Taglio dei tassi, la Fed aspetterà almeno settembre 2024

Secondo i trader la Fed non effettuerà un taglio dei tassi prima di settembre 2024, con le tre sfoltite promesse che diventeranno solo due: colpa dell'inflazione Usa ancora troppo alta

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Chi si aspettava un taglio dei tassi nell’immediato deve ancora attendere. Stando alle previsioni dei trader, infatti, la Fed, banca centrale degli Stati Uniti d’America, aspetterà almeno fino a settembre 2024 prima di provvedere alla loro diminuzione. Così come sostenuto dai giorni scorsi da Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, i dati sull’inflazione negli Stati Uniti non permettono di pensare ad un taglio nell’immediato.

Fed, il taglio dei tassi solo a settembre 2024

A influire sulla possibilità di effettuare un taglio dei tassi di interessi bancari è, naturalmente, il livello di inflazione che, negli Stati Uniti, è risultata essere a marzo 2024 più robusta del previsto per il terzo mese consecutivo. Più nello specifico, i prezzi al consumo sono saliti del 3,5 per cento, contro il 3,4 per cento atteso, con un aumento su base mensile dello 0,4 per cento e del 3,8 per cento su marzo 2023 per l’indice core, al netto di cibo ed energia.

L’inflazione Usa frena la Fed

Per la Fed, dunque, lo scenario dell’inflazione Usa non renderebbe possibile provvedere, già a giugno 2024, allo sperato taglio dei tassi d’interesse. L’obiettivo, affinché questa situazione possa verificarsi, è che la percentuale relativa al livello medio generale dei prezzi di beni e servizi scenda al 2 per cento. La distanza da questa percentuale spinge però gli analisti a pensare, o per meglio dire rende quasi la totale sicurezza,  che a giugno e luglio 2024 la Fed non si adopererà per tagliare i tassi, con le riduzioni di costo che nell’anno in corso potranno essere al massimo due (una in meno rispetto alle tre stimate in precedenza dai banchieri), entrambe da un quarto di punto, per un totale dello 0,5 per cento.

Powell: “Alla Fed servono più certezze”

La notizia del mancato taglio dei tassi negli Stati Uniti da parte della Fed, era stata in parte anticipata dal presidente dell’istituto stesso, Jerome Powell, il quale, in un intervento alla Stanford University, aveva sottolineato l’assenza attuale di condizioni sufficienti per la banca centrale. “Non ci attendiamo – aveva detto Powell – che sia appropriato abbassare i tassi fino a quando non avremo maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile al ribasso verso il 2 per cento”. Lo stesso presidente della Fed aveva poi aggiunto che “data la forza dell’economia e i progressi compiuti finora sull’inflazione, abbiamo tempo per valutare i dati che giungeranno per le nostre decisioni di policy”. Un rinvio in pieno regola, dunque.

Bce, forse un taglio dei tassi a giugno

Le posizioni attendiste della Fed hanno delle inevitabili ripercussioni in tutto il mondo, con le principali economie del globo che cercano di correre ai ripari come meglio possono. In Europa la Bce, Banca centrale europea, auspica un taglio dei tassi d’interesse nel breve periodo, pur avendo sottolineando, al termine dell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 6 e 7 marzo scorso, che servano più dati e conferme della disinflazione europea. L’attesa è dunque per i dati di aprile e, ancor di più, per quelli di giugno 2024, periodo nel quale secondo diverse letture si potrà assistere ad un taglio dei tassi in Europa.