E’ allarme mutui: ecco le ripercussioni dei tassi BCE sulle rate

Il costo del mutuo rincara, andando ad aggravare una situaizione economica familiare già tesa, e molti temono di non riuscire più a pagare le rate

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Redazione

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La BCE come previsto ha aumentato ancora i tassi d’interesse, che arrivano ora al 3,5%, a dispetto delle fibrillazioni che hanno coinvolto i mercati azionari per effetto dei casi SVB e Credit Suisse. Due situazioni che non spaventano l’Eurotower, anche perché la mina più grossa, quella del possibile fallimento della banca svizzera, è stata subito disinnescata dalla banca centrale, che ha messo sul piatto 50 miliardi di franchi svizzeri per non farla affondare.

BCE rassicura: banche resilienti

E così la Presidente della BCE Christine Lagarde ha potuto rassicurare i mercati,  ribadendo che non vi sono problemi di liquidità nell’Eurozona e che la BCE “non sta indietreggiando nella lotta all’inflazione e la determinazione resta intatta”. Lagarde ha sottolineato che “non c’è un trade-off tra la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’Eurozona” ed ha assicurato che la BCE “risponderà ad entrambi con i relativi strumenti”.

Il numero due dell’Istituto Luis de Guindos ha affrontato in modo più esp0licito la questione banche, segnalando che le banche europee “sono resilienti” e soprattutto che   le esposizioni ai rischi sono piuttosto limitate e non ci sono concentrazioni di rischi”.

Mutui a tasso fisso una garanzia

Secondo l’Osservatorio di Mutui.it l’IRS, che determina il livello dei tassi fissi, è pressoché stabile, mentre l’Euribor continua a crescere, portando i tassi variabili quasi allo stesso livello dei fissi: a febbraio il tasso medio è 3,52% per il variabile e 3,58% per il fisso.

Ne consegue che, in questa fase,  il fisso è una scelta più sicura e sono infatti aumentate le domande per il fisso, che ora rappresentano l’80,3% del mix (+34,3% rispetto al quarto trimestre 2022). Calano invece gli importi medi richiesti che ora si attestano sui 130.691 euro, oltre 10.000 euro in meno rispetto al pari periodo dello scorso anno.

Per capire come passare dal tasso variabile al fosso leggi questo articolo.

Quanto salirà la rata del mutuo?

Analizzando l’impatto dell’ultimo aumento dei tassi, gli analisti di Mutui.it segnalano chela rata per un mutuo da 140mila euro a 20 anni aumenterà di quasi 30 euro al mese (pari al 4,6%), portando l’aumento totale da febbraio 2022 al 31% (la rata è passata da 625 euro a 819 euro).

Il comparatore Facile.it, invece, prendendo a riferimento un mutuo a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, ipotizza un rincaro del finanziamento del 52%, da una rata di 456 euro di gennaio 2022 a 693 euro del secondo trimestre 2023.

Anche Codacons stima pesanti rincari. Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, la rata mensile è destinata a salire tra i 30 e i 40 euro per effetto dell’ultimo rialzo dei tassi BCE e, considerando tutti gli incrementi imposti dalla BCE a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 210 e i 270 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.520 e + 3.240 euro all’anno. Una “mazzata”.

E’ allarme default per le famiglie…

Sempre il Codacons mette il punti su quei 2,4 milioni di famiglie con un mutuo a tasso variabile he hanno dichiarato difficoltà nel pagamento delle rate.

Una indagine condotta da Nomisma per Esdebitami Retake, società benefit specializzata in consulenza in campo creditizio, rivela un quadro spaventoso: 1 famiglia su 4 teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo il prossimo anno, complice una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni.

La difficile congiuntura accresce inevitabilmente anche le difficoltà delle famiglie nel far fronte regolarmente al rimborso delle rate. Nello specifico, il 4% dei nuclei intervistati ha dichiarato di avere accumulato ritardi seppur lievi, mentre il 13% è riuscito a pagare le rate mensili con qualche difficoltà, ad esempio comprimendo altre voci di spesa.

Le famiglie italiane si trovano a fare i conti con un costo della vita sempre più alto, a causa della diminuzione del loro potere di acquisto (inflazione e caro tassi), e per fare fronte alle spese necessarie, molte di esse dichiarano di attingere ai propri risparmi per mantenere gli standard di consumo a cui sono abituate. Inoltre, spesso sono costrette a ridurre le spese per acquisti e attività considerate superflue: il 29% evidenzia di aver diminuito in modo significativo le spese per il tempo libero, il 27% quelle per le attività culturali e il 21% per lo sport.