BCE conferma stagnazione economia e… un allarme per l’Italia?

Poche novità dal bollettino economico mensile dell'Istituto di Francoforte, che conferma una politica restrittiva fino al completo rientro dell'inflazione ma vi sono anche risvolti negativi e fragilità inattese per le imprese dl Bel Paese

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Redazione

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La BCE conferma le previsioni di rallentamento dell’economia, parallelamente al raffreddamento dell’inflazione e quale conseguenza della politica restrittiva adottata nell’ultimo anno dalla banca centrale. Uno scenario che conforta l’Eurotower a mantenere tassi restrittivi ancora per un certo periodo di tempo in modo da assicurare un rientro definitivo dell’inflazione in linea con il target. E’ quanto emerge dal bollettino economico mensile dell’Istituto di Francoforte, dove spunta a sorpresa anche un allarme sulla situazione delle imprese italiane.

Perché le nostre imprese sono vulnerabili?

Le imprese che riportano delle fragilità sono aumentate di più in Italia e in Germania, in base al sondaggio SAFE – Survey on the Access to Finance of Enterprises, che analizza la percentuale di imprese vulnerabili, che hanno riportato contemporaneamente un fatturato inferiore, profitti inferiori, spese per interessi più elevate e un rapporto debito/attivo più elevato o invariato negli ultimi sei mesi.

La quota di imprese finanziariamente vulnerabili nel SAFE è aumentata di recente. il numero di fallimenti aziendali è aumentato nell’area euro dalla seconda metà del 2022. Nel secondo e terzo trimestre del 2023 l’indice delle dichiarazioni di fallimento ha superato i livelli pre-pandemici, raggiungendo il livello più alto dal 2015. La percentuale di imprese vulnerabili nell’area della moneta unuca è salita al 9% dal 6% della precedente rilevazione, risuotando maggiore per il settore dell’industria (11%), delle  costruzioni (10%) e dle commercio (10%) rispetto a quello dei servizi (6%). .

Tra i quattro grandi paesi dell’area euro, Italia e Germania presentano la quota più elevata di imprese vulnerabili (il 9%) ed hanno recentemente assistito a un sostanziale aumento di questa quota, subendo il maggior peso delle imprese industriali, che sono quelle che hanno rilevato la percentuale più alta di vulnerabilità.

Confermata fase rallentamento economia

Per il resto il bollettino non presenta novità rispetto al precedente, rilevando che l’economia dovrebbe aver registrato una stagnazione nell’ultimo trimestre del 2023, anche se alcuni indicatori segnalano una ripresa della crescita in un prossimo futuro. “I dati più recenti mostrano segnali di un modesto rafforzamento della crescita nel primo trimestre del 2024”, si legge nel report.

Il mercato del lavoro è rimasto robusto. Il tasso di disoccupazione, al 6,4% a novembre, è tornato al livello più basso dall’inizio dell’euro e sempre più lavoratori sono entrati nella forza lavoro. Allo stesso tempo, la domanda di lavoro sta rallentando e vengono pubblicati meno posti vacanti.

Necessario ritirare misure di stimolo

Secondo la BCE, i governi dovrebbero continuare a ridurre le misure di sostegno legate all’energia per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine. Le politiche fiscali e strutturali dovrebbero essere progettate per rendere l’economia dell’area dell’euro più produttiva e competitiva, nonché per ridurre gradualmente gli elevati rapporti di debito pubblico. Le riforme strutturali e gli investimenti per migliorare la capacità di offerta dell’area euro – che sarebbero sostenuti dalla piena attuazione del programma Next Generation EU – possono contribuire a ridurre le pressioni sui prezzi nel medio termine, sostenendo al contempo le transizioni verde e digitale.

Inflazione attesa in rallentamento

Francoforte prevede che l’inflazione diminuirà ulteriormente nel corso del 2024 poiché gli effetti dei passati shock energetici, dei colli di bottiglia dell’offerta e della riapertura dell’economia post-pandemia si affievoliranno e una politica monetaria più restrittiva continuerà a pesare sulla domanda.