Fusione Ita-Lufthansa, intesa confermata: 325 milioni per il 41% e remedies anti-monopolio

Accordo Mef-Lufthansa su Ita Airways: cessione del 41% con remedies per Bruxelles, evitato monopolio e preservata la concorrenza su rotte chiave

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 12 Novembre 2024 08:01

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha finalmente raggiunto un’intesa con Ita Airways e Lufthansa sui cosiddetti “remedies” da presentare alla Commissione europea. Queste misure puntano a evitare che la fusione tra la compagnia italiana e il colosso tedesco possa tradursi in una posizione di dominio sul mercato.

Il Consiglio di amministrazione di Lufthansa ha dato il via libera in un incontro informale, accettando i termini definitivi concordati con il nostro Ministero dell’Economia. Grazie al lavoro diplomatico del direttore generale Marcello Sala, la tanto discussa alleanza ha ottenuto l’approvazione tedesca. Il 41% di Ita sarà ceduto al colosso germanico con un aumento di capitale di 325 milioni riservato alla compagnia, mentre il Ministero manterrà la maggioranza delle azioni ma cederà il controllo operativo.

Scadenze, deroghe e ritardi: i tempi stretti di Bruxelles

Il dossier è stato consegnato a Bruxelles poco prima della scadenza dell’11 novembre, fissata alle 23:59, anche se la Commissione aveva lasciato intendere una certa tolleranza. La necessità di rispettare i tempi si lega alla tempistica dell’intero processo: ogni giorno di ritardo potrebbe compromettere il calendario previsto per la finalizzazione dell’operazione. Il passaggio della quota del 41% di Ita a Lufthansa dipende infatti dall’ok definitivo della Commissione, previsto come condizione per procedere con l’acquisizione.

Tensioni economiche: scontri sull’investimento

Il Mef ha dovuto chiarire alcuni dettagli prima di firmare l’accordo, dopo il recente blocco. Alla vigilia della scadenza, Lufthansa aveva infatti avanzato una richiesta di sconto che ruotava attorno ai 60-70 milioni di euro, giustificandola con una valutazione inferiore rispetto alle attese e alcuni costi più elevati.

La cifra, sostengono fonti vicine all’operazione, è il risultato di stime riviste al ribasso sul valore di Ita al momento del closing e dei maggiori investimenti operativi previsti, come quelli per il catering di Fiumicino. La richiesta di sconto, stimata tra i 25 e i 29 milioni, è stata però rigettata senza esitazione dal Mef, costringendo le parti a un negoziato serrato che si è concluso all’ultimo minuto.

Lufthansa e l’impegno economico: oltre 800 milioni in gioco

L’investimento complessivo di Lufthansa nel progetto Ita Airways si attesta su 829 milioni di euro. La prima tranche, pari a 325 milioni, sarà destinata all’iniezione di capitale necessario per assicurarsi il 41% della compagnia italiana. Una seconda rata, sempre di 325 milioni, andrà al Mef, e un ulteriore bonus di 100 milioni potrebbe essere versato al raggiungimento di specifici traguardi. Tra il 2028 e il 2029, Lufthansa avrà anche l’opzione di acquisire il restante 10% per 79 milioni, consolidando così la sua presenza nel mercato.

Gli accordi per garantire la concorrenza: slot e rotte in mano ai rivali

Per placare i timori della Commissione su un possibile monopolio, i contratti prevedono che Lufthansa e Ita cedano 15 coppie di slot giornalieri a Linate a un concorrente, scelto in EasyJet, e lascino spazio a un vettore terzo su alcune tratte intraeuropee. Le rotte da Fiumicino verso destinazioni come Washington, San Francisco e Toronto, invece, verranno rese più accessibili per compagnie rivali come Air France e British Airways attraverso collegamenti indiretti dai loro hub.

L’ombra della cassa integrazione: migliaia di lavoratori a rischio

Intanto, resta aperta la questione occupazionale che coinvolge i lavoratori ex Alitalia, in amministrazione straordinaria. La cassa integrazione è stata estesa fino al 31 dicembre, ma solo con una copertura del 60% e un tetto massimo di 2.500 euro mensili. Alla scadenza, è previsto un periodo di Naspi tra i 12 e i 24 mesi, con una clausola che esonera i dipendenti dai limiti di importo solitamente imposti alla cassa integrazione straordinaria. I sindacati, tuttavia, non intendono mollare e stanno spingendo per ottenere un confronto e una possibile proroga di altri due anni.