L’arma della Meloni: legge di Bilancio a 4 mani con Draghi

Secondo Guido Crosetto, stretto consigliere della presidente del Consiglio in pectore, la prima legge di Bilancio verrà probabilmente scritta col ministro uscente Daniele Franco.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

In vista di quella che è la ‘tempesta perfetta’ preconizzata da Calenda, e mentre deve tenere a bada gli alleati scomodi Salvini e Berlusconi, la presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni pensa ad una legge di Bilancio da scrivere a 4 mani col governo uscente, anche per non mettere in discussione il PNRR e normalizzare i rapporti con le cancellerie europee.

Prospettive fosche

Per affrontare il contesto difficile che si sta delineando, “le conseguenze economiche della guerra in Ucraina per l’area euro hanno continuato a farsi sentire e le prospettive si fanno più fosche” ha sintetizzato la presidente della Bce Christine Lagarde, servono soprattutto affidabilità e competenze. E anche una sponda solida dal governo Draghi.

Legge di Bilancio a 4 mani

Per questo Guido Crosetto, tra i fondatori di Fdi e consigliere molto ascoltato da Meloni, ha iniziato a inquadrare il primo problema sulla strada del prossimo governo. “Da tecnico ricordo che la legge di bilancio va mandata a Bruxelles il 16 ottobre. Quindi il nuovo governo avrebbe un giorno per farla. Per questo motivo credo che dovremmo lavorare a una interlocuzione tra il vecchio governo e i nuovi eletti, lavorare a 4 mani”.

Il che significa in prima battuta rispettare la cornice macroeconomica della nota di aggiornamento al Def, il documento cornice per la legge di Bilancio, che il governo sta per chiudere senza indicare ovviamente gli obiettivi programmatici. E dunque muoversi con cautela rinviando quelle misure di bandiera che hanno tenuto banco in campagna elettorale.

Sarà necessario spendere quello che serve, e non sarà poco, per allentare le conseguenze della morsa dell’inflazione, ma farlo trovando le risorse nelle pieghe del bilancio, tagliando ad esempio la spesa improduttiva, se si vuole evitare di farlo in deficit mettendo in allarme Bruxelles e gli investitori. Dunque niente scostamento di bilancio da 30 miliardi come vuole Salvini, e tempo al tempo per l’introduzione di una eventuale flat tax.

L’incontro

Per favorire una transizione morbida, esponenti del centrodestra sono stati ricevuti al ministero dell’Economia e hanno visionato la Nadef. L’idea di FdI è di fare subito un decreto, senza lo scostamento di bilancio e prima della manovra di bilancio, per aiutare subito famiglie e imprese colpite dal caro energia.