Come cambiano le etichette del cibo, la decisione della Corte dei Conti UE

Maggiore trasparenza per i consumatori con l'origine obbligatoria in etichetta: la decisione UE e le sfide economiche per il settore agroalimentare

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 30 Novembre 2024 12:00

Negli ultimi anni, la trasparenza nelle informazioni alimentari è diventata un tema centrale per i consumatori europei, sempre più attenti alla qualità e alla provenienza dei prodotti che acquistano.

In questo contesto, la Corte dei Conti europea ha ribadito la necessità di rafforzare il quadro giuridico dell’Unione in materia di etichettatura, con l’obiettivo di garantire che tutti i cittadini europei abbiano accesso alle stesse informazioni sul cibo che consumano, eliminando disparità tra i vari Stati membri e contrastando pratiche ingannevoli.

Si tratta di un pronunciamento, accolto favorevolmente da Coldiretti e Filiera Italia, che rilancia il tema dell’indicazione obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari, ma anche di una misura che potrebbe segnare una svolta sia per la tutela dei consumatori che per il settore agroalimentare europeo.

L’origine in etichetta: cosa cambierà

Attualmente, sette Stati membri dell’UE (tra cui Italia, Francia e Spagna) hanno adottato sistemi nazionali obbligatori per l’indicazione dell’origine su determinati prodotti alimentari. Tuttavia, questa frammentazione crea disparità tra i consumatori europei, che non sempre dispongono delle stesse informazioni sui cibi acquistati.

La Corte dei Conti, quindi, ha evidenziato l’urgenza di una normativa armonizzata che colmi queste lacune, assicurando pari trasparenza in tutta l’Unione.

In linea con questa direzione, Coldiretti ha lanciato una raccolta firme per promuovere una legge di iniziativa popolare che renda obbligatoria l’indicazione d’origine su tutti gli alimenti. L’obiettivo è contrastare i prodotti importati camuffati da italiani, proteggendo la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori.

Implicazioni economiche e opportunità per il settore agroalimentare

L’introduzione di un’etichettatura armonizzata a livello europeo per i prodotti alimentari avrà sicuramente rilevanti implicazioni economiche, che coinvolgeranno diversi aspetti del mercato e delle filiere agroalimentari.

Da un lato, la maggiore trasparenza che deriverebbe da un sistema di etichettatura più chiaro e unificato potrebbe portare a un rafforzamento della competitività del Made in Italy. Con l’indicazione obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari, i consumatori avrebbero la possibilità di distinguere più facilmente i prodotti italiani autentici, riducendo il rischio di concorrenza sleale da parte di alimenti importati che spesso vengono venduti come locali.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la tutela della salute pubblica. L’obbligo di indicare l’origine dei prodotti consentirebbe ai consumatori di compiere scelte alimentari più consapevoli, riducendo il rischio di frodi alimentari e migliorando la sicurezza dei prodotti in commercio. Con una tracciabilità più chiara, sarebbe più facile rintracciare e ritirare dal mercato prodotti che potrebbero presentare rischi per la salute, contribuendo a proteggere i consumatori e, al contempo, a rafforzare la fiducia nell’intero sistema alimentare.

D’altro canto, l’adeguamento alle nuove norme comporterebbe per le aziende alimentari un impegno economico significativo. L’aggiornamento delle etichette, l’introduzione di sistemi di tracciabilità più rigorosi e l’adeguamento alle nuove disposizioni richiederebbero investimenti in tecnologie, risorse umane e formazione. Questo onere economico potrebbe gravare in misura maggiore sulle piccole imprese, che spesso hanno meno margini di manovra rispetto ai grandi produttori. Le piccole aziende potrebbero, dunque, trovarsi ad affrontare difficoltà nell’adeguarsi a nuove normative, rischiando di subire un rallentamento nella crescita o, in alcuni casi, addirittura di dover cessare l’attività.

Di fatto, il pronunciamento della Corte dei Conti UE rappresenta un’opportunità per un cambio di paradigma nell’etichettatura alimentare, con potenziali benefici per i consumatori e l’intero settore agroalimentare europeo. Tuttavia, sarà fondamentale bilanciare le esigenze di trasparenza con quelle economiche e produttive, evitando soluzioni che penalizzino la tradizione e la qualità.