Vertice Brics in Russia, la Turchia chiede di entrare nell’alleanza anti-occidentale

Turchia dentro o fuori dai Brics? La candidatura non sembra essere ancora ufficiale, ma le voci si rincorrono

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La Turchia avrebbe fatto richiesta di adesione ai Brics. Si tratta di una notizia di grande risonanza per via della posizione geopolitica di Ankara. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, alla ricerca di una maggiore autonomia strategica, ha intrapreso una nuova strada che potrebbe portare il primo membro della Nato all’interno del blocco delle economie emergenti, rappresentato dai Brics.

La Turchia chiede di entrare nei Brics

La Turchia ha recentemente confermato il proprio interesse a far parte del blocco Brics, un’alleanza economica e politica composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, che negli ultimi anni ha accolto nuovi membri come Iran, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Egitto. La notizia di una formale richiesta di adesione da parte di Ankara è stata inizialmente riportata da Bloomberg, ma successivamente le dichiarazioni del portavoce del partito al governo, Ömer Çelik, hanno gettato qualche dubbio sulla presentazione ufficiale della domanda.

Durante una conferenza stampa, Çelik ha chiarito che la Turchia ha compiuto dei passi avanti verso l’adesione ai Brics, ma non ha confermato la presentazione di una domanda formale. Ankara ha a lungo espresso il desiderio di bilanciare le sue relazioni tra Oriente e Occidente, cercando una maggiore autonomia strategica e riducendo la dipendenza dalle istituzioni occidentali come la Nato e l’Unione Europea.

Secondo Sinan Ülgen, direttore del Centro per gli studi economici e di politica estera con sede a Istanbul, due sono le principali dinamiche alla base dell’interesse della Turchia per i Brics. Da un lato, Ankara vuole rafforzare la propria autonomia in politica estera, migliorando i rapporti con le potenze non occidentali come Russia e Cina. Dall’altro, le continue frustrazioni nei rapporti con l’Occidente (per esempio dopo la questione dell’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia), in particolare con l’Ue, stanno spingendo la Turchia a guardare a nuovi blocchi emergenti come i Brics per diversificare le proprie alleanze.

Entrare a far parte dei Brics rappresenta una sfida complessa per la Turchia, che ha legami profondi con le istituzioni occidentali. Il suo ruolo centrale nella Nato e l’integrazione economica con l’Unione Europea potrebbero limitare il margine di manovra di Ankara. Come evidenziato da Ülgen, sebbene la Turchia cerchi di bilanciare i suoi rapporti tra Oriente e Occidente, non sarà facile allentare i legami con le istituzioni occidentali, soprattutto sul piano della sicurezza e del commercio.

Cos’è Brics?

I Brics rappresentano un’alleanza economica e politica formata nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, alla quale si è aggiunto il Sudafrica nel 2011. Il gruppo mira a promuovere una maggiore cooperazione tra le economie emergenti e a contrastare l’egemonia delle istituzioni occidentali come il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e la Banca Mondiale. Negli ultimi anni, i Brics hanno ampliato la loro influenza con la creazione di strumenti come la New Development Bank, progettata per finanziare progetti infrastrutturali nei paesi membri.

Il gruppo rappresenta quasi il 45% della popolazione mondiale e il 28% del PIL globale. Inoltre, i Brics detengono una fetta significativa delle risorse naturali del pianeta, inclusa la produzione di circa il 44% del petrolio mondiale.

L’espansione verso il formato Brics Plus, con l’invito a paesi come Egitto, Iran, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti, rappresenta bene l’obiettivo di creare un blocco economico alternativo alle istituzioni occidentali, favorendo la cooperazione tra le economie emergenti e riducendo la dipendenza dal dollaro statunitense.

Chi c’è e chi vuole entrare nei Brics?

Attualmente il gruppo Brics è composto dai cinque membri fondatori, ma negli ultimi anni si è ampliato con nuovi candidati e membri osservatori. Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Iran sono tra i Paesi recentemente invitati a far parte dell’alleanza. A questi si aggiunge una lunga lista di paesi che hanno espresso interesse a unirsi ai Brics, tra cui Argentina, Algeria e Bangladesh, portando il totale dei candidati potenziali a circa 30 nazioni.

Tra i nuovi candidati spicca la Turchia, che, se accettata, sarebbe il primo membro della Nato a far parte dell’alleanza. Un passo non da poco, perché segna un cambiamento nello scenario geopolitico globale: l’ingresso della Turchia nei Brics potrebbe implicare una riorganizzazione dei suoi legami tradizionali con l’Occidente.

Sebbene la domanda di adesione formale non sia stata ancora confermata, il vertice di Kazan potrebbe rappresentare un momento chiave per chiarire il futuro della candidatura turca.

Chi parteciperà al summit in Russia?

Il vertice Brics si terrà nella città russa di Kazan dal 22 al 24 ottobre 2024. Oltre ai membri fondatori e ai nuovi paesi invitati, la partecipazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan sarà uno dei momenti più attesi. Ankara ha confermato che Erdoğan ha accettato l’invito del presidente russo Vladimir Putin e la sua presenza sarà attentamente osservata, in particolare per quanto riguarda la voce sulla possibile adesione della Turchia ai Brics.

La partecipazione di Xi Jinping, presidente cinese, è stata confermata dallo stesso Putin durante un incontro con il vicepresidente cinese Han Zheng all’Eastern Economic Forum di Vladivostok. La collaborazione tra Russia e Cina all’interno dei Brics è tenuta sotto osservazione, dato che entrambi i paesi condividono l’obiettivo di contrastare quella che considerano l’egemonia occidentale e promuovere un ordine mondiale multipolare. La presenza di Xi Jinping al vertice rafforzerà sicuramente i legami tra Mosca e Pechino e offrirà una piattaforma per espandere la cooperazione economica e politica tra le due potenze.

Anche l’Armenia parteciperà al vertice di Kazan, come confermato dal vice ministro degli Esteri Mnatsakan Safaryan.