutti i lavoratori: istituire una indennità di disoccupazione per gli autonomi che segua le stesse regole dell’indennità prevista per il lavoro dipendente.

La Russa: “Così aboliamo il Reddito di Cittadinanza”

“Noi vogliamo abolire il reddito di cittadinanza, ma nel momento in cui lo aboliamo facciamo un’altra legge. Anzi, due leggi”. Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia, a Cartabianca esprime la linea del partito guidato da Giorgia Meloni in relazione al Reddito di cittadinanza. Tra le due leggi prospettati da La Russa, una punterebbe a “garantire al 50% degli attuali percettori qualcosa di più rispetto a quello che prendono ora”. Si parla di “famiglie numerose, disabili, pensionati. L’altro 50% per metà è costituito da gente che non aveva alcun diritto, che ha truffato lo stato. C’è una marea di gente… Ad un altro 25% che ha diritto, noi speriamo di dare un lavoro. Noi immaginiamo di abolire questa legge e di ricostruire in forma diversa il rapporto con chi ha bisogno. Siamo convinti che offrendo ai datori di lavoro la possibilità di assumere e avere meno tasse si possano avere molte assunzioni”.

L’opposizione di Conte

A mettersi di traverso, in attesa di capire cosa accadrà nel Pd e cosa diranno gli alleati della Meloni Salvini e Berlusconi – che in campagna elettorale hanno parlato di semplice riforma del Rdc e non di abolizione – l’opposizione più intransigente è quella del M5S di Giuseppe Conte. Per la legislatura che si appresta a iniziare la priorità è una: “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza, l’opposizione sarà durissima e inflessibile. Se qualcuno ha delle idee equivoche su questo è meglio che se la chiarisca subito, perché c’è anche la prospettiva di un esercizio provvisorio”.

A Fratelli d’Italia Conte riconosce di avere “ottenuto una chiara vittoria”, facendo poi “gli auguri a Giorgia Meloni per il ruolo di responsabilità che la aspetta”. Segue però un monito: “Invito il centrodestra, che ovviamente si candida a guidare il paese, a comprendere che quando non si è maggioranza reale nel paese, è bene non avventurarsi in progetti di riforma costituzionale senza una reale condivisione con tutte le forze, perché il rischio evidente è quello di una bocciatura sonora, come quella che prese Renzi, al referendum”.