BCE: avanti con la lotta all’inflazione ad ogni costo

Il bollettino della BCE conferma il mantenimento di una politica restrittiva per un lungo periodo di tempo

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Redazione

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La BCE manterrà tassi d’interesse elevati per un lungo periodo di tempo, nel tentativo di domare l’inflazione, anche a costo di creare una recessione economica. Lo conferma il bollettino economico dell’Istituto di Francoforte, dopo la decisione del Board, riunitosi lo scorso 14 settembre, di alzare i tassi d’interesse di 25 punti base al 4,50%.

Tassi alti più a lungo

Il bollettino conferma che i tassi hanno raggiunto “livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo” del 2% perseguito dalla BCE.

“Le decisioni future del Consiglio direttivo – spiega il bollettino – assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario“..

Inflazione rivista al rialzo

“L’incremento dei tassi rispecchia la valutazione, da parte del Consiglio direttivo, delle prospettive di inflazione – si legge nel bollettino – alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Le proiezioni macroeconomiche di settembre 2023 formulate per l’Area Euro dagli esperti della BCE indicano un tasso di inflazione pari, in media, al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, vale a dire una revisione al rialzo per il 2023 e il 2024 e al ribasso per il 2025.

“La correzione al rialzo per il 2023 e il 2024 – si spiega – riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia“. Infatti, gli esperti della BCE hanno rivisto lievemente al ribasso l’inflazione al netto della componente energetica ed alimentare, in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

La crescita rallenta

“Alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna – prosegue il bollettino – e dell’indebolimento del contesto del commercio internazionale, gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica dell’area dell’euro”. Il PIL della Zona euro è infatti atteso allo 0,7% nel 2023, all’1% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.

“L’economia si manterrà probabilmente su b. Dopo una sostanziale stagnazione nella prima metà dell’anno – spiega il bollettino – gli indicatori recenti rilevano debolezza anche nel terzo trimestre”.

“La minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro e l’impatto delle condizioni di finanziamento restrittive frenano la crescita,
anche per via dei minori investimenti nell’edilizia residenziale e da parte delle imprese. Anche il settore dei servizi, che finora aveva mostrato una buona capacità di tenuta, si sta indebolendo”.

Nuovo Patto stabilità e contenimento debito

“Con il venir meno della crisi energetica – sottolinea il bollettino della BCE – i governi dovrebbero continuare a revocare le misure di sostegno adottate. Ciò è essenziale per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, che altrimenti renderebbero necessaria una risposta di politica monetaria ancora più risoluta“.

Più in generale, l’Istituto di Francoforte afferma che “le politiche di bilancio dovrebbero essere formulate con l’obiettivo di accrescere la produttività dell’economia dell’area e ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico” e che “la riforma del quadro di governance economica dell’UE dovrebbe concludersi entro la fine del 2023 ed andrebbero accelerati i progressi verso l’unione dei mercati dei capitali”.