Mercati: Cina, oro e lusso protagonisti della settimana

Il governo di Pechino ha annunciato il più grande pacchetto di stimoli economici dall'inizio della pandemia

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 27 Settembre 2024 19:09

La settimana per i mercati finanziari si è conclusa in territorio positivo. A fare da assist ai listini azionari, non soltanto le banche centrali, ma anche le notizie giunte dal fronte societario che hanno fatto brillare il settore lusso. In questa ottava si è assistito anche al rally dell’oro che ha toccato nuovi massimi storici.

La Fed fa tendenza

Come la BCE in precedenza e, successivamente la Fed, questa settimana la banca centrale svizzera ha tagliato i tassi di 25 punti base ed annunciato possibili ulteriori riduzioni nel corso dell’anno. Stessa sorte in Svezia: tassi ridotti al 3,25% e altri tagli al costo del denaro, nei mesi a venire. Il board della Banca Centrale australiana ha, invece, deciso di lasciare invariati i tassi di interesse al 4,35% restando fedele all’obiettivo di far scendere l’inflazione ritenuta ancora troppo alta. A sorprendere e sostenere di più il sentiment degli investitori è stato il pacchetto di stimoli che Pechino ha varato in settimana per rilanciare l’economia. La banca centrale ha affermato che, il taglio ai tassi annunciato, ha lo scopo di aiutare a creare un buon ambiente monetario e finanziario per la crescita economica stabile e lo sviluppo di alta qualità della Cina. Il mercato azionario cinese ha esultato, con lo Shanghai Shenzhen CSI 300 che ha registrato un rally del 6%, cancellando le perdite di un anno in soli due giorni.

Tornando alla BCE, sulla scia delle indagini PMI europee, relativamente negative, la Banca centrale europea è sotto pressione per un maggiore allentamento monetario, dopo aver minimizzato le prospettive di un taglio a ottobre nella sua recente riunione di politica monetaria. Tuttavia, la Banca di Francoforte ha fatto sapere che non vuole sentirsi “vincolata” a seguire un dato percorso di politica monetaria e vuole mantenere piena flessibilità nel prendere le sue decisioni sui tassi di interesse. Lo ha specificato l’Eurotower nel consueto bollettino mensile, in base al quale il Board si conferma “determinato” ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine.

Lusso euforico: adrenalina cinese e non solo
Il calo dei tassi in Cina ha rilanciato il settore del lusso e della moda, poiché la misura ha rafforzato le prospettive per le industrie in Europa che sono maggiormente esposte all’economia cinese e, tra queste, il lusso. Ma, a fare da assist al comparto, hanno contribuito anche le notizie giunte dal fronte societario: il gruppo LVMH è entrato nel capitale della holding della famiglia Ruffini. Il colosso francese ha acquistato il 10% di Double R, il veicolo della famiglia Ruffini che detiene una partecipazione diretta in Moncler pari al 15,8%; Double R aumenterà la sua partecipazione in Moncler fino a un massimo del 18,5% attraverso un programma di acquisto di azioni Moncler in un periodo di circa 18 mesi, con il finanziamento di tali acquisti che sarà messo a disposizione da LVMH.

Lo scenario macroeconomico

L’indice PMI dell’Eurozona ha segnalato una contrazione della produzione. Ma questo dato da solo non sposterà l’ago della bilancia su un taglio della BCE a ottobre. Il PMI dell’area euro è sceso significativamente, sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, principalmente a causa dell’inasprimento della politica monetaria globale e della debolezza del sentiment sia degli investitori che delle imprese.

Dall’altra parte dell’oceano, la terza lettura del PIL USA del secondo trimestre è stata confermata al 3%, in linea con le previsioni, mentre le richieste dei sussidi di disoccupazione sono calate di 4.000 unità a 218.000, oltre le stime e con il dato che scende così sui minimi da quattro mesi. Migliori delle previsioni anche i dati sugli ordini di beni durevoli, che erano attesi in forte calo ad agosto e sono invece rimasti stabili rispetto al mese precedente. Tutti numeri, quelli rilasciati in settimana, che confermano la resilienza dell’economia a stelle e strisce e cementano le aspettative per il “soft landing” auspicato e cercato dalla Federal Reserve. Ci dirigiamo, ora, verso i dati chiave sull’occupazione negli Stati Uniti della prossima settimana.

Oro sempre al top

Non si arresta la corsa delle quotazioni di oro che aggiornano nuovi record dopo aver sfondato, nella scorsa ottava, quota 2.600 dollari l’oncia, spinti ancora dall’entusiasmo per la riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Unti d’America, da parte della Federal Reserve. A sostenere la corsa del metallo prezioso contribuiscono anche le tensioni geopolitiche, i forti acquisti da parte delle banche centrali e ultimamente anche gli afflussi negli ETF.

Tra le altre commodities, scende invece il greggio, dopo che il Financial Times ha riferito che l’Arabia Saudita potrebbe abbandonare il suo obiettivo di prezzo non ufficiale di 100 dollari al barile mentre si prepara ad aumentare la produzione.

La Fed ha tagliato di 50 punti, i mercati azionari sono rimbalzati, ma il dollaro non ha perso terreno. Il fatto che, le comunicazioni della Fed siano state meno dovish di quanto la decisione potesse far pensare, suggerisce che la banca centrale non è ancora particolarmente preoccupata per lo stato dell’economia statunitense. Le valute peggiori della settimana sono state quelle considerate beni rifugio, come pure lo yen giapponese, penalizzato dopo un’altra riunione dovish della Banca del Giappone. La valuta di maggiore spicco è stata tuttavia la sterlina, ancora una volta sostenuta da una banca centrale che ha usato dei toni hawkish e che ha lasciato i tassi invariati e al livello più alto tra i paesi del G10.

La performance settimanale delle borse

Performance settimanale più che positiva per le principali borse europee con le piazze di Francoforte, Parigi e Milano in rialzo di oltre 2 punti percentuali. Bene Madrid che porta a casa un guadagno dell’1,6%. In controtrend, invece, la Borsa di Londra chiude poco sotto la parità, mentre il finale si prepara positivo anche per gli indici americani.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

Fra i migliori titoli della settimana, si segnala il buon andamento del comparto lusso, con Moncler che fa da capofila tra le blue chips, portando a casa un guadagno di oltre 14 punti percentuali. Brilla, sempre nel settore, Brunello Cucinelli con un +8,3%. Bene anche il settore bancario: i consigli di sorveglianza e di amministrazione di Commerzbank hanno confermato l’attuale strategia di indipendenza della banca, mentre la CEO dell’istituto tedesco, Bettina Orlopp, ha annunciato un primo giro di colloqui con UniCredit. Le azioni di Piazza Gae Aulenti volano del 5,4%. Fuori dal principale paniere, fa bene MPS (+6,8%). In luce Intesa Sanpaolo (+1,8%) che in settimana ha superato 70 miliardi di capitalizzazione. Dal lato dei ribassi, si posizionano i petroliferi: Saipem (-6,5), Eni (-5,4%).