Export italiano ancora in calo, -0,8 a giugno: vendite verso Stati Uniti e Svizzera in picchiata

L'export verso i Paesi extra Ue registra per il secondo mese consecutivo una diminuzione su base mensile

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 29 Luglio 2024 10:59

A giugno cala il commercio italiano con i Paesi al di fuori dell’Ue per entrambi i flussi, con una flessione più marcata nelle importazioni (-3,5%) rispetto alle esportazioni (-0,8%). La riduzione mensile delle esportazioni interessa tutti i principali settori industriali, tranne quello dei beni strumentali che ha registrato un aumento (+5,9%).

Questa flessione è principalmente dovuta al calo nelle vendite di beni di consumo durevoli (-18,5%), energia (-17,8%) e beni intermedi (-2,5%).

Calano esportazioni e importazioni, i dati

Le esportazioni annuali verso i Paesi Opec registrano un incremento significativo del +15,0%, mentre quelle verso i Paesi Mercosur aumentano modestamente del +1,4%. Tuttavia questa è l’unica nota positiva nel panorama generale, poiché le vendite verso gli altri principali partner commerciali extra Ue mostrano un calo generalizzato.

Tra le diminuzioni più rilevanti figurano quelle verso la Cina, con un decremento del -10,9%, e verso la Svizzera, che vede una riduzione del -7,9%. Anche i Paesi Asean, ovvero le nazioni situate nel Sud-Est asiatico, e il Giappone registrano un calo significativo, entrambi pari al -7,4%. Si osserva una contrazione anche nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, che mostrano un calo del -5,4%.

Anche i dati relativi alle importazioni non sono particolarmente incoraggianti. Gli unici due settori che mostrano segnali positivi sono quelli relativi agli Stati Uniti, che registrano un notevole incremento tendenziale del +12,9%, e alla Cina, che evidenzia un lieve aumento del +0,3%.

Per quanto riguarda le importazioni dagli altri principali Paesi extra Ue, si osservano diminuzioni significative. Le riduzioni più marcate provengono dall’India, con una contrazione del -24,5%, dalla Svizzera, che segna un calo del -21,2%, e dai Paesi Opec, che vedono una diminuzione del -18,9%.

Il saldo commerciale con i Paesi extra Ue è positivo e pari a +6.036 milioni di euro, rispetto ai +5.267 milioni di euro dello stesso mese del 2023. Il deficit energetico è diminuito a -3.618 milioni di euro, rispetto ai -5.015 milioni di euro dell’anno precedente. Tuttavia, l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici è sceso da 10.282 milioni di euro a giugno 2023 a 9.654 milioni di euro a giugno 2024.

Nei primi sei mesi del 2024, il saldo commerciale con i Paesi extra Ue è positivo e ammonta a 32,7 miliardi di euro, rispetto ai 17,7 miliardi di euro nello stesso periodo del 2023.

I dati delle industrie

Per quanto riguarda le importazioni, a eccezione dei beni di consumo durevoli che sono leggermente aumentati (+0,6%) rispetto ai dati import-export dello scorso mese, si osservano riduzioni diffuse, con le più significative registrate nel settore dell’energia (-8,3%) e dei beni intermedi (-3,3%).

Rispetto al trimestre precedente, le esportazioni registrano però una crescita modesta dello 0,2%. Un aumento che è il risultato di andamenti diversificati tra i vari settori: le esportazioni di beni di consumo (+4,6%) e beni intermedi (+2,2%) sono in crescita, mentre quelle di beni strumentali (-3,1%) e di energia (-25,5%) sono in calo.

Nello stesso periodo, le importazioni aumentano del 2,6%, con incrementi diffusi tra i vari settori, tranne l’energia (-4,0%), e con un aumento più consistente per i beni di consumo (+6,3%).

Sono in forte calo però le esportazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, di -5,3% (+0,6% a maggio 2024). La diminuzione è attribuibile principalmente al calo nelle vendite di energia (-25,0%), beni di consumo durevoli (-18,9%), beni strumentali (-5,9%) e beni intermedi (-4,7%).

Tuttavia, le esportazioni italiane di beni di consumo non durevoli sono aumentate dell’1,0%. Le importazioni mostrano una flessione tendenziale del 10,2%, principalmente dovuta alla riduzione degli acquisti di energia (-27,4%) e beni intermedi (-8,9%).