Obbligazioni convertibili: ecco perchè potrebbero tornare interessanti nel 2024

L'analisi a cura di Nicolas Crémieux, Head of Convertible Bonds di Mirabaud AM

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Redazione

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“Se i timori di recessione dovessero concretizzarsi, i tassi di interesse probabilmente diminuiranno. Questo andrà a beneficiare le convertibili, innescando un aumento del valore delle obbligazioni e, a parità di altre condizioni, un apprezzamento dei prezzi dei nomi con basso delta”.

Obbligazioni convertibili: quali scenari?

Inizia così l’analisi a cura di Nicolas Crémieux, Head of Convertible Bonds di Mirabaud AM spiegando che “le valutazioni delle convertibili continuano a essere favorevoli e dovrebbero beneficiare di una normalizzazione dei tassi nel breve-medio periodo, data l’attuale minor volatilità e il mispricing delle convertibili a basso delta, che il più delle volte vengono scambiate a prezzi più elevati rispetto alle obbligazioni tradizionali”.

 

Anche le nuove emissioni – spiega ancora Crémieux – rappresentano un’opportunità interessante. Sono offerte sul mercato con uno sconto rispetto al loro fair value teorico, da parte di società che sono finanziariamente più solide e ben consolidate (l’attuale percentuale di rating investment grade nell’ambito delle emissioni globali è tre volte superiore alla media decennale), e che quindi tendono ad avere un rischio di credito inferiore. Inoltre, generano reddito (la cedola media del 2023 è circa il 3%) e convessità (il delta medio del 2023 è circa il 50%).

Ecco perchè potrebbero tornare interessanti

Il 2023 – si legge ancora – è stato caratterizzato da attività di M&A interessanti e riteniamo che questi rimarranno temi importanti anche per il 2024. Prevediamo che gli emittenti di obbligazioni convertibili continueranno a godere di un’attività robusta, poiché l’aumento dei tassi d’interesse non ha scoraggiato le grandi aziende dal cercare all’esterno elementi di crescita. È importante ricordare che i detentori di obbligazioni convertibili generalmente godono di diverse protezioni dal rischio di acquisizione, attraverso un temporaneo adeguamento al ribasso del prezzo di conversione o un possibile rimborso anticipato alla pari.

L’analisi

Infine, dato che il tema del rifinanziamento è sempre più importante, prevediamo che le società guarderanno sempre più alle convertibili come canale di finanziamento che offre un potenziale rialzo del capitale a fronte di cedole più basse (tra 300 e 600 pb a seconda del rating), riacquistando potenzialmente le convertibili in circolazione a sconto rispetto al valore nominale per ottimizzare i propri bilanci. Insieme a quello che è stato detto sopra sulle nuove emissioni, questo dovrebbe sostenere le valutazioni, poiché questi acquisti vengono effettuati a premio rispetto ai prezzi di mercato.

Quanto agli ultimi trimestri “hanno visto le mega-cap avere la meglio rispetto al resto del mercato, a tal punto che da inizio anno oltre il 75%[1] del rendimento dell’indice S&P500 è stato guidato dai cosiddetti “Magnifici Sette”, ovvero Apple, Amazon, Alphabet, Nvidia, Meta, Microsoft e Tesla. La performance e il differenziale di valutazione delle large cap rispetto alle small cap, e gli indicatori in generale rispetto alle società sottostanti alle obbligazioni convertibili, hanno raggiunto nuovi massimi. Crediamo che nel 2024 questa situazione possa ribaltarsi, anche nel caso si assistesse a una recessione, dove tradizionalmente le large cap sovraperformano a causa dell’allungamento del posizionamento, delle aspettative e dei multipli”.

“Le cose stanno cambiando”

Tra il 2022 e il 2023 – prosegue Crémieux – “le convertibili hanno visto il maggiore numero di deflussi netti della storia. Ma le cose stanno cambiando. Con la ripresa delle emissioni e il ritorno della convessità, con rialzi maggiori dell’1,17 rispetto al ribasso dei titoli sottostanti (da inizio anno), e con la più alta protezione dal carry e dal ribasso degli ultimi anni, le convertibili sono ora valutate con metriche più interessanti dai tempi della crisi finanziaria globale. Ci aspettiamo di assistere a un’inflessione positiva dei flussi con l’arrivo del 2024″.