Private equity e venture capital: investimenti a picco, mancano big deal

E' quanto emerge dal rapporto presentato da AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con PwC Italia – Deals sul mercato italiano del capitale di rischio

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Redazione

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Il 2023 non è stato un anno positivo per le operazioni di acquisizione da parte di società di private equity e venture capital, anche se a ben guardare sono le “grandi operazioni” a venir meno, mentre si conferma dinamico il mercato delle mid e small cap “eccellenti”, più numerose in Italia che altrove.

“Dopo un biennio eccezionale per ammontare investito, soprattutto con riferimento al comparto delle infrastrutture, nel 2023 si osserva un calo delle grandi operazioni”, spiega  Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, precisando che “l’Italia si conferma attrattiva nel segmento del mid market, composto da imprese eccellenti”. “La mancanza di grandi investimenti nelle infrastrutture e la carenza di debito per le grandi operazioni di buy out sono i principali fattori che hanno caratterizzato il mercato 2023”, conferma Francesco Giordano, Partner di PwC Italy e Private Equity Leader.

Nonostante un 2023 pessimo, già emergono segnali di ripresa nei primi mesi del 2024.

Raccolta in forte calo

Nel 2023 la raccolta del private equity e venture capital è stata pari a 3.772 milioni di euro (di cui 2.502 milioni raccolti sul mercato), in calo del 36% rispetto ai 5.920 milioni dell’anno precedente. Gli operatori che nel 2023 hanno svolto attività di fundraising sono stati 35 (49 l’anno precedente). Con riferimento alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato l’83%, mentre il peso di quella estera è stato del 17%. A livello di fonti, il 21% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (522 milioni di euro), seguiti dalle banche (13%, 332 milioni) e dai fondi di fondi privati (11%, 270 milioni).

Investimenti più che dimezzati

Nel 2023 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è stato pari a 8.162 milioni di euro, in calo del 66% rispetto all’anno precedente. Il 2022 era stato caratterizzato dal livello più alto mai registrato nel mercato italiano (23.659 milioni), trainato da alcune operazioni di dimensioni particolarmente significative realizzate sia nel segmento dei buy out sia in quello delle infrastrutture.

Nel 2022, infatti, erano state realizzate 7 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di euro (large deal) e 17 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), per un ammontare complessivo pari a 17.890 milioni di euro (76% del totale). Nel corso del 2023, invece, sono stati realizzati 6 large deal e 4 mega deal, che insieme hanno rappresentato il 36% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (2.927 milioni di euro). Da sottolineare che le operazioni caratterizzate da un ammontare inferiore ai 150 milioni di euro (small e medium deal) hanno attratto 5.235 milioni di euro investiti, rappresentando il secondo valore più alto di sempre dopo il 2022 (5.770 milioni nel 2022, -9%, e 4.878 milioni nel 2021, +7%).

Il numero di operazioni è diminuito del 12% attestandosi a 750, rispetto alle 848 dell’anno precedente, trainato anche quest’anno dall’attività di venture capital.

Con riferimento all’origine geografica degli operatori, rimane elevato l’interesse dei soggetti internazionali per il nostro mercato: nel 2023, infatti, il 64% dell’ammontare complessivo è stato investito da operatori esteri (5.248 milioni).

A livello settoriale, il 2023 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto Ict, con il 27% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 17%, e dal medicale, 14%.

A livello geografico la regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 45% del numero degli investimenti in Italia, seguita da Lazio (9%) e Toscana (8%).

I disinvestimenti

Nel 2023 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 1.730 milioni di euro, in calo del 61% rispetto ai 4.398 milioni dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 99, -15% rispetto alle 117 del 2022.

Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti in termini di numero è stato la vendita ad un soggetto industriale, con 37 exit (37% del totale), mentre in termini di ammontare la vendita ad un altro operatore di private equity ha rappresentato il canale di disinvestimento preferito (776 milioni di euro), con un’incidenza del 45%.