Manovra 2024: aiuti per pensioni e famiglia, ma mancano i fondi

La manovra di quest'anno appare decisamente modesta rispetto a quella precedente, con 10 miliardi di euro in meno e poche misure strutturali

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Ci sono difficoltà a Palazzo Chigi per il varo della prossima legge di Bilancio. Per attuare la manovra potrebbero essere necessarie risorse che, come hanno già chiarito illustri membri del Governo, in questo momento appaiono difficilmente reperibili. Nonostante i pochi fondi a disposizione, però, l’intenzione sarebbe quella di sostenere le famiglie, i pensionati e i lavoratori con i redditi più bassi. Impossibile prevedere quali e quante delle misure annunciate potranno essere effettivamente attuate e finire in manovra. Vediamo quali indiscrezioni sono trapelate finora.

Gli aiuti alle famiglie: nuovo assegno unico e taglio dell’Irpef

L’Esecutivo sta studiando diversi aiuti alle famiglie, con misure che mirano al rilancio della natalità. Tra questi un bonus Irpef per i nuclei con tre figli o più. Si sta ripensando anche all’assegno unico, che potrebbe essere rafforzato dai figli dal terzogenito in poi.

Per i secondogeniti invece sono al vaglio misure inedite contenute in un pacchetto ad hoc, di cui non si conosce ancora la portata.

Taglio del cuneo fiscale strutturale con le nuove aliquote Irpef

Il taglio del cuneo fiscale in vigore da luglio, di 7 punti per i redditi fino ai 25mila euro e di 6 per quelli fino ai 35mila, dovrebbe diventare strutturale attraverso una rimodulazione delle aliquote Irpef, che passeranno da 4 a 3. L’ipotesi più accreditata è la seguente:

  • primo scaglione fino ai 28mila euro con aliquota al 23%;
  • secondo scaglione tra 28.001 i 50mila euro con aliquota al 35%;
  • terzo scaglione dai 50.001 euro con aliquota al 43%.

Difficile pensare che un simile cambiamento possa essere ben accolto dall’elettorato di centrodestra, nonostante venga caldeggiato da più parti politiche. Si stima che nel primo scaglione si guadagnerebbero fino a 120 euro in busta paga ogni mese. Una cifra che potrebbe far comodo a molti italiani, e che tuttavia sarebbe nettamente ridotta per le fasce più povere.

Cosa prevede la manovra per le pensioni: Quota 103 e bonus Maroni

Il capitolo pensioni dovrebbe prevedere la proroga di Quota 103, con la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 62 anni di età anagrafica e 41 di contributi.

Dovrebbe fare il suo ritorno anche il bonus Maroni, elargito a chi ha maturato i requisiti per la pensione anticipata ma sceglie di continuare a lavorare. I beneficiari ricevono la quota di contributi a proprio carico direttamente in busta paga. Secondo le indiscrezioni, potrebbe essere rafforzato anche con la quota contributiva a carico dell’azienda, che farebbe passare l’esonero dall’attuale 9,19% al 30% circa.

Bonus elettrodomestici in manovra? A quanto dovrebbe ammontare

Il Governo sta studiando anche un nuovo bonus elettrodomestici, voluto dalla Lega, per incentivare l’acquisto di nuovi apparecchi per la casa ad alta efficienza energetica attraverso un contributo pari al 30% del prezzo, con tetto di 200 euro per i nuclei con ISEE fino a 25mila euro e di 100 euro per gli altri.

Quanto costa la nuova manovra: oltre 15 miliardi in deficit

Solo la mini riforma delle tasse sul lavoro dovrebbe assorbire circa 14 miliardi di euro, praticamente tutto il tesoretto in deficit previsto per il prossimo anno, che secondo le stime ammonterebbe a circa 15,7 miliardi. Altri 10 serviranno alle altre misure, per una manovra da 24 miliardi, ben al di sotto de 35 miliardi della precedente legge di bilancio.

Con le stime della Nadef sono stati messi a disposizione 23,5 miliardi di euro in deficit, con la promessa di una riduzione del debito strutturale pari al 5,9% del Pil nel 2023, al 4,8% nel 2004, al 4,3% nel 2025 e al 3,5% nel 2026.

La promessa di un bilancio positivo appare sfuggente a fronte di revisioni in negativo del Pil, che per il 2023 è stato ritoccato allo 0,8%, con 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti previsioni del Def – dovute principalmente alle spese dovute ai crediti di imposta legati al Superbonus.

Incentivi edilizi, tassi di interesse in aumento e stagnazione dell’economia rendono la manovra particolarmente difficile, e il Governo dovrebbe optare per misure urgenti contro l’inflazione e la povertà, promuovendo la resilienza del sistema Paese senza lasciare indietro investimenti e grandi opere.