Mercati privati: persiste l’interesse e l’ottimismo degli investitori

Secondo una Survey di Goldman Sachs le prospettive di investimento restano elevate nonostante il rallentamento della raccolta

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Redazione

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Gli investitori internazionali vedono buone opportunità di investimento nel settore privato, a dispetto del rallentamento della raccolta e di una congiuntura non favorevole, che ispira cautela. Lo rivela una survey (sondaggio) di Goldman Sachs condotta tra giugno e luglio 2023 su oltre 200 Limited Partner (LP) e General Partner (GP).

Prevale l’ottimismo

Il primo risultato è un generale ottimismo circa le opportunità di investimento: il 64% vede un miglioramento delle condizioni di investimento ed il 22% afferma che queste si stanno stabilizzando.

Dal sondaggio emerge però qualche difficoltà nella raccolta fondi (fundraising) dei soggetti passivi (Limited Partners), che limitano l’ingresso nel capitale dei soggetti attivi (General Partners) e restano generalmente sotto-allocati.

Quali rischi?

I rischi percepiti si concentrano sulle preoccupazioni macro, non su fattori di mercato. Gli intervistati avevano la possibilità di selezionare più rischi e i rischi maggiormente segnalati riguardano: recessione economica (48%), conflitto geopolitico (46%), inflazione (43%) e tassi di interesse (37%). Se la recessione degli Stati Uniti è molto probabile (77%), le aspettative per l’Eurozona sono anche più pessimistiche (il 90% attende una recessione).

Anche le prospettive per i tassi e l’inflazione variano da regione a regione. Negli Stati Uniti, il 49% prevede un aumento dei tassi, mentre nell’Eurozona la percentuale sale al 63%.

Come si preferisce allocare il capitale

Tra le otto principali asset class, gli intervistati hanno dichiarato che le loro maggiori allocazioni medie comprendono: Buyout (acquisizioni) per il 12,2% dei casi, Private Credit (finanziamenti) per il 10,1%, Real Estate (immobiliare) per il 9,6%, infrastrutture per il 6,4%, growth per il 5,1%, mercati secondari per il 5,1%, venture capital per il 3,9% investimenti opportunistici/distressed per il 2,6%

I Limited Partners dichiarano di essere molto più propensi a una sotto-allocazione nelle strategie di private equity che a una sovra-allocazione. Le aree più sotto-allocate riguardano: coinvestimenti (51%), investimenti  pportunistici/distressed (46%), infrastrutture (44%), venture Capital (41%). L’eccezione è rappresentata dai buyout, con un 27% di sovra-allocazione e un 26% di sotto-allocazione.

Gli intervistati ritengono inoltre che che i mercati azionari – sia pubblici che privati, dal corporate al real estate – siano generalmente costosi. Questa stessa view è condivisa da oltre il 72% degli LP in merito a private equity e private real estate; il 54% ritiene che anche per il public equity sia lo stesso e il 41% condivide questa opinione per il public real estate, mentre si ritiene che  il reddito fisso pubblico (72%) e il private credit (59%) abbiano valutazioni in linea.

Progressi verso gli investimenti sostenibili

Nonostante il 75% degli investitori ritenga che la sostenibilità sia una priorità, il 43% dei GP ha registrato progressi significativi nel raggiungimento degli obiettivi di investimento sostenibile, mentre solamente il 18% degli LP afferma altrettanto.

A livello settoriale, i GP rispecchiano questo aspetto nelle loro scelte di investimento, evidenziando una maggiore attenzione per gli investimenti in energie rinnovabili (21%) rispetto a un anno fa.