Carbon neutrality: ricavi raddoppiati a 20 miliardi entro il 2031

Le potenze globali, sfruttando le ottime previsioni di mercato, cercano di correre ai ripari spingendo le imprese a cambiare rotta

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Redazione

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Pubblicato: 20 Gennaio 2024 13:14

Le potenze globali, sfruttando le ottime previsioni di mercato, cercano di correre ai ripari spingendo le imprese a cambiare rotta, al fine di ridurre le emissioni nel più breve tempo possibile. Negli USA, il Dipartimento dell’Energia ha investito oltre 23 milioni di dollari E in Europa? Il solo Regno Unito ha stanziato ben 80 milioni di sterline totali. In Italia, invece, il 59% delle realtà ha un comitato ESG (Environmental, Sustainability and Governance) e punta ad accrescere i propri investimenti “green oriented”.

Il “carbon emissions alert” lanciato da The Guardian

“La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa”: con queste parole Franklin Delano Roosevelt esprimeva un concetto mai così attuale. Si tratta del benessere ambientale, sempre più messo a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico e, nello specifico, dalle emissioni di carbonio. A questo proposito, The Guardian lancia un vero e proprio “carbon emissions alert”, secondo cui, nell’anno 2023, il più caldo mai registrato, le stesse emissioni hanno giocato un ruolo estremamente importante. Infatti, al fine di evitare scenari ancora più aridi e preoccupanti, risulterebbe fondamentale azzerare le “carbon emission” entro il 2034.

Le principali potenze globali corrono ai ripari

Vista la situazione, le principali potenze globali cercano di correre ai ripari con misure all’avanguardia e investimenti mirati. Le prime conferme in merito giungono da GlobeNewswire, secondo cui il mercato globale della carbon neutrality, alimentato dagli investimenti e dai progetti sostenibili delle imprese, ha raggiunto quota 10 miliardi di ricavi nel 2022 e raddoppierà il proprio fatturato, arrivando a 20 miliardi entro il 2031 con una crescita media annuale composta pari all’8%. Entrando più nel dettaglio, negli USA il Dipartimento dell’Energia, stando a quanto indicato da ESG News, ha investito oltre 23 milioni di dollari al fine di ridurre le emissioni dell’intero continente nel più breve tempo possibile. E in Europa? Il solo Regno Unito, secondo Sustainaible Future News, ha stanziato ben 80 milioni di sterline a favore delle aziende del territorio per spingerle ad abbandonare i costosi combustibili fossili a favore di alternative più pulite. E in Italia? Ben 6 aziende su 10 (59%) hanno un comitato ESG e puntano ad accrescere i propri investimenti green oriented.

La top 10 nella decarbonizzazione

Qual è il paese più attento alla tematica? World Economic Forum ha realizzato una top 10 mettendo al primo posto la Svezia, seguita da Norvegia e da Danimarca. All’interno della graduatoria, la sesta posizione viene occupata da un altro paese nordeuropeo: la Finlandia, dove si distingue KONE, multinazionale attiva nella produzione e manutenzione degli ascensori, divenuta la prima del proprio settore a realizzare unità produttive a zero emissioni di carbonio a livello globale. “In 8 fabbriche su 10 abbiamo sostituito i carrelli elevatori con impianti elettrici – afferma Giovanni Lorino, AD di KONE Italy & Iberica – aggiungendo che sono stati installati dei pannelli solari in 9 unità produttive e tutte acquistano elettricità rinnovabile al 100% dall’inizio del 2023”.