Quella che si è appena conclusa è stata una settimana meno negativa del mercato in generale per il settore immobiliare. Il cosiddetto “Liberation Day”, quello in cui Trump ha annunciati dazi severi su tutti i partner commerciali, è stato il tema dominante nei mercati. L’escalation della guerra commerciale si è rivelata più estesa di quanto previsto dalla maggior parte degli analisti e scontato dagli investitori. Di conseguenza, le azioni globali sono crollate a tutte le latitudini, i rendimenti dell’obbligazionario sono diminuiti e i prezzi del petrolio hanno subito un duro colpo. Sono aumentate le probabilità di una recessione negli Stati Uniti e sono state intaccate le stime sulla crescita in Europa, dove sono anche cresciute sensibilmente le scommesse sui tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea (BCE), un tema importante per il settore immobiliare.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare ha vissuto una settimana interlocutoria a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate che ha messo a segno una performance essenzialmente invariata su base settimanale, molto migliore dell’andamento dello Stoxx Europe 600 (-8%).
Una performance peggiore è stata messa a segno dall’Italia, dove l’indice FTSE Italia All Share Real Estate ha mostrato un calo del 4,5% su base settimanale, sovra-performando l’indice FTSE MIB che ha chiuso la settimana con un ribasso dell’11%.
I titoli immobiliari quotati a Milano
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, si è registrata una settimana da dimenticare per Gabetti (-8%). Male anche Brioschi (-6%), Aedes (-4,7%), Abitare In (-4,4%), IGD (-3,8%) e Risanamento (-3,8%). Si salva Next Re (-0,6%).
Tra le comunicazioni societarie, IGD Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ ha chiamato a ricoprire il ruolo di CFO e Dirigente con Responsabilità Strategiche Luca Lucaroni, che vanta una pluriennale e ampia esperienza anche internazionale nel settore del retail real estate quotato. Inoltre, Bastogi e Brioschi Sviluppo Immobiliare hanno comunicato che continuano – senza vincoli di esclusiva – le trattative per lo studio di fattibilità dell’insediamento di un complesso terziario digitale in una parte dell’area in Comune di Rozzano di proprietà di Infrafin (società controllata dalle due).
I dati macroeconomici
Dopo aver segnalato a febbraio un calo dell’attività, a marzo pare che il settore edile italiano sia ritornato a crescere, secondo il report mensile di S&P Global e Hamburg Commercial Bank. Nel corso dell’ultima indagine l’attività edilizia è aumentata, sostenuta dal maggiore volume di nuovi ordini. A marzo, le spese operative sono aumentate ad un ritmo elevato, con una pressione sui costi probabilmente dovuta alle maggiori delle quantità acquistate. “Il futuro del settore edile italiano appare più roseo, ma il livello di ottimismo rimane basso se inserito nel contesto storico”, si legge nel rapporto.
Negli Stati Uniti, è aumenta più delle attese la spesa per costruzioni a febbraio; il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio americano, si è attestato a 2.195,8 miliardi di dollari, registrando una crescita dello 0,7% su base mensile, rispetto al +0,3% delle stime degli analisti e dopo il -0,5% di gennaio. Inoltre, sono risultate ancora in calo le domande di mutuo negli Stati Uniti nella settimana al 28 marzo 2025: l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario ha registrato un decremento dell’1,6%, dopo il decremento del 2% della settimana precedente, secondo la Mortgage Bankers Associations (MBA), la quale ha anche indicato che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 6,70% dal 6,71% precedente.
Gli studi di settore
In settimana sono arrivati dati interessanti da una ricerca di Scenari Immobiliari, secondo cui grazie al fattore innovazione nel 2035 l’insieme di attività di costruzione, sviluppo, gestione e valorizzazione degli asset immobiliari potrà generare circa 535 miliardi di euro di ricchezza in Italia, di cui oltre il cinque per cento per il comparto delle costruzioni, quasi il 2,5 per cento per quello dello sviluppo e più del 14 per cento per le attività immobiliari. Valori che raggiungono gli 800 miliardi di euro al 2050, con una forbice tra l’8 e il 10 per cento dalle costruzioni, tra il 3 e il 3,5 per cento dallo sviluppo e tra il 17 e il 19 per cento dalle attività immobiliari.
In attesa della nuova rilevazione del Gruppo Tecnocasa sul mercato immobiliare del secondo semestre 2024, l’Ufficio Studi ha fatto sapere che nella prima parte del 2024 i prezzi di Roma hanno messo a segno un aumento dello 0,6%. I valori delle case nel Centro aumentano del 2%, ma restano stabili nel centro storico di Roma. Il mercato è sempre più caratterizzato da una offerta estremamente esigua, pochi gli immobili che si vendono in tempi rapidi. Ad acquistarli anche stranieri innamorati della città e poco sensibili alle caratteristiche qualitative dell’immobile, aspetto valutato maggiormente dall’acquirente italiano. Sono sempre di più gli stranieri che stabiliscono a Roma la propria residenza. In aumento la domanda di immobili in acquisto e in affitto per realizzare strutture ricettive in vista del Giubileo.