Chi non ha dichiarato le criptovalute deve farlo ora: scadenza il 30 novembre

L'Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello per regolarizzare le criptovalute, che non sono entrate nelle scorse dichiarazioni dei redditi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello per regolarizzare le attività effettuate con le criptovalute ed i relativi redditi, che sono stati realizzati entro lo scorso 31 dicembre 2021.

I diretti interessati devono presentare la richiesta, esclusivamente via PEC, entro il 30 novembre 2023. È previsto il versamento di una sanzione per aver violato gli obblighi del Quadro RW e l’imposta derivante dai redditi maturati a seguito delle eventuali operazioni effettuate con le criptovalute.

È stato inoltre approvato lo schema della relazione che dovrà necessariamente essere allegata all’istanza. Possono procedere a sanare la propria posizione le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici residenti in Italia. La procedura è stata prevista dall’articolo 1, comma 138-142 della Legge n. 197/22, che è stata appositamente dedicata alla regolarizzazione delle attività relative alle criptovalute, che sono state effettuate dai contribuenti in relazione agli obblighi di monitoraggio fiscale del Quadro RW.

Criptovalute: i presupposti per la regolarizzazione

I contribuenti, che hanno omesso di indicare le attività connesse con le criptovalute entro lo scorso 31 dicembre 2021, hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione entro il 30 novembre 2023. I diretti interessati avrebbero dovuto indicare, all’interno del quadro RW, le cripto-attività detenute.

Un altro presupposto valido è determinato dall’omessa indicazione dei proventi che sono derivati dal possesso delle varie valute virtuali nel periodo in considerazione. In altre parole, il legislatore, con questa procedura, permette di sanare gli obblighi connessi con le imposte dirette e con la disciplina relativa al monitoraggio fiscale.

Chi può accedere alla regolarizzazione

Hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici (oltre a quelle equiparate), che devono avere residenza in Italia. Al 31 dicembre 2021 hanno effettuato delle operazioni in criptovalute ed hanno violato gli obblighi previsti dal monitoraggio fiscale o hanno semplicemente dimenticato di inserire all’interno della dichiarazione i redditi maturati.

È possibile regolarizzare tutti i periodi d’imposta fino al 2021, nel caso in cui non siano ancora scaduti i termini di accertamento o nel caso in cui non sia arrivata una contestazione degli obblighi di dichiarazione.

Le sanzioni previste

Il contribuente, che decide di regolarizzare la propria posizione, deve mettere in conto un esborso, secondo quanto è stato previsto direttamente dall’articolo 1, comma 139 e 140 della Legge n. 197/2022. Il diretto interessato è tenuto a versare quanto segue:

  • una sanzione pari allo 0,5% annuo sul valore delle dichiarazioni che non ha versato per la violazione delle regole che riguardano il monitoraggio fiscale nel quadro RW;
  • un’imposta pari al 3,5% annuo per le violazioni reddituali a cui è necessario aggiungere una sanzione dello 0,5% per il monitoraggio fiscale.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio cosa prevede la normativa. Nel caso in cui il contribuente, nel periodo d’imposta da sanare, dovesse essere stato in possesso di criptovalute da dichiarare nel quadro RW, è tenuto a versare una sanzione ridotta dello 0,5% del valore delle attività che non ha provveduto a dichiarare per ogni periodo d’imposta interessato. Il legislatore, comunque vada, non ha provveduto a fornire delle indicazioni precise su come debba essere determinato il valore di imponibilità delle valute virtuali.

Se, invece, il contribuente dovesse aver realizzato dei redditi attraverso le attività effettuate con le criptovalute, la regolarizzazione avviene a seguito del pagamento:

  • di un’imposta sostitutiva pari al 3,5% del valore delle attività in possesso del contribuente a fine di ogni anno, o quando è stato effettuato il realizzo;
  • di una sanzione pari allo 0,5% da calcolare sullo stesso valore, che deve essere versata a titolo di sanzioni ed interessi, in relazione alle violazioni relative al monitoraggio fiscale.

I tempi per aderire alla regolarizzazione

I contribuenti devono presentare l’istanza entro il prossimo 30 novembre 2023. La richiesta deve essere inviata tramite PEC alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate competente (è quella relativa al domicilio fiscale del contribuente relativa all’ultimo anno di imposta connesso alla procedura).

Alla documentazione deve anche essere allegata una ricevuta del versamento effettuato con un Modello F24, che deve essere effettuata in un’unica soluzione. È necessario, inoltre, allegare anche una relazione di accompagnamento con una documentazione tale che possa dimostrare da dove provengano le somme che sono state investire. Può essere utile allegare, ad esempio, le contabili bancarie relative all’acquisto delle varie criptovalute. Qualsiasi altro documento che possa essere utile a tracciare tutte le attività effettuate dal contribuente con le monete virtuali.

Il diretto interessato, nel caso in cui si trovasse nella necessità di rettificare od integrare una precedente richiesta, sempre entro il termine del 30 novembre 2023, dovrà provvedere a presentare una nuova richiesta. Anche questa istanza dovrà essere completa in ogni sua parte, ma dovrà essere barrata la casella con l’indicazione “Istanza sostitutiva”.

Le indicazioni per la relazione di accompagnamento

Il contribuente deve provvedere ad allegare all’istanza una relazione di accompagnamento, al cui interno ci deve essere la documentazione probatoria, che deve essere redatta seguendo un determinato schema. Deve esserci, infatti, un’introduzione, nella quale l’istante dovrà fornire un quadro generale delle violazioni che ha intenzione di regolarizzare e delle modalità attraverso le quali ha intenzione di procedere. È necessario, inoltre, comunicare le date in cui le violazioni sono state commesse.

Particolare attenzione dovrà essere prestata agli anni oggetto della regolarizzazione. Ma soprattutto il tipo di violazione che sono state compiute ogni anno.

All’interno della sezione cripto attività, il contribuente deve fornire in maniera dettagliata ed analitica il valore complessivo delle criptovalute e di qualsiasi altra attività connessa. Per riuscire a ricostruire più facilmente il valore delle operazioni effettuate in criptovalute è necessario indicare separatamente per tipologia, il valore di ogni singola moneta virtuale e il valore di ogni singolo realizzo nel momento in cui è stato effettuato. O, in alternativa, al 31 dicembre se a quella data erano ancora nelle disponibilità del contribuente.