Energia, rinviato a sorpresa l’obbligo di passare al mercato libero

La bozza del Decreto Energia proroga da 6 mesi a 1 anno il passaggio dal mercato tutelato dell'energia a quello libero

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

AGGIORNAMENTO: Slitta alla prossima settimana il Decreto legge sull’energia che doveva essere approvato in Consiglio dei ministri lunedì 23 ottobre. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica guidato dal Gilberto Pichetto Fratin non ha ancora trovato la quadra su rinvio della fine del mercato tutelato di luce e gas.

Il mercato tutelato di gas ed elettricità riguarda circa 10 milioni di utenti italiani, un terzo del totale. Per loro, le bollette sono fissate dall’autorità pubblica Arera. Gli altri utenti di luce e gas hanno scelto di passare al mercato libero: qui le tariffe in bolletta sono stabilite dalle società energetiche.

La fine del mercato tutelato al momento è fissata al 10 gennaio 2024 per le bollette del gas e al 1 aprile per la luce. Il passaggio al mercato libero però riguarda solo 5,5 milioni di utenti. Per gli altri 4,5 milioni, giudicati “vulnerabili” (poveri, malati, disabili, ultra-75enni, in zone disastrate), il mercato tutelato rimane. Ma di fronte alla crisi energetica, in molti, a partire dalle associazioni di consumatori, hanno chiesto una proroga di questa scadenza, anche se questo è uno degli obiettivi previsti dal Pnrr e concordati con l’Europa.

 

Lunedì 23 ottobre il Consiglio dei Ministri valuterà la bozza del decreto Energia. Fra le novità introdotte una delle più importanti è il rinvio al passaggio obbligatorio al mercato libero. Passaggio che era originariamente previsto per il prossimo 10 gennaio e che verrà prorogato di un periodo che potrebbe oscillare dal semestre all’anno.

Mercato libero dell’energia: c’è il rinvio

In questo arco di tempo, durante il quale viene prolungato il mercato tutelato, saranno messe in cantiere campagne informative. E non solo: previsto l’arrivo di un servizio di fornitura di energia elettrica specifico per le fasce più deboli della popolazione, ovvero gli over 75, gli attuali destinatari del bonus energia, gli abitanti di isole minori e chi risiede in zone che sono state colpite da calamità naturali. Per tutti loro i prezzi verranno calmierati.

Fondi per regioni e province autonome

Nell’ambito del cosiddetto “burden sharing” (condivisione degli oneri) previsto dal “decreto aree idonee” vengono messi sul tavolo 200 milioni di euro, dal 2024 al 2032, per le regioni e le province autonome che accetteranno di ospitare impianti per le energie rinnovabili. Il fondo viene messo a disposizione per misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale. I soldi arrivano dalle aste delle quote di emissione di anidride carbonica e da un contributo di 10 euro per chilowatt di potenza dell’impianto che verrà pagato dai produttori di energia rinnovabile nei primi tre anni di esercizio.

Il governo pensa dunque anche a investimenti strategici e non solo a bonus bollette. Bonus che hanno permesso a milioni di italiani di tirare il fiato, ma i cui effetti sono stati erosi dall’inflazione galoppante.

Aiuti alle imprese energivore

La bozza contiene poi un electricity release per le imprese energivore. La locuzione significa letteralmente “rilascio di energia” e indica la cessione, con contratti triennali e a prezzi calmierati, dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ritirata dal Ges (Gestore dei servizi energetici).

In Italia le imprese energivore sono circa 3.800. Il piano prevede la costruzione di impianti elettrici da energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico e idroelettrico) di potenza pari ad almeno un megawatt. Per le imprese aderenti è prevista la possibilità di farsi anticipare i costi della costruzione di tali impianti dal Gse con la fornitura per tre anni ad un prezzo medio da rinnovabili (80 €/MWh per il fotovoltaico), che poi potranno restituire sotto forma di Energia in 20 anni.

Fondi per un polo eolico in mezzo al mare

La bozza del decreto energia prevede inoltre fondi per investimenti strutturali da effettuare “su due aree demaniali marittime ubicate nel mezzogiorno, con relativo specchio acqueo antistate da destinare alla cantieristica navale per la produzione di piattaforme galleggianti e degli impianti di produzione di energia eolica in mare“.

Le risorse per la realizzazione degli impianti eolici in mezzo al mare ammontano a 20 milioni di euro nel 2024, 110 nel 2025 e 170 nel 2026.

Altri 60 milioni nel 2024 e ulteriori 60 per il 2025 vengono poi assegnati al Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) al fine di spingere lo sviluppo e la messa in produzione di un prototipo dimostrativo ed operativo destinato alla produzione di energia per finalità di autoconsumo di una delle due aree demaniali individuate.

Queste le principali misure contenute nella bozza del Decreto Energia. Attualmente secondo le ultime proiezioni la transizione energetica si avvia verso una crescita esponenziale e un dimezzamento dei costi.