Il monito FMI per l’Italia: attenzione a manovra e ritardi PNRR

Pur avendo rivisto al rialzo le stime di crescita per quest'anno, l'Istituto di Washington lancia un avvertimento al governo Meloni. Il ministro Giorgetti: "Accogliamo con il giusto ottimismo e attenzione le valutazioni del FMI"

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Redazione

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Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale il PIL italiano crescerà dell’1,1% nel 2023 e dello 0,9% nel 2024, per poi aumentare temporaneamente all’1,1% nel 2025 (qui le stime più pessimiste formulate nell’ottobre scorso). L’economia italiana – spiega il Fondo in un’analisi – “ha resistito bene agli effetti della guerra in ucraina”, crescendo del 3,7% nel 2022, e “si dimostra resiliente agli shock avversi“, tuttavia “restano rischi al ribasso”. Il documento ha messo in luce anche che “politiche che finiscano per rallentare la riduzione del debito pubblico o ritardi prolungati nel ricevere i fondi nell’ambito del programma Next Generation Eu potrebbero sollevare problemi di finanziamento”. Secondo il FMI, inoltre, “la crescita dovrebbe entrare in una fase di rallentamento”. Proprio per questo il Fondo “incoraggia la tempestiva ed efficace attuazione del Pnrr“. (Per approfondire il tema dei ritardi del PNRR leggi questo articolo).

Il commento del ministro Giorgetti

Accogliamo con il giusto ottimismo e attenzione le valutazioni del FMI”, ha commentato il Ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. “Continueremo sulla strada della prudenza, responsabilità e realismo perseguendo l’obiettivo della riduzione del debito pubblico con l’attenzione verso persone e famiglie più vulnerabili e senza trascurare l’indispensabile crescita per rilanciare l’economia italiana, che mostra la sua solidità e resilienza rispetto agli eventi avversi”, ha aggiunto.

Fisco e flat tax

Secondo il Fondo, “una flat tax sul reddito potrebbe avere delle implicazioni avverse e portare a una significativo calo delle entrate e dell’equità. Continuare a rafforzare la compliance fiscale è necessario, aumentare la soglia delle transazioni cash e introdurre sanatorie sui debiti fiscali non è d’aiuto”. L’analisi sottolinea quindi la necessità per l’Italia di una riforma delle tasse “per allargare la base imponibile e aumentare equità ed efficienza”. Il Fondo sulle pensioni rileva che la spesa italiana è superiore alla media europea e che l’età di uscita effettiva è inferiore a quella legale e suggerisce di evitare “nuove uscite anticipate”.

La sfida demografica

Il FMI afferma che la popolazione italiana sta calando e invecchiando rapidamente e per combattere gli effetti negativi del declino demografico sul PIL serve una strategia coerente per aumentare significativamente la produttività. L’analisi ha inoltre sottolineato che per fronteggiare l’avverso outlook demografico “sono essenziali riforme e investimenti per aumentare la produttività e ammodernare l’economia”. Citando stime della United Nations Population Division, il Fondo ha ricordato che nel prossimo quarto di secolo la popolazione in età lavorativa diminuirà del 30 per cento. In uno scenario passivo, senza reazioni di policy, il prodotto reale del Paese rispetto al 2019 crollerebbe del 3% nel 2030, del 12% nel 2040 e di quasi il 20% nel 2050. Tra le armi, l’incremento della partecipazione al lavoro (soprattutto delle donne) e l’innalzamento dell’età di pensionamento effettiva possono aiutare nel breve ma non evitare il declino per il 2050. Servono interventi sulla produttività del lavoro. All’allentamento delle pressioni demografiche potrebbe contribuire anche l'”invertire la direzione della migrazione”.