Turismo motore dell’Eurozona: la periferia rialza la testa

Forte rischio di recessione in Germania e debolezza in Francia. Il report di Nomura mette in luce il ruolo chiave del turismo nell'evitare la contrazione della crescita nel terzo trimestre

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Redazione

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Nella stima finale la crescita del PIL nell’area euro per il secondo trimestre del 2024 è stata rivista al ribasso di 10 punti base, allo 0,2% su base trimestrale. La domanda interna, nel frattempo, si è contratta: su base trimestrale i consumi delle famiglie sono diminuiti dello 0,1% e gli investimenti fissi del 2,2%. La spesa pubblica è cresciuta dello 0,6% su base trimestrale. Il commercio netto, nel frattempo, ha contribuito con +0,5 punti percentuali alla crescita del PIL. È quanto rileva Nomura nel report “Tourism is keeping the euro area afloat”.

I dati suggeriscono che la maggior parte del contributo del commercio netto proveniva dalle esportazioni di servizi (turismo, in particolare). Sembra quindi che il turismo stia mantenendo a galla l’area dell’euro. Un trend che, secondo le stime di Nomura, proseguirà nel terzo trimestre del 2024.

Non un buon inizio per il terzo trimestre 2024

La produzione industriale di luglio in Germania è diminuita del 2,4% su base mensile, in linea con la sostanziale debolezza delle vendite industriali di luglio. Se ipotizziamo l’assenza di crescita nei mesi di agosto e settembre, la produzione industriale tedesca per il terzo trimestre si contrarrebbe del 2,2% su base trimestrale e implicherebbe un contributo di -0,6 punti percentuali alla crescita del PIL tedesco per il terzo trimestre (quasi -0,2 punti percentuali rispetto al PIL dell’area euro). Tuttavia, le indagini sul settore manifatturiero suggeriscono che il declino industriale della Germania prosegue. In tale scenario Nomura ribadisce l’esistenza di un rischio concreto di recessione per la Germania.

La Francia, nel frattempo, insegue la Germania. La produzione industriale di luglio è diminuita dello 0,5% su base mensile. Supponendo che non vi sia crescita nei mesi di agosto e settembre, la produzione industriale francese andrebbe a contrarsi dello 0,7% su base trimestrale nel terzo trimestre del 2024, fornendo un contributo di -0,1 punti percentuali alla crescita del PIL francese nel terzo trimestre. Detto questo – sottolinea Nomura – “ci aspettiamo che la crescita del PIL francese nel terzo trimestre riceva una spinta dal turismo a seguito delle Olimpiadi che con tutta probabilità compenserà la debolezza del settore industriale francese. Il forte rischio di recessione tedesca e la debolezza della Francia costituiranno un ostacolo sostanziale alla crescita del PIL dell’Eurozona nel terzo trimestre. Riteniamo, tuttavia, che la periferia sovraperformerà e che il turismo, in particolare, svolgerà un ruolo importante nell’evitare una contrazione della crescita del PIL dell’Eurozona nel terzo trimestre.

BCE: timori  per la crescita

Oltre ai dati odierni sulla spesa sul PIL, la Bce ha pubblicato i dati sui redditi per dipendente e sui profitti unitari per il secondo trimestre del 2024. I redditi per dipendente sono aumentati del 4,3% su base annua, ovvero 80 punti base in meno rispetto alle previsioni della BCE. I profitti unitari sono diminuiti dello 0,7% su base annua, 10 punti base al di sopra delle aspettative della BCE. È importante sottolineare che entrambe queste serie di dati sono state pubblicate dopo la finalizzazione delle previsioni di settembre della BCE, e quindi non confluiranno nelle proiezioni per la pubblicazione della prossima settimana. Tuttavia, i profitti unitari sono stati sostanzialmente in linea con le aspettative della BCE, e dovremmo aspettarci – rileva Nomura – che la BCE abbia ridotto i suoi compensi per profilo di dipendente a seguito del rallentamento materiale nella crescita dei salari negoziati nel secondo trimestre del 2024 (scesa al 3,6% dal 4,7% nel primo trimestre). Le aziende citano sempre più la mancanza di domanda come un fattore che le scoraggia dal produrre di più (la BCE taglierà mentre la spirale salari-prezzi si inverte). Ciò si traduce in un potere di determinazione dei prezzi più debole, costringendo le imprese ad assorbire costi di input più elevati – salari, prezzi dell’energia, trasporti tassi, ecc. – nei margini di profitto. Ciò è dovuto al fatto che le imprese non sono sostanzialmente in grado di trasferire sui consumatori l’aumento dei costi dei fattori produttivi. I dati sulle compensazioni e sui profitti unitari suggeriscono che la BCE può preoccuparsi meno dell’inflazione.

Per il futuro, l’attenzione della BCE sarà probabilmente rivolta ai timori negativi per la crescita, a seguito della contrazione della domanda interna dell’area euro nel secondo trimestre e ai crescenti rischi di una recessione tedesca. I dati di oggi rafforzano la tesi a favore di un taglio da parte della BCE a settembre. La debolezza delle misure di crescita salariale (crescita salariale negoziata, retribuzione per dipendente), la contrazione della domanda interna e i crescenti rischi di recessione in Germania potrebbero portare alcuni membri della BCE a chiedersi se dovrebbero iniziare ad aumentare il ritmo dei tagli a una volta per riunione, compresa quella di ottobre.