IBM annuncia un taglio di migliaia di posti di lavoro, allineandosi ad altre Big Tech statunitensi, in particolare Amazon, che hanno dato il via a massicci licenziamenti grazie all’uso dell’intelligenza artificiale. Una mossa che serve alle società tecnologiche USA di ridurre i costi e recuperare competitività in un settore fortemente concorrenziale. La società attiva nell’hardware e software non ha però quantificato esattamente i tagli, parlando genericamente di una piccola percentuale della sua attuale forza lavoro.
La possibile dimensione dei tagli
IBM ha annunciato che licenzierà “una percentuale ad una cifra” della sua forza lavoro nel trimestre in corso.
“Nel quarto trimestre stiamo attuando un’azione che avrà un impatto su una percentuale a una sola cifra della nostra forza lavoro globale”
ha dichiarato un portavoce alla CNBC, aggiungendo che il taglio
“avrà ripercussioni su alcuni ruoli negli Stati Uniti”, ma “manterrà invariato il tasso di occupazione in USA”.
In base all’ultimo rapporto annuale, IBM impiegava 270.000 persone a fine 2024. Pertanto, un taglio di appena l’1% dell’organico rappresenterebbe una perdita di 2.700 posti di lavoro, ma qualsiasi percentuale più alta rischia di far lievitare questi numeri.
I tagli in IBM sono iniziati da più di un anno. IMB aveva già licenziato alcuni membri del suo staff nei settori marketing e comunicazione a marzo 2024. L’intelligenza artificiale ha poi consentito alla società di sostituire almeno 200 persone nelle risorse umane, per assumere più venditori e sviluppatori software.
Sulle orme di Amazon & Co
Altre aziende tecnologiche hanno recentemente annunciato importanti tagli al personale, affidandosi agli strumenti di intelligenza artificiale, nel tentativo di migliorare la produttività. Lo scorso mese di ottobre è stata la volta di Amazon, che ha annunciato ben 14.000 licenziamenti in tutto il mondo. Anche Meta, la società madre di Facebook, ha annunciato 600 licenziamenti, sostituendo le competenze con il ricorso all’intelligenza artificiale.
I numeri di IBM
Due settimane fa, IBM ha presentato numeri del trimestre molto positivi e superiori alle aspettative. Il terzo trimestre si è chiuso con un utile netto di 1,74 miliardi di dollari, pari a 1,84 USD per azione, che si confrontava con una perdita di 330 milioni, o 36 cents ad azione, dell’anno prima. L’EPS adjusted di 2,65 dollari ha superato ampiamente le attese (2,45 USD). I ricavi sono aumentati del 9% a 16,3 miliardi di dollari al di sopra del consensus di 16,09 miliardi. Il CEO Arvind Krishna ha contribuito all’espansione del fatturato di IBM da quando ha sostituito Ginni Rometty nel 2020ed ha messo a punto un piano di riduzione dei costi che non esclude possibili tagli al personale.