La guerra dei dazi tra UE e Cina sul brandy è arrivata a un punto di non ritorno (per ora)

Al centro dello scontro sui dazi commerciali tra Ue e Cina ci sono le auto elettriche, ma l'automotive ha trascinato con sé altri settori come quello degli alcolici e in particolar modo il brandy

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Danilo Supino

Data journalist

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Pubblicato: 25 Novembre 2024 15:12

La recente escalation delle tensioni commerciali tra l’Unione Europea e la Cina ha coinvolto un prodotto simbolo ma sottovalutato per l’Europa: il brandy. Oltre le auto elettriche, il brandy è diventato un nuovo fronte di scontro commerciale, in seguito alla decisione della Cina di imporre dazi anti-dumping su alcuni prodotti europei.

Perché l’Ue ha fatto ricorso al Wto

La storia dei dazi al brandy inizia il 5 gennaio 2024 quando il Ministero del Commercio cinese ha avviato un’indagine anti-dumping sulle importazioni di brandy dall’Unione Europea, sostenendo che i produttori europei vendessero il brandy sul mercato cinese a prezzi inferiori al valore normale, causando danni significativi all’industria nazionale cinese. L’indagine ha concluso che esistevano pratiche di dumping con margini compresi tra il 30,6% e il 39%. Di conseguenza, a partire dall’11 ottobre 2024, la Cina ha imposto dazi anti-dumping provvisori sulle importazioni di brandy dall’UE, con aliquote variabili a seconda del produttore, ad esempio:

  • Jas Hennessy & Co.: 39%
  • Rémy Martin: 38,1%
  • Martell: 30,6%

Queste misure hanno avuto un impatto significativo sulle esportazioni europee, in particolare francesi, poiché la Francia rappresenta circa il 99% delle esportazioni di brandy verso la Cina. Nel 2022, le esportazioni francesi di cognac in Cina hanno raggiunto un valore di 773 milioni di euro.

La risposta dell’Unione Europea

In risposta, la Commissione Europea ha espresso preoccupazione per le misure adottate dalla Cina, ritenendole ingiustificate e sproporzionate. Il 20 novembre scorso, la Commissione ha annunciato l’intenzione di contestare i dazi cinesi presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto, World Trade Organization), sostenendo che le misure violano le regole del commercio internazionale. Inoltre, l’UE ha avviato consultazioni con gli Stati membri per valutare possibili contromisure, tra cui l’imposizione di dazi su prodotti cinesi strategici.

Le implicazioni per le aziende europee

Può apparire un’inezia rispetto alla guerra dei dazi sulle auto elettriche, ma il brandy rappresenta non solo un importante segmento di mercato per molti Stati membri, la Francia come già detto, ma è anche un simbolo del patrimonio culturale europeo. Le restrizioni imposte dalla Cina potrebbero ridurre significativamente le esportazioni e influire negativamente su piccole e medie imprese europee. Tra le grandi società invece, aziende come Rémy Cointreau e Pernod Ricard, che detengono rispettivamente il 30% e il 10% delle loro vendite in Cina, potrebbero subire perdite significative.

Tuttavia, l’UE fa sapere che resta impegnata nella ricerca di una soluzione collaborativa, al fine di evitare una guerra commerciale estesa che potrebbe avere impatti negativi per entrambe le economie e per tutti i settori.