Gli ultimi dati sul commercio dell’Italia con Paesi al di fuori dell’Unione europea fanno registrare un calo delle esportazioni su base annua. Nella stessa direzione vanno però anche le importazioni, garantendo un miglioramento della bilancia commerciale. Un grosso peso su questi dati lo ha il mercato energetico e i cambiamenti che questo settore ha conosciuto negli ultimi mesi.
Nonostante una bilancia commerciale sempre più positiva, la riduzione delle importazioni segnala quantomeno un problema congiunturale per l’economia italiana nell’affermarsi nei Paesi fuori dall’Unione europea. Una situazione che però potrebbe presto essere alleviata dal possibile raggiungimento della parità euro dollaro.
Calano esportazioni e importazioni: i dati di inizio 2024
l’Istat ha pubblicato i dati relativi agli scambi commerciali dell’Italia con i Paesi al di fuori dell’Unione europea. Si conferma una riduzione congiunturale delle esportazioni nel mese di marzo, che fa al contempo registrare un aumento delle importazioni. Su base annua invece, pur confermando un calo dell’export del 5,7%, i beni acquistati dall’estero da parte di aziende italiane hanno subito una flessione in valore del 12,8%.
La ragione principale di questa flessione è il netto calo del costo dei beni energetici, tra i più importati in assoluto nel nostro Paese a causa della mancanza di materie prime. Il calo del 30% del costo all’acquisto di questi beni è il vero motivo dietro al calo così rapido delle importazioni in Italia. Tra 2022 e 2023 il mercato energetico aveva subito grossi problemi di speculazione derivati dalle tensioni tra Russia e occidente. Ora però il prezzo del gas è tornato ai livelli precedenti allo scoppio della guerra in Ucraina.
Il saldo commerciale italiano verso i Paesi extra Ue, quindi la differenza tra il valore di esportazioni e importazioni, si conferma positivo e in aumento dai 4,1 miliardi di marzo 2023 ai 5,6 miliardi di euro di marzo 2024. Il calo delle esportazioni è però percepibile in tutto il primo trimestre dell’anno, -0,9%, anche se rispetto al valore delle importazioni (-6,1% nello stesso periodo) rimane imparagonabile.
L’euro debole in aiuto dell’export italiano al di fuori dell’Ue
La situazione delle esportazioni italiane non è quindi rosea, ma il calo del flusso verso i Paesi extra Ue sembra una situazione congiunturale. La causa principale del rallentamento potrebbero essere le tensioni internazionali che stanno rendendo complesso il commercio globale. Gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi hanno allungato i tempi di percorrenza da e verso l’Asia. La ripresa del commercio attraverso il Mar Rosso potrebbe risolvere la situazione, ma prima di allora potrebbe anche arrivare un altro tipo di sostegno all’export italiano verso altri continenti.
L’euro sta infatti perdendo valore sul dollaro e molti esperti valutano come probabile il raggiungimento della parità tra le due monete nei prossimi mesi. La Bce infatti dovrebbe trovarsi nelle condizioni di abbassare i tassi di interesse molto prima della Fed, a causa della bassa crescita e dell‘inflazione ormai sotto controllo nell’area euro. La moneta unica debole favorirà le esportazioni proprio verso i Paesi extra europei, dove l’Italia sembra essere più in difficoltà. D’altra parte però, potrebbe anche comportare un aumento del costo delle importazioni a causa del peso che i beni energetici hanno su questo dato.